Blog di Dante Paolo Ferraris

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Pillole di Storia: la storia di Paola Marzola Lombroso

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Paola LombrosoTrovare in un cassetto, un vecchio numero del Corriere dei Piccoli mi ha fatto per un attimo tornare bambino. Era uno dei miei giornalini preferiti che leggevo con avidità.
Ma la storia che voglio raccontare non la trovate sul Corriere dei Piccoli ma è nascosta tra le sue pagine. La vita e le vicissitudini di Paola Marzola Lombroso, coniugata Carrara che nacque a Pavia il 14 marzo 1871 e morì a Torino il 23 gennaio 1954, figlia del più noto Cesare Lombroso sono legate indissolubilmente con questo giornalino. Costei fu una giornalista, scrittrice e soprattutto una pedagogista nonché la ideatrice del Corriere dei piccoli. Paola era la prima dei cinque figli: dopo di lei nasceranno Gina, nel 1872, Arnaldo, nel 1874, Leo, nel 1876, e Ugo, nel 1877. Nel 1876 la famiglia si trasferì a Torino.
I genitori, Cesare Lombroso e Nina De Benedetti erano entrambi di origine ebraica, il padre era stato docente di Antropologia e Clinica delle malattie nervose e mentali, Igiene pubblica e Medicina legale a Pavia, nella cui Università aveva studiato medicina. Paola venne indirizzata agli studi classici verso i quali manifestò spiccato interesse, tuttavia la sua carriera scolastica venne comunque abbandonata prima del diploma. Iniziò ben presto a collaborare, insieme con la sorella Gina, alla rivista scientifica di psichiatria fondata dal padre nel 1880 e da lui diretta, sulla quale pubblicò alcuni articoli a carattere antropologico e pedagogico.
Risalgono agli anni giovanili anche le prime esperienze letterarie, con la collaborazione al Fanfulla della domenica, alla Gazzetta letteraria, a Vita moderna. Paola prestò particolare attenzione al mondo dell'infanzia, alla pedagogia, psicologia e letteratura infantili e a questi temi si dedicherà in maniera pressoché esclusiva. La conoscenza di Anna Kuliscioff influenzerà profondamente le sue scelte professionali che della sorella Gina. Anna Kuliscioff, donna laureata, autonoma professionalmente e già proiettata verso la vita pubblica diventò rapidamente per le sorelle un esempio. E sempre Anna Kuliscioff che introdusse in casa Lombroso l'attualità politica e il dibattito economico, insieme con le idee socialiste e l'impegno a favore delle classi proletarie.
Ben presto Paola iniziò a dedicarsi a un'intensa attività giornalistica, collaborando alla stampa socialista: Il grido del popolo, Per l'idea, successivamente scriverà anche sul quotidiano del Partito socialista, l'Avanti!. Determinate nella lotta all'analfabetismo, nel 1896 le sorelle Lombroso fondarono a Torino un'istituzione, "Scuola e famiglia", per assistere gli alunni delle scuole elementari e per combattere l'analfabetismo dei più piccoli, ciò grazie ad un suggerimento di Anna Kuliscioff, sul modello un'analoga istituzione milanese. L'istituzione ebbe fin da subito molto successo. Il 10 febbraio 1899 Paola sposò un allievo di suo padre, Mario Carrara, medico e criminologo.
Poco dopo il matrimonio la coppia si trasferì a Cagliari dove il marito insegnò all'università come docente di medicina legale. I due fecero ritorno a Torino nel 1903 ed ebbero due figli, Enrico, nato nel 1900, e Maria Gina, nata nel 1902. Il marito Mario Carrara fu in seguito estromesso dall'insegnamento dalle Università italiane per aver rifiutato di giurare fedeltà al fascismo. Paola Lombroso fin che poté continuò a collaborare con assiduità oltre che all'Avanti!, al quotidiano milanese Il Secolo, Il Piccolo della sera di Trieste ed occasionalmente sul torinese Gazzetta del Popolo. I suoi articoli trattavano soprattutto la denuncia delle condizioni delle classi popolari e i problemi dell'assistenza.
Oltre all'attività giornalistica, s'impegnò in una serie di iniziative culturali di tipo riformatrici, soprattutto nei confronti dell'infanzia, proprio perché il mondo infantile, continuò a essere il centro focale dei suoi interessi. Infatti le fu presto chiaro che i suoi interessi erano rivolti soprattutto ai diritti dei bambini, alla pedagogia e alla letteratura dell'infanzia, tanto da pubblicare diversi saggi su questi temi : Saggi di psicologia del bambino nel 1894, Il problema della felicità nel 1900, La vita dei bambini nel 1904.
Paola Lombroso sentiva «l'esigenza di diffondere la cultura agli strati della popolazione che ne erano stati esclusi: un pubblico di bambini, secondo la sua lungimirante intuizione, sarebbe stato il protagonista di questo mutamento, a patto però di riconsiderare la letteratura dell'infanzia a partire dai gusti dei piccoli lettori e adeguandosi al principio dell' "insegnare divertendo"», come poi scriverà Matteo Maculotti, curatore di bambinietopi.it. Fu proprio a Paola Lombroso che si deve l'idea di un giornale rivolto ai bambini, legato ad un grande organo d'informazione, di grande distribuzione.
