In fondo via Ceci, angolo via Trivio c'è Palazzo Pacifici con la sua facciata intonacata con uno stile improntato ad uno scarno classicismo con alcuni elementi baroccheggianti. Seguo brevemente via Trivio fino a trovare via Benedetto Cairoli su cui si affaccia Palazzo Cornacchia. Edificio questo realizzato in blocchi di travertino squadrato con su un angolo smussato in bella edicola votiva. In fondo a questa strada che si prospetta sull'abside della chiesa San Pietro Martire, dove si erge Palazzo Parisani Squarti Perla con la sua torre medioevale e risalente al XIV e al XVIII secolo.
Rientro da via Vidacilio, dove all'angolo con via D'Ancaria ove insiste un bel palazzo con belle bifore con colonnine e capitelli all'ultimo piano ed è di fronte su un moderno palazzo che vi è una lapide che ricorda che qui visse il Generale Ing. Luigi Stipa. Costui fu un pioniere aeronautico ed inventore del turboreattore, fu decorato con Medaglia d'argento al valor militare per l'attività partigiana durante la seconda guerra mondiale per aver soccorso dei prigionieri alleati evasi dai campi tedeschi e mantenuto i contatti con una stazione radio-trasmittente clandestina con le truppe di liberazione.
Dopo aver fatto colazione faccio un breve tratto di strada fino a piazza Fausto Simonetti dove si affaccia palazzo San Filippo, che ospita le sedi della Prefettura e dell'Amministrazione Provinciale. La denominazione di palazzo San Filippo è attribuita a questo stabile perché, una porzione dello stesso, fu un convento edificato nel XVII secolo, appartenuto alla congregazione dei Filippini. Arrivo così in piazza Arengo e inizio a percorrere via Tornasacco dove si affacciano bei palazzi fino ad arrivare in piazza San Gregorio, dove si prospetta la chiesa di San Gregorio Magno. Via Tornasacco è così chiamata a memoria del “Torna il saccheggio- sacco” delle truppe di Federico II nel 1242 entrati da Porta Torricella che è poco distante.
La piccola piazza San Gregoria è circondata da edifici risalenti al 1100 e 1200. La chiesa è invece risalente al XIII secolo costruita come trasformazione di un tempio pagano romano, edificato tra l'Età tardo Repubblicana e la prima Età Augustea. La facciata presenta due semplici ingressi, il più grande, con un arco a tutto sesto, e l'altro, che si apre tra le due colonne, con architrave. La torre campanaria, sulla sinistra, fu aggiunta, nel XIV secolo, in sostituzione del campanile a vela. Poco distante c'è Palazzo Ambrosi e percorrendo via Catone trovo l'ex Convento di San Domenico e subito dopo Palazzo della Torre e poi palazzo Sacconi posto in via Pretoriana.
Poco distante c'è palazzo Cardarelli e Palazzo Sgariglia dal Monte realizzato in blocchi di travertino e con il suo bel portale in Bugnato ad arco tutto sesto. Salgo così fino alla chiesa di Sant'Angelo Magno, ancora chiusa dopo l'ultimo terremoto e facente parte del complesso che ospita l'Università di Camerino. Il complesso di Sant'Angelo Magno costruito sul declivio del Colle dell'Annunziata comprendente il monastero con il nome di San Michele Arcangelo risale al IX secolo, oggi è noto con il nome di Sant'Angelo Magno, fu uno dei monasteri femminili più imponenti e ricco in quanto ambito dalle famiglie aristocratiche che volevano farvi entrare i membri delle loro famiglie.
Il Monastero fu affidato alle monache benedettine, e poi nella seconda metà del sec. XIII il monastero venne affidato all'ordine delle Clarisse, Tra il sec. XV e il sec. XVI il monastero passò ai monaci Olivetani e la chiesa venne sottoposta a rifacimenti che occultarono quasi del tutto gli elementi medievali. La chiesa realizzata in squadrato travertino, si presenta con una facciata in stile romanico con un raffinato rosone a colonnine gotiche. Il portale d'ingresso è preceduto da un'elegante scalinata ma oltre non posso andare.
