
Quasi difronte a Palazzo Trecchi vi è Palazzo Villa-Sartori, anche questo palazzo è del XIV secolo e conserva integralmente il corpo medioevale nella parte prospiciente la strada. Ho appreso che internamente si trovano decorazioni del XIV e XV secolo. Il palazzo fu anche l'abitazione principale del conte Ugolino Cavalcabò, capo dei Guelfi e podestà della città dal 1403. Poco distante vi è la chiesa intitolata alle S.S. Margherita e Pelagia. Questo edificio risale al 1547, presenta una sola navata e sei altari laterali ed è considerato uno dei migliori esempi del manierismo a Cremona. Localmente è conosciuta anche come la chiesa di santa Rita da Cascia dove è privilegiata la devozione.
Attraverso via dei Rustici raggiungo via Cortese dove c'è l'omonimo palazzo nobiliare, detto"Palazzo Cortese, presenta una facciata del XVI secolo completamente realizzata in cotto con belle decorazioni. Torno così su corso Garibaldi, all'angolo con via Milazzo vi è Palazzo Stanga alle punte. Questo bell'edificio fu edificato per volontà del marchese Gasparo Stanga nel 1750, presenta un elegante facciata arricchita da bei ornamenti in pietra arenaria che fanno cornici alle finestre, e da graziosi balconcini in ferro battuto e pietra. La denominazione "Palazzo Stanga alle punte" pare sia dovuto alla necessità di distinguerlo dagli altri palazzo Stanga presenti in città.
Percorrendo corso Campi, una strada che oltre a interessanti palazzi ospita tanti e moderni negozi, proseguo sempre dritto in via Verdi dove vi è il Palazzo delle Poste. Questo Palazzo fu inaugurato nel 1929 ed è in stile neoclassico ampiamente decorato da colonne con capitelli corinzi, bifore, cornici marmoree, orologio e fregi ad altorilievo.
Raggiungo così piazza Antonio Stradivari che anticamente era denominata piazza piccola. Fu poi oggetto di grandi lavori di trasformazione ed ampliamenti, inoltre su essa s'affaccia sulla piazza il merlato edificio comunale, oltre alla torre che fu residenza del capitano del popolo di epoca medioevale. Sulla piazza si prospettano anche edifici in stile razionalista degli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso, come il Palazzo della Camera di Commercio. La piazza è luogo di ritrovo dei giovani nelle calde serate estive e vanno accrocchio all'ombra della la statua in bronzo dedicata a Stradivari. Questa piazza venne in precedente denominata Piazza Cavour. La torre del Capitano, risalente al XIII secolo è una struttura fortificata a pianta quadrata e struttura muraria in mattoni a vista anche se rimaneggiata.
In origine la Torre del Capitano sorgeva isolata nel mezzo dell'antica piazza Piccola, oggi invece è incorporata tra le case ed è sta modificata anche all'interno per essere utilizzata come abitazione. Di fronte vi è il Palazzo della Camera di Commercio, già delle Corporazione, fu realizzato fra il 1938 e il 1940 su commessa del Consiglio Provinciale delle Corporazioni. Faccio breve sosta in un locale che s'affaccia sulla piazza a riposarmi ed a sorseggiare una bevanda.
Colgo così l'occasione per verificare il significato della terza T del famoso motto cremonese. Cremona è conosciuta come «la città delle tre T»: Torrone, Torrazzo, Tognazzi, anche se vi è una versione molto più popolare e che voglio verificare dalla mia comoda posizione.
Ugo Tognazzi (1922 - 1990), attore e regista, fu infatti uno dei personaggi più famosi della Cremona modera. Tanti sono i film che ricordo con piacere a partire dalla trilogia "Amici miei" ma anche la "Marcia su Roma" del 1962 con Vittorio Gasman e regista Dino Risi. Già che sono nei ricordi, voglio annotare che nel 1940 a Cremona nacque Mina Anna Mazzini, conosciuta come Mina; una cantante tra le maggiori interpreti della musica leggera e che si merito l'appellativo della Tigre di Cremona.
