Blog di Dante Paolo Ferraris

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Pillole di Storia: Una foto, una storia, un mito

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CheGuevaraOgnuno porta con se i suoi miti e tra questi vi è un personaggio della storia contemporanea che mi ha sempre affascinato. Si tratta di un personaggio che è passato alla storia come ma che per il sottoscritto, fin dalla gioventù rappresentava l'ideale, l'utopista, il combattente, un simbolo di libertà, insomma un mito. Da sempre la sua fotografia mi ha accompagnato, anche in ufficio ho sempre tenuto una cartolina con la sua fotografia. Foto che da sempre ho trovato rappresentata su magliette, bandiere, quadri, persino tazzoni per il caffè-latte ed è presente su oggettistica e capi d'abbigliamento in tutto il mondo.
Solo recentemente mi sono chiesto chi avesse scattato questa famosa fotografia in bianco e nero e in che contesto. Iniziamo a conoscere il personaggio fotografato che è Ernesto Guevara de la Serna, più noto come il Che, Che Guevara o semplicemente Che, è stato un rivoluzionario, guerrigliero, scrittore, politico e medico. Costui nacque a Rosario in Argentina 14 giugno 1928, morì a la Higuera in Bolivia, 9 ottobre 1967, il certificato di nascita riporta questa data ma la madre confesso ad un amica del 14 giugno 1928.
Julia Constenla, storica e amica personale della madre di Ernesto Guevara, Celia de la Serna, riferisce durante un'intervista che quest'ultima le abbia confidato di essere incinta al momento del matrimonio con Ernesto Guevara Lynch e che la vera data di nascita del figlio era il 14 maggio e che il certificato di nascita era stato falsificato posticipando la data di nascita di un mese per evitare lo scandalo. Del Che si è scritto tanto e non voglio dilungarmi molto, ricordo solo che fin da ragazzo era appassionato di scacchi e vorace lettore di libri.
Di famiglia benestante, non poté frequentare la scuola con regolarità a causa della asma, una malattia che lo opprimeva fin dalla nascita e fu quindi la madre a insegnargli a leggere e a scrivere. Imparò a maneggiare la pistola fin dai cinque anni e le domeniche era solito andare a sparare al bersaglio col padre. Nel 1940, durante la seconda guerra mondiale, segui gli ideali del padre e si unì alla Acción Argentina, un'organizzazione antifascista a soli dodici anni. Studiò in un liceo pubblico e si dedicò allo sport, in particolare al rugby con ottimi risultati nonostante l'asma.
In questo contesto fu soprannominato Fuser, contrazione di Furibondo Serna, suo tipico grido quando partiva all'attacco e più tardi quello di el Chancho, "il maiale", perché era sempre sporco partecipando ad ogni mischia. Si appassionò inoltre alla psicologia ed acquisì un grande interesse per Mahatma Gandhi che divenne l'eroe della sua gioventù. A causa dell'asma venne riformato dal servizio militare e si iscrisse alla facoltà di ingegneria, lavorando poi alla costruzione di opere pubbliche, decise di abbandonare ingegneria e si iscrisse alla facoltà di medicina, sognando di diventare un famoso ricercatore.
Nella tarda adolescenza si appassionò alla fotografia. Cominciò a lavorare come infermiere, ancor prima di laurearsi, su mercantili, petroliere e raggiungendo con esse il Brasile, Venezuela, Trinidad e Tobago. Nel 1951 con un suo vecchio amico, Alberto Granado, intrapresero un viaggio attraverso il Sudamerica che per anni si erano proposti di fare. Guevara e Alberto partirono dalla città di Alta Gracia a cavallo di una motocicletta Norton 500 a cui era stata dato il soprannome di La Poderosa II "La Potente II".
Dopo un incidente a Temuco, che causerà danni al telaio della motocicletta, i due rimasero colpiti dalle penose condizioni di sfruttamento dei minatori cileni, nonché dal razzismo e dal maltrattamento subito dagli indigeni peruviani. Per non parlare delle pessime condizioni. A Caracas, ultima tappa del viaggio, dove i due amici si separarono, il Che trascorse ancora una ventina giorni che ricorderà come i più duri e più amari della sua vita. Questo viaggio è raccontato nel diario personale Latinoamericana "Notas de viaje" da cui venne tratto il film I diari della motocicletta del 2004.
