Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (II parte)

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paradisoLa costiera amalfitana è una delle zone turistiche più affascinanti d'Italia, una parete rocciosa bastionata, interrotta solo dalla valle di Tramonti che termina su Maiori. E' la Costa rocciosa dei Monti Lattari che cade quasi a picco sul mare, alternata da lussureggianti terrazzamenti coltivati a limoneti a renderla cosi incantevole.
Le dorsali dei principali valloni sono per il turista un spettacolo immane per i ciclopici massi calcarei sparsi qua e la, scolpiti dal tempo, dal vento e dalle piogge.
La strada statale Amalfitana, che disegna una greca lungo tutto il suo percorso, s'inerpica su terrazzamenti intensamente coltivati, scende nei minuti agglomerati di case costituenti piccoli villaggi e cittadine che costellano la litoranea come una scintillante costellazione e passa scavata nella roccia viva della stessa montagna realizzando fantastiche gallerie e balconate. Le sue curve sono strette come la sua larghezza che rende il passaggio incerto anche di una singola vettura, aprendosi di volta in volta in panorami d'immensa suggestione ; la percorri con la tua auto sfiorando muretti a secco di pietra calcarea posti a protezione dei ruscellamenti di acqua e pietre che dalla montagna potrebbero arrivare sull'unica strada di collegamento. Limoni, agavi, ma anche capperi e tutta la ricca flora mediterranea accompagna il viandante di paese in paese.
L'incanto del paesaggio è cresciuto dalla suggestione dei pregevoli monumenti, fatti di torri di avvistamento, accastellamenti, mulini e case dipinte che rendono il tormentoso percorso costiero un angolo di paradiso.
Le limpide acque blu, solcate dalle barche dei pescatori, rifrangenti il sole del mezzogiorno, trasmettono allo spettatore serenità e spensieratezza.
Partiremo nel nostro suggestivo viaggio proprio dalla città che da il nome alla costiera, frugando tra i miei ricordi, accompagnato dalle cartoline e dalle fotografie ritrovate.
Amalfi è la più antica Repubblica marinara, emula di Genova, Pisa e Venezia, cittadina tranquilla con poche migliaia di residenti e la sua fondazione viene fatta risalire ai i romani, come ricorda il cartiglio sullo stemma della città che recita " Descendit ex patribus romanorum". La tradizione vuole che sia stata fondata da alcuni romani in viaggio per Costantinopoli che naufragarono nelle acque di Ragusa e rientranti verso Roma si fermarono a Palinuro dove fondarono Melphe e da qui chiamati Melphitani, trasferitisi nella zona più sicura della costiera si insediarono ad Amalfi (da A-Melphes). Il ritrovamento di alcuni reperti fa supporre che la zona fosse abitata fin dai tempi imperiali. La cittadina è situata in uno spazio angusto, tra il monte e il mare, con un aspetto molto elegante, le case dipinte di un candido bianco e le sue viuzze strette e coperte offrono con i suoi saliscendi a gradoni un elegante e arzigogolata affascinante magnetismo.
Quante volte proprio partendo da piazza F. Gioia, unico parcheggio della città, dove sostano i pullman e attraccano i battelli costieri mi sono addentrato nella città vecchia a far conoscere ai miei compagni di viaggio una delle perle della nostra Italia.
Ed è da questa piazza che simbolicamente iniziamo il nostro tour di Amalfi accompagnati, di volta in volta, da compagni di viaggio diversi. E come quasi sempre ad attendermi al posteggio trovo Andrea, anzi per la verità lo devo attendere in quanto la sua puntualità non è proprio svizzera.
Mentre attendo l'arrivo di Andrea, non puoi non dare uno sguardo al monumento dedicato a Flavio Gioia che padrone della piazza pare osservare i numerosi turisti.
Flavio Gioia è uno di quegli illustri personaggi dai natali contesi, infatti sia Amalfi che Positano se ne contendono la cittadinanza. Presunto navigatore ed inventore il Gioia o Gioja dovrebbe aver vissuto tra il XII e XIV secolo ed avrebbe inventato o perfezionato la bussola (invenzione che parrebbe cinese e già in uso ad Arabi e Veneziani) ma l'unica certezza é che il monumento che campeggia ad Amalfi recita "inventore della bussola" ma il personaggio pare, da studi fatti dagli storici, che non sia nemmeno mai esistito. L'invenzione fu attribuita dall'umanista Flavio Biondo ad un Flavio di Amalfi e riportata da Lilio Gregorio Girali nel 1540 su De Re Nautica.
Prima di entrare nel centro storico non posso non lanciare uno sguardo al vecchio arsenale.
L'arsenale della Repubblica marinara è un grande edificio dai saloni con volta a sesto acuto, tutto costruito in pietra e nel medioevo era grande oltre il doppio di quello che il turista può visitare oggi. I maestri d'ascia vi costruivano scafi che portavano fino a 120 remi. Qui ho visitato diverse mostre accompagnato in diverse occasioni da Alessandro, dal "Marchese" ma anche da Guido, Igor e dal conte.
Proprio in un negozio lì vicino comprai un vaso in ceramica di Vietri che ancor oggi orna il mio minuscolo appartamento e contenente dei grandi girasoli che si sposano bene con le decorazioni floreali e del frutto principe della costiera: il limone.
Con Andrea varchiamo la porta della marina di accesso alla città dove sono collocate diverse lapidi e giungiamo subito in piazza del Duomo, ove la sua maestosità rende la vista del novello turista alquanto affascinata. Sotto la grande scalinata di accesso, tra i diversi dehors dei numerosi bar, e aggirando le sempre affollate visite guidate di turisti asiatici o provenienti dall'est europeo, non posso non sostare al bar Francese ubicato vicino alla fontana di Sant'Andrea. La fontana è un esempio di stile barocco, costruita nel 1760 di fronte al duomo e poi spostata su un lato della piazza dopo una violenta mareggiata, da sempre vigila e protegge gli abitanti che al Santo patrono hanno voluto intitolarla.
Mi soffermo a gustarmi un babà e un bel caffè prima di salire la scalinata ed entrare in duomo. durante una terribile mareggiata che inghiottì buona parte degli antichi arsenali.



Fine II parte.