Dopo che ho ricordato due tra i tanti personaggi famosi nati a Cremona, voglio accertarmi che la versione del motto «la città delle tre T» nella versione più popolare sia veritiera. Infatti in maniera nemmeno tanto canzoniera e in dialetto il motto sarebbe "Turòon, Turàs, tetàss" ossia Torrone, Torazzo e "tettone", a significare la floridezza delle forme femminili. Dell'abbondanza delle misure delle donne Cremonesi purtroppo non ho avuto modo di constatare la veridicità ma è sicuramente il motto preferito.
Proseguo il mio girovagare raggiungendo l'adiacente Piazza della Pace dove si erge su una colonna una statua che rappresenta la Pace, dono di Napoleone alla città di Cremona. La statua è stata realizzata dallo scultore Grazioso Rusca nel 1802 in marmo di Candoglia, mentre la colonna e il basamento sono in granito rosa di Baveno. La statua rappresenta la figura femminile della "Pace". La colonna venne collocata inizialmente nel 1802 in piazza Sant'Agata per volere di Napoleone dopo la pace di Luneville (1801) che sembrava mettere fine alla guerra fra Francia e Austria. Nell'epigrafe posta a sud il monumento viene dedicato "Al primo Genio del secolo che fondava la repubblica Cisalpina e colla pace la consolidò gratitudine perpetua lode immortale".
Nel 1814 al ritorno degli austriaci il monumento venne rimosso e venduto al marchese Cattaneo che lo fece trasferire a Sospiro. Nel 1879 il marchese Filippo Ala Ponzone, erede del Cattaneo, fece dono al Comune di Cremona del monumento e nel 1880 lo stesso venne posto in piazza della Pace, allora chiamata piazza Pescherie e prima ancora mercato del lino e piazza delle Erbe.
Riattraverso piazza del Comune e alle spalle della Cattedrale m'avvio per corso XX settembre fino a raggiungere Palazzo Grasselli che deve il suo nome agli ultimi proprietari ma la sua costruzione fu voluta dalla famiglia Magio già presente a Cremona dal XIII secolo. Da allora questo edificio fu modificata e ripetutamente ampliata. Il palazzo comunque conserva finiture architettoniche risalenti anche al XV secolo.
All'angolo con via Speciano, trovo la Chiesa della SS Trinità; questo edificio presenta una facciata a capanna con bel portale in marmo con colonne e capitelli ionici ed un timpano triangolare posto sull'architrave. Sopra al portale vi è un ampia finestra sagomata. Realizzata tutto in cotto con inserti di intonaco, sul fianco destro presenta monofore gotiche. L'edificio risale al XIV secolo e all'interno conserva affreschi quattrocenteschi e belle tele del XVII ed inizio XVIII secolo.
Proseguo per via Speciano fino a incontrare Via Gerolamo da Cremona e lungo la quale s'affaccia Palazzo Fraganeschi, ora utilizzata come scuola, si tratta di un bell'edificio settecentesco, altro interessante edificio, posto all'angolo con via San Lorenzo è la chiesa di San Lorenzo del XIII secolo che oggi ospita il museo archeologico. L'ex chiesa costruita tra il XIII e il XVIII secolo è a tre navate scandite da colonne in marmo e concluse da tre absidi semicircolari.
La struttura è costituita da muratura di laterizio con archi a tutto sesto sopra le colonne. Invece la navata centrale è coperta da volte lunettate e quelle minori con navate minori da volte a crociera. In facciata vi sono tre porte d'accesso, minori quelle sulle ali. Una grande finestra a Serliana è posto sopra la porta principale. L'edificio fu costruito su un edificio più antico, risalente a prima dell'anno 1000 e fu munito di monastero. Il museo archeologico è molto interessante e ricco di reperti che ripercorrono la storia antica di Cremona.