Dopo aver visto la povertà di massa ed essere stato influenzato dalle letture sulle teorie marxiste, concluse che solo la rivoluzione avrebbe potuto risolvere le disuguaglianze sociali ed economiche dell'America Latina. Guevara ricominciò a viaggiare, visitando Bolivia, Perù, Ecuador, Panama, Nicaragua, Honduras ed El Salvador, per lo più paesi in cui erano in corso disordini e sommosse. Prese parte al tentativo di mantenimento del governo del presidente del Guatemala, Jacobo Arbenz Guzmán che guidava un governo populista intento a portare avanti una rivoluzione sociale attraverso varie riforme, soprattutto fondiarie, e che sembrò suscitare ammirazione in Guevara.
Il golpe, armato e finanziato dalla CIA, vide un piccolo esercito, comandato da Castillo Armas entrare in Guatemala il 18 giugno 1954 e impossessarsi del potere. Il colpo di Stato contro Arbenz consolidò l'opinione di Guevara che gli Stati Uniti fossero una potenza imperialista, che si sarebbe sempre opposta ai governi intenzionati a ridurre le disparità economiche, endemiche in America Latina. Guevara abbandonò dunque il Guatemala per recarsi in Messico, dove visse come cronista scrivendo articoli sui Giochi panamericani del 1955.
Qui Guevara incontrò numerosi esuli cubani che lo misero in contatto con Raúl Castro, che aveva partecipato all'assalto alla caserma Moncada e che gli presentò suo fratello Fidel Castro, leader del Movimento del 26 luglio, un'organizzazione politica e paramilitare che si proponeva di proseguire la lotta rivoluzionaria contro la dittatura di Fulgencio Batista e che prendeva il nome dalla data dell'attacco alla caserma Moncada a Santiago di Cuba nel 1953, uno degli episodi della Rivoluzione cubana.
Guevara rimase profondamente impressionato dalla figura di Castro e decise di aderire al movimento rivoluzionario che voleva abbattere il dittatore cubano. Gli accordi prevedevano che Guevara sarebbe stato il medico del gruppo rivoluzionario ma partecipò anche all'addestramento militare e, alla fine del corso, fu segnalato dall'istruttore, il colonnello Alberto Bayo, come il migliore degli allievi. Nell'agosto del 1955 Hilda Gadea, la sua compagna che aveva conosciuto in Guatemala, intellettuale peruviana esiliata dalla dittatura di Manuel A. Odría, scoprì di essere incinta.
Il 18 agosto dello stesso anno Guevara e Gadea si sposarono e la loro figlia, che chiamarono Hilda Beatríz, nacque il 15 febbraio 1956. Da qui la storia del Che segue quella di Fidel Castro e della rivoluzione cubana. È durante questo periodo che Ernesto Guevara acquisì il soprannome Che, attribuitogli dai compagni di lotta cubani, che lo accompagnerà per sempre. Soprannome che nacque dal fatto che Guevara soleva utilizzare spesso l'intercalare che, per richiamare l'attenzione di un interlocutore.
Il 7 febbraio 1959, il nuovo governo rivoluzionario cubano nominò Guevara "Cittadino cubano per diritto di nascita". Guevara subito dopo divorziò da Hilda Gadea, da cui si era separato, nei fatti, già prima di partire dal Messico con la Granma. Questa era la storica imbarcazione che alcuni combattenti rivoluzionari, in seguito noti come expedicionarios del yate Granma, e tra i quali vi erano Fidel Castro ed Ernesto Che Guevara, usarono per raggiungere Cuba dal Messico durante la Rivoluzione cubana. Il 2 giugno 1959 sposò Aleida March, una cubana che faceva parte del Movimento del 26 di luglio.
La coppia ebbe quattro figli: Aleida, Camilo, Celia ed Ernesto. Guevara ricopri diversi importanti incarichi nel governo cubano e viaggio per diversi paesi del mondo per tentare di creare rapporti commerciali. Già dal 1959, Guevara aiutò a organizzare tentativi rivoluzionari, a Panama e nella Repubblica Dominicana.
Nel 1960 Guevara prese parte ai soccorsi e ai funerali delle vittime in seguito all'esplosione della nave La Coubre con oltre 100 morti e fu in questa occasione che Alberto Korda scattò la fotografia che divenne la più famosa. Non è chiaro se la nave fu sabotata o se esplose per un incidente. Dopo esser stato alle Nazioni Unite, aver incontrato diversi esponenti politici statunitensi fece il giro di molte capitali europee ed africane come Ministro dell'Industria di Cuba.