Lascio la piazzarola, così è chiamato questa parte di Ascoli che vede il suo fulcro nell'antico cardo di via Pretoria che con le sue rue e palazzi medioevali rappresenta uno dei luoghi più caratteristici in cui rivivere l'atmosfera medioevale. M'inerpico attraverso viale della Rimembranza fino a raggiungere la chiesa della Santissima Annunziata che si erge sul Colle omonimo dal quale si può vedere un ampio panorama di Ascoli. La chiesa si inserisce in un vasto complesso edificato in epoca medievale e sui resti di antiche costruzioni romane.
Nato con la funzione di ospedale, oggi sede della Scuola di Architettura e Design. Il complesso fu affidato alle Monache agostiniane e poi all'Ordine dei Frati Minori. L'intero complesso religioso, preceduto da portico ad otto arcate e si compone in vasto fabbricato. Questo comprende ex chiesa, l'ex convento, l'ex refettorio e due chiostri. Il chiostro maggiore risale al XIV secolo, a pianta quadrata è interamente contornato da un portico sorretto da pilastri ottagonali con sovrapposto un loggiato. Il chiostro minore ha al centro della sua area un antico pozzo del XV secolo.
Nell'adiacente parco e nei pressi del belvedere vi sono le grotte dell'Annunziata, una delle costruzioni monumentali della Asculum romana; in realtà sono grotte artificiali, tecnicamente dette "sostruzioni", fatta da nicchioni con volte a botte, addossati per tre lati alla rupe del Colle dell'Annunziata. Viale della Rimembranza si snoda all'interno del parco dell'Annunziata, lascio così il complesso che oggi ospita la scuola di Architettura e Design.
Poco lontani vi è il campanile di San Pietro in Cucco, poso metà strada tra il convento dell'Annunziata e la Fortezza Pia. Ciò è quello che rimane dell'antica chiesa di San Pietro in Cucco, di ignote origini che era annoverata tra le parrocchie medievali di Ascoli. Invece seminascosta dalla vegetazione vi è un'antica costruzione che si eleva nella zona più alta della città. Forse già in epoca piceno-sabina, su questa altura vi era il vecchio cassero, distrutto da Gneo Pompeo Strabone e riedificato sempre in epoca romana. L'attuale opera fortificata deve il suo nome a papa Pio IV che, nel 1560, volle farla ricostruire.
Scendo lungo delle scalette immerse nel verde del parco fino a raggiungere il Teatro romano, posto a pochi passi dalla chiesa del Santissimo Crocifisso dell'icona che ho già visto. Il teatro romano fu costruito su un preesistente teatro piceno o italico. Il teatro è storicamente famoso per aver ospitato il discorso di Quinto Servilio nel 91 a.C. che aveva dato inizio alla ribellione di Ascoli da Roma e alla conseguente Guerra Sociale. Nonostante fosse stato poi utilizzato come cava per i materiali di costruzione, presenta ancora ben delineato l'emiciclo delle gradinate.
Nei pressi vi è la chiesetta di Santa Croce ai Templari. La chiesa di San Giovanni ad Templum fu edificata nel IX sec, come si può rilevare da alcuni documenti. Vi era annesso l'ospedale costruito forse dai monaci Camaldolesi di Fonte Avellana. Rimane molto poco della primitiva costruzione templare, essendo stata in larga parte rimaneggiata nel XVII secolo dall'ordine di San Giovanni. L'ospedale ed il convento vennero demoliti nel XVIII secolo. Inizio a percorrere la moderna via Angelini fino a raggiungere la chiesa di San Giuliano. Questo edificio religioso presenta la facciata su via San Giuliano ed è in stile romanico.
Gli storici ascolani collocano la costruzione agli inizi dell'anno 1000 e fu sede di parrocchia fino all'inizio del XX secolo. La chiesa è realizzata in conci squadrati di travertino ed ha modeste dimensioni, la facciata, con tetto a capanna, presenta una semplice porta d'accesso e si completa con un rosone. L'edificio religioso ha un campanile a vela. Poco distante in piazza Orlini Serafino si eleva il grande edificio del palazzo di Giustizia fu progettato in epoca fascista con inizio lavori nel 1939 e poi concluso a meta del XX secolo. L'imponente facciata dalle forme squadrate presente un porticato d'accesso con alte colonne rivestite in marmo a pianta squadrata. Arrivo così in piazza dell'Arengo per poi raggiungere la mia provvisoria dimora per la mia ultima notte ad Ascoli. Piceno.