Rientro su via Gerolamo da Cremona fino a raggiungere piazza San Michele. Su questa piazza si erge La basilica di San Michele Vetere che fu già cattedrale della città dal 1124 al 1190. La chiesa fu edificata come luogo di culto longobardo tra il VII e VIII secolo. Nel XI fu restaurata e nel 1117 subì forti danni a seguito di un terremoto.
Attorno al 1200, fu quindi innalzato un nuovo edificio, in stile romanico, le cui dimensioni coincidevano con quelle dell'attuale edificio. Nel XIII secolo la chiesa subì un rifacimento, che interessò in modo particolare la navata principale ed in questa occasione, gli archi a tutto sesto che sostenevano le pareti furono sostituiti da archi a sesto acuto, tipici dell'architettura gotica. L'intervento però non interessò il presbiterio, che mantenne le originali caratteristiche romaniche. La facciata è a salienti, interamente realizzata con mattoni a vista, presenta Quattro semicolonne che indicano la suddivisione interna in navate, mentre lungo le linee del displuvio corrono delle serie di archetti pensili. Un piccolo rosone centrale e due bifore sono poste centralmente sopra la porta d'accesso.
Purtroppo la chiesa è chiusa e non posso vedere la cripta ne la la statua di san Michele che soggioga la Bestia che mi racconta sia spettacolare. Attraverso via Decia mi ritrovo dove ho lasciato l'auto. Nel mio girovagare a piedi non sono passato a vedere Porta Mosa che è l'unica porta ancora esistente dell'antica cinta muraria.
In auto, attraverso via Giuseppina, raggiungo la zona dell'ospedale dove nei suoi pressi si erge la chiesa e il complesso di San Sigismondo. L'intitolazione di via Giuseppina risale a oltre 200 anno or sono, quando si decise di consacrare ad imperitura memoria l'incoronazione di Napoleone, avvenuta a Milano nel maggio del 1805, a Re d'Italia. La via è infatti intitolata a Giuseppina Beauharmais, consorte del celebre generale e poi imperatore dei francesi. Invece la chiesa di San Sigisnondo ha una particolare storia; infatti il 25 ottobre 1441 Bianca Maria, ultima erede dei Visconti, andò sposa a Francesco Sforza e si volle sposare in una chiesetta alle porte di Cremona. Bianca Maria portava con sé in dote la città di Cremona; e per questo motivo la cerimonia di nozze, si svolse nella piccola, antichissima chiesa di San Sigismondo.
Il 20 giugno 1463, Bianca Maria volle fondare un monastero e una nuova grande chiesa sul luogo della cappella antica che aveva visto le sue nozze. La facciata è semplice, tetto a salienti è interamente intonacata ed è tripartita da lesene. Sopra la porta centrale vi è un importante rosone. Una nicchia vuota è al centro del timpano del frontone triangolare. La facciata è coronata da alti pinnacoli sul culmine del frontone e agli estremi di questo e delle ali laterali. La chiesa presenta una struttura semplice, ed è navata unica. L'interno è splendido con una ricchissima decorazione, finemente cesellata, che riveste per intero le pareti della navata, la volta, gli archi d'ingresso alle cappelle, i pilastri, l'abside.
Gli affreschi sono cinquecenteschi, tipici del manierismo lombardo. Tantissime le spettacolari tele poste nelle cappelle laterali del XVII e XVIII secolo. Adiacente alla chiesa vi è il chiostro dell'antico convento dei Girolamini. Nell'antico refettorio dei monaci, è visibile un'Ultima Cena dipinta nel 1508 da Tommaso Aleni, che ripropone la nuova iconografia che Leonardo aveva realizzato per il Cenacolo di Santa Maria delle Grazie a Milano, che non ho potuto ammirare. Soppressi i Girolamini nel 1798 la chiesa divenuta parrocchiale rimase tale fino all'insediamento delle monache domenicane di clausura.
Ormai è il momento di tornare a casa, soddisfatto delle belle scoperte di oggi nella città delle tre T.
Fine IV ed ultima parte.