Ad Algeri, il 24 febbraio 1965, fece l'ultima apparizione pubblica sul palcoscenico internazionale, intervenendo al "Secondo seminario economico sulla solidarietà afro-asiatica". Ritornò a Cuba il 14 marzo, ricevuto solennemente all'aeroporto di L'Avana e due settimane dopo, Guevara si ritirò dalla vita pubblica e scomparve. Fidel Castro successivamente rese pubblica una lettera priva di data presumibilmente scrittagli da Guevara diversi mesi prima, in cui questi riaffermava la sua solidarietà con Cuba, ma dichiarava anche la sua intenzione di abbandonare l'isola e di andare a combattere altrove per la Rivoluzione.
Guevara fu poi presente nell'ex Congo Belga a sostegno del movimento marxista dei Simba. L'incompetenza, e le lotte intestine delle varie fazioni congolesi furono indicate da Guevara come le principali ragioni del fallimento della rivolta. Visse successivamente clandestinamente a Dar es Salaam in Tanzania, Praga e nella Repubblica Democratica Tedesca. Durante questo periodo scrisse le sue memorie sull'esperienza in Congo e cominciò a elaborare altri due libri, uno di filosofia (Apuntes Filosóficos) e uno di economia (Notas Económicas) che andarino ad aggiungersi a i diversi libri che aveva gia scritto e pubblicato.
Guevara accettò di rientrare a Cuba su espressa richiesta di Castro, solamente per rimanervi per i pochi mesi necessari a preparare una nuova impresa rivoluzionaria in America Latina e che la sua presenza sarebbe rimasta strettamente riservata. La sua ultima impresa fu in Bolivia dove operò nell'ELN (Ejército de Liberación Nacional de Bolivia). Il presidente René Barrientos Ortuño espresse il desiderio di vedere la testa di Guevara piantata su una picca e mostrata nel centro di La Paz.
Durante la battaglia di Quebrada del Yuro fu ferito e catturato, e condotto in un centro di detenzione provvisoria nella piccola scuola del villaggio di La Higuera. René Barrientos appena informato della cattura, ordinò l'uccisione e diffuse un comunicato in cui affermava che Che Guevara era morto in combattimento.
Che Guevara fu ucciso nel primo pomeriggio successivo, il 9 ottobre 1967. Prima di essere ucciso, ebbe un colloquio con Félix Rodríguez, un agente della CIA che chiese espressamente di non sparargli in volto. Che Guevara avrebbe accolto così il suo carnefice: «Lei è venuto a uccidermi. Stia tranquillo, lei sta per uccidere un uomo».
Guevara morì il 9 ottobre 1967 all'età di 39 anni, la sua morte ha creato un mito immortale. Il suo corpo fu legato ai pattini di un elicottero e portato a Vallegrande, dove venne adagiato su un piano di lavaggio dell'ospedale e mostrato alla stampa. Le fotografie di Che Guevara morto fecero nascere leggende come quelle di San Ernesto de La Higuera e El Cristo de Vallegrande ed ancora oggi in Bolivia esiste una sorta di culto religioso intorno alla figura di Guevara.
Un medico militare amputò le mani al cadavere onde identificare le impronte, l'esercito boliviano fece sparire il corpo, rifiutandosi di rivelare se i resti fossero stati sepolti o cremati. Secondo una versione della CIA, questa non aveva interesse nella morte di Che Guevara, il suo programma era di portare Guevara a Panamá e usarlo per fare un processo contro Cuba. Il 28 giugno 1997 i resti del cadavere di Guevara furono esumati in una fossa comune vicino alla pista di volo a Vallegrande a condurre scavi e ricerche fu l'antropologo cubano Jorge Gonzalez che il 2 luglio annunciò lo storico rinvenimento.
Pochi giorni dopo le spoglie del Che vennero riportate a Cuba e accolte da Fidel Castro, suo fratello Raúl, la vedova del Che, Aleida March, i figli Aleida, Celia, Camilo ed Ernesto. Ancora oggi la storia di Ernesto Che Guevara rivive nella fotografia di da Alberto Korda e con lui la revolución de Cuba. Korda fu l'autore di uno degli scatti più iconici di sempre. La foto fu scattata il 5 marzo 1960, sette anni prima della sua morte, in occasione di un funerale di alcuni lavoratori uccisi in un'esplosione in porto della nave La Coubre.
Guevara, in quel momento stava guardando Castro durante l'orazione funebre. La fotografia fu scattata da Alberto Díaz Gutiérrez, noto anche come Alberto Korda con una fotocamera "Leica"ed il volto di Che Guevara, fu nota come del Guerrillero Heroico come la battezzo lo stesso autore. L'immagine è ritagliata, il campo era in un campo più ampio e comprendeva altre persone, Korda la ritagliò e lo appese al muro, distribuendo occasionalmente copie agli ospiti.