Prima di partire per tornare a casa, colazione al Bar Meletti, sosta a guardare l'Arco di Carlo Magno. Posto lungo via delle Canterine e di Rua di Carlo Magno, poco distante dal mio alloggio, dove sono visibili i pochi resti dell'antico palazzo senatoriale di Ascoli. La leggenda vuole che esso tragga il nome dall'imperatore dei Franchi che, sostando nella città picena durante la guerra contro i ducati longobardi, ne ordinò la costruzione. Ovviamente questo palazzo è avvolto da misteri e leggenda, ciò che resta sono dei resti romanici databili al XII secolo. Fu sede della Confraternita della Madonna della Carità ed adattato come ospedale.
Nel XVII secolo venne infine demolito per favorire la costruzione della nuova sede della Confraternita e dell'annessa chiesa in onore della Madonna del Suffragio, oggi demolita. Costruito in travertino, dell'antico edificio rimane una sola finestra composta da due larghe bifore e dal sottostante arco. Ormai ho raggiunto l'auto e con questa raggiungerò diversi altri edifici storici che mi interessano. Dapprima vado a vedere la chiesetta di Santa Maria delle Donne posta sulla circonvallazione ovest.
La chiesa di Santa Maria delle Donne fu costruita agli inizi del XIII secolo al di fuori delle mura della città, poco oltre Porta Romana. L'edificio è in stile romanico ma con influenze gotiche dimostrato dallo slancio dell'altezza dell'edificio. Questo ha tetto a capanna ha una pianta rettangolare ed è costituito da blocchi levigati e squadrati di travertino. La facciata ha un ingresso con portale ad arco tutto sesto. Al di sopra dell'ingresso si mostra il rosone, composto da una ghiera di colonnine e capitelli, incorniciato da un delicato fregio a treccia. Tra il rosone e l'arco, sul lato sinistro, si nota una porta murata mediante la quale, con l'allestimento di appositi ballatoi, si poteva accedere al piano superiore dell'aula interna.
Sulla sommità del prospetto, sotto il culmine del tetto, si trovano immurate 5 scodelle maiolicate disposte a croce. L'edificio ad oggi è chiuso e con le ferite dell'ultimo terremoto. Un tempo vi era collegato un monastero delle clarisse, forse da qui il nome Delle Donne. Dopo un lungo giro in auto raggiungo porta cartaria dove a poca distanza vi è un museo e la chiesa della Madonna del ponte. Questa chiesa si trova appena oltrepassato il ponte di Santo Spirito, nel rione di Porta Cartara. Fu costruita nel 1689 in prossimità dell'accesso alla città quale buon auspicio per i viandanti. Caratteristica per la sua forma cilindrica è identificata anche col nome La Rotonda.
Non lontano vi è il palazzo della Cartiera papale. Si tratta di un complesso architettonico che ha accolto, nel corso dei secoli, varie attività lavorative, quali: la cartiera, i mulini ad acqua, la concia delle stoffe e la ferriera, tutte attività svolte grazie alla forza motrice delle acque del vicino torrente Castellano. Le prime notizie certe sull'esistenza di opifici risalgono all'anno 1104. Si hanno notizie di attività cartarie almeno dalla seconda metà del XIV secolo, almeno fino alla fine del XVIII secolo.
Attualmente trova sede il polo museale permanente dei musei della Cartiera papale con esposizione legati all'attività cartaria, al museo di storia naturale "Antonio Orsini", al museo dell'acqua, alla biblioteca provinciale di storia contemporanea e a sale dedicate a esposizioni temporanee. Devo ripassare sul ponte cartaro e superare il ponte di Porta Maggiore per raggiungere la chiesa San Salvatore di Sotto. Edificata in stile romanico, si trova a sud della Zona Caldaie. È così chiamata per distinguerla dalla chiesa di San Salvatore di Sopra che fu costruita al di fuori delle mura della città oltre Porta Romana.