Fu solo nel 1967 che il pubblico vide per la prima volta l'immagine, che apparve sulla rivista Paris Match, all'interno di un articolo sui movimenti di guerriglia latinoamericani. Incredibile pensare che dopo lo scatto il giornale cubano "La Revolución" si rifiutò di usarla. Un altra versione dice che ritratto del Che fu pubblicato per la prima volta, proprio sul quotidiano cubano "Revolución" con l'intento di promuovere una conferenza che si sarebbe dovuta tenere nel giorno del fallito sbarco alla Baia dei Porci, nel 1961. Durante le proteste studentesche e i moti di sconvolgimenti in tutto il mondo del 1968 l'immagine di Guevara ebbe un ruolo di primo piano durante queste rivolte.
L'immagine divenne talmente popolare da essere da subito stampata su magliette e poster ovunque. Ed ancora oggi il Che oggi, viene considerato da molti martire della rivoluzione globale e icona di ribellione. Italo Calvino scrisse: "Guevara è per noi questo richiamo alla gravità assoluta di tutto ciò che riguarda la rivoluzione e l'avvenire del mondo, questa critica radicale a ogni gesto che serva soltanto a mettere a posto le nostre coscienze."
Si trasformò rapidamente da ritratto di un personaggio storico, a logo di un'idea che si materializza ogni-dove: sulle pareti dei musei, sui muri delle periferie urbane alle camerette degli adolescenti ma anche sugli scaffali dei grandi magazzini, al pari di un qualsiasi marchio commerciale. Alberto Korda, nacque all'Avana nel 1928 fu fotografo ufficiale di Fidel Castro e consegnò alla storia della protesta politic l'icona dell'eroe il Che con il suo "Hasta Siempre".
Vi è anche una leggenda che narra che l'espressione fiera e marziale di Che Guervara nella foto sia in realtà il risultato di una momentanea crisi respiratoria di asma. Di certo Korda definì lo sguardo del Che, "encrabronado y dolente", corrucciato e triste. Nel giugno 1967 l'editore italiano, Giangiacomo Feltrinelli si recò a L'Avana, di ritorno dalla Bolivia, incontrò Alberto Korda nel suo studio a parlare del "Che" ed in quella occasione Il fotografo gli regalò due copie della sua foto, senza volere alcun compenso.
Tra l'altro Korda dichiarò di aver utilizzato una Leica M2 con lenti di 90 mm e una pellicola Kodak Plus-X Pan, e da questo negativo originale che ritagliato il solo volto del Che. Certamente la foto del Guerrillero Heroico diventò anche famosa quando l'editore milanese Giangiacomo Feltrinelli la pubblicò sia come poster nel 1967, sia come copertina per il libro Diario in Bolivia nel 1968. Interessante sapere che nel settembre del 2016 la macchina fotografica Leica che si pensa sia stata usata per la famosa foto è stata venduta sulla casa d'aste online Catawiki per 18100 €.
Alberto Korda, che morì nel 2001 a Parigi ed è sepolto a Cuba non ha mai reclamato i diritti d'autore né ha ricevuto alcun compenso da Giangiacomo Feltrinelli. Korda dichiarò: «Anche se non mi ha mai dato danaro per l'uso che ha fatto della mia foto, io lo perdono perché così facendo mi ha reso famoso». Soltanto una volta pretese le royalty sulla foto, e fu quando in Australia una casa dolciaria utilizzo la sua foto con l'immagine del Comandante Che, sulla confezione dei suoi gelati Magnum al "Cherry... Guevara".
Prima di morire, Korda nel2000 intraprese una battaglia legale contro l'azienda russa Smirnoff per aver utilizzato la foto del Che senza autorizzazione e per pubblicizzare la propria vodka. La vicenda si concluse con un accordo extra-giudiziale, a favore del fotografo che li utilizzò per l'acquisto di medicinali in favore dei bambini cubani.
Oggi l'immagine del Che la troviamo ovunque e cito solo per alcuni esempio, come la copertina dell'album "American Life" di Madonna, ma anche l'American Five Dollar Bill di Pedro Myer, in cui il viso di Abraham Lincoln è sostituito da quello del Che. Fu altresì oggetto di caricature, parodie e reinterpretazioni, alcune diventate a loro volta altrettanto celebri, come quelle di Andy Wahrol e non solo.
La foto continua a campeggiare nel mio ufficio come in casa, d'altra parte ognuno ha il suo mito.
"Hasta la Victoria siempre. Patria o muerte"