La piccola chiesa è posta poco lontano dal ponte di Cecco sui resti, si racconta di un tempio pagano. La storia narra che fu lo stesso sant'Emidio a volere la demolizione del tempio e la sua sostituzione con un oratorio dedicato a "Dio Salvatore e Principe della pace". San Romualdo di Ravenna, fondatore dell'Ordine dei benedettini camaldolesi, verso la fine del primo decennio dell'anno 1000, di passaggio nella città di Ascoli, vi fondò un monastero. La facciata è imponente nella sua semplicità con tetto a capanna e presenta un austero portale ad arco a tutto sesto; di sopra della porta di ingresso, presenta una grande trifora in travertino in stile gotico con arco a sesto acuto.
Torno verso porta Tufilia e supero il ponte nuovo sul Tronto e raggiungo la chiesa dei santi Pietro e Paolo. Le origini della chiesa dei Santi Pietro e Paolo ad Ascoli Piceno risalgono al XIII secolo, precisamente all'anno 1206, quando una religiosa di nome Amata fondò la chiesa e l'annesso convento di ordine cistercense. Il convento cessò di esistere a causa della soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica dopo diversi passaggi di proprietà, poi, nel 1861, con l'avvento del Regno d'Italia, la struttura venne adibita a caserma.
Nel XX secolo il sito venne riportato alla semplicità delle sue architetture medievali e riconsacrato al culto. La chiesa in stile romanico, presenta una facciata anteriore con una grande finestra rotonda e priva di elementi decorativi. Lungo viale Marcello Federici trovo la chiesa del Sacro Cuore costruita inizi Novecento. Dopo aver preso una stretta stradina in salita raggiungo la Chiesa Emidio alle Grotte e la vicina chiesa di Sant Ilario.
Parcheggio vicino alla chiesa di sant'Ilario, attualmente sconsacrata, è un piccolo edificio in travertino, a base rettangolare con tetto a capanna. La chiesa fu edificata anteriormente all'anno 1000 utilizzando materiali anche di epoca romana. L'edificio religioso appartenne alla Congregazione dei monaci camaldolesi che vi risiedettero dal XII secolo e vi costruirono anche l'annesso ospedale ed ospizio per i pellegrini in transito che giungevano ad Ascoli.
A seguito della soppressione della congregazione, da parte di San Pio V, l'intero complesso di Sant'Ilario divenne proprietà del seminario vescovile di Ascoli e poi proprietà comunale. Vicino vi è il bel tempietto di Sant'Emidio alle Grotte, uno dei monumenti più importanti di Ascoli Piceno ed è un pregevole edificio religioso in stile barocco. Fu eretto in onore del patrono e si definisce "alle grotte" perché il suo ambiente interno è costituito da grotte naturali, dove già nel 250, era utilizzati dai cristiani come necropoli.
Secondo la tradizione sant'Emidio, dopo essere stato decapitato, il 5 agosto 303, nei pressi del ponte di Porta Solestà, nel luogo dove sarebbe stato eretto il tempietto di Sant'Emidio Rosso, si recò a piedi in queste grotte, per essere seppellito, portando tra le mani la sua testa. Le spoglie mortali del santo patrono e dei suoi discepoli riposarono in questo luogo per oltre 7 secoli, fino alla traslazione dei loro resti all'interno della cattedrale di Ascoli. L'attuale edificio nasce come un ex voto degli ascolani per ringraziare sant'Emidio, protettore dal terremoto, per aver preservato la città dai violenti sismi aquilani del 1703.
La facciata del tempietto è di travertino si articola su due ordini sovrapposti, addossati alla parete tufacea dell'altura. L'ordine inferiore è in stile dorico con un portico ellittico con sei colonne che si sorreggono un cupolino centrale. Al centro del cupolino vi è lo stemma araldico del vescovo Gambi. Le ali dell'ordine inferiore presentano alle estremità due finestre con grate e due nicchie vuote. L'ordine superiore della facciata sviluppa maggiormente la sua altezza nella parte centrale ed è suddiviso da lesene, sempre in travertino e si conclude con architrave, fregio, cornice ed un frontone semicircolare spezzato che ospita al centro l'arme di Papa Clemente XI. Ai lati della parte centrale vi sono delle volute e festoni di frutta. Alle estremità, due statue di angeli, che recano in mano un ramo di palma quale simbolo del martirio, concludono la facciata.
È arrivata l'ora di partire per tornare casa, faccio rapidi acquisti, lascio questa magnifica città poco conosciuta ma che merita di diventare una vera meta turistica.
Fine V ed ultima parte.