Fino ad allora, l'editoria italiana aveva dedicato ai bambini prodotti troppo raffinati ed esclusivi come: Il Novellino, Il Giovedì, Il Follettino, La Domenica dei fanciulli, Il Giornale dei Fanciulli. Paola Lombroso aveva collaborato con il Giornalino della Domenica, che benché pregevole considerava troppo snob per lettori adolescenti. Costei pensò quindi di creare un progetto che fosse emanazione diretta di un quotidiano nazionale, di modo da assicurare buona distribuzione e un costo contenuto. Propose l'idea al quotidiano più venduto dell'epoca, nonché quello più vicino alle sue idee sociali-progressiste, Il Secolo, che però rifiutò.
Individuò successivamente nel Corriere della Sera il quotidiano adatto al suo progetto anche se meno aderente ai valori della Lombroso, che propose, nel 1906, al direttore Luigi Albertini. Il direttore interessato dalle finalità educative del progetto raccolse gli studi della Lombroso sui maggiori periodici europei, in particolare anglosassoni e francesi, intuendo il ruolo centrale che avrebbero dovuto avere le immagini e il fumetto. Lo stesso Albertini temendo che non ci fossero abbastanza disegnatori per soddisfare le richieste del giornale, lasciò che la Lombroso contattasse alcuni disegnatori torinesi commissionando loro immagini e disegni.
Tuttavia all'interno del nuovo giornale Paola Lombroso non ricoprirà incarichi paragonabili al ruolo effettivamente svolto nella sua fondazione. Infatti Albertini incaricò della direzione Silvio Spaventa Filippi, coadiuvato nella gestione amministrativa da Alberto Albertini, fratello di Luigi. Ciò nonostante l'Albertini avesse discusso con la Lombroso sulla sua volontà di ampliare la componente d'intrattenimento con uno spazio per i concorsi non ancora diffusi in Italia, giochi per educare i lettori alla manualità, rubriche curate da scrittori. Nasceva così il Corriere dei Piccoli, il cui primo numero uscì nel dicembre del 1908.
Il direttore individuò una prima rosa di collaboratori in cui Paola Lombroso era esclusa e solo al termine di un lungo contenzioso con Albertini, nel quale Filippo Turati svolse il compito di "arbitrato amichevole" le verrà riconosciuto un incarico di collaborazione anonima, che, a fronte di un compenso mensile, prevedeva la cura di rubriche fisse. Una delle rubriche fu la «Corrispondenza» che curerà firmandosi con lo pseudonimo di «Zia Mariù». Tale collaborazione resterà comunque difficile con la dirigenza del Corriere del Sera e si interromperà definitivamente e bruscamente nel 1912.
Paola Lombroso aveva inconsapevolmente influenzato il fumetto italiano con le sue idee e il suo desiderio di avvicinare i bambini alla lettura, grazie all'ideazione del Corriere dei Piccoli, soprannominato anche Corrierino. Paola Lombroso, nel piccolo spazio che si era ritagliata sul Corrierino, riuscì comunque a lasciare il segno. Infatti pubblicò l'idea delle "Bibliotechine rurali" per promuovere la lettura e raccogliere fondi per famiglie e scuole disagiate. L'iniziativa era nata in seguito alla richiesta di una maestra che aveva chiesto se qualche lettore avesse voluto e potuto inviare alla loro scuola di campagna dei libri per gli alunni.
Anche le sue dimissioni furono stoiche, proprio come il suo carattere combattivo. La redazione non accettava lo spirito intraprendente della Lombroso, che aveva fatto diventare la rubrica un angolo quasi indipendente del giornale. Costei era stanca dalle censure preventive che la direzione operava sulla posta. A una lettrice che non aveva ricevuto risposta, scrisse: «Io non salto mai la Corrispondenza, ma ci sono i Minosse, i censori russi al Corriere dei Piccoli che cestinano la Zia Mariù. […] Arrivederci se il signor Minosse lo permetterà la settimana prossima».
La direzione impedì la pubblicazione di queste righe e minacciò di concludere la collaborazione con Paola Lombroso, la quale si dimise per prima: «La mia Corrispondenza era rigorosamente intonata alla verità ed alle lettere mandatemi da loro stessi» scrisse ad Albertini, concludendo il messaggio con un serafico «tolgo il disturbo». Paola Lombroso non vedrà mai il suo nome stampato sul Corriere dei Piccoli. Da quel momento le sue energie furono assorbite dalle "Bibliotechine rurali", l'esperienza di promozione della lettura giovanile degli alunni delle scuole di campagna, un'iniziativa che aveva promosso attraverso le pagine del Corriere dei Piccoli, benché osteggiata dalla proprietà del giornale.
Infatti le "Bibliotechine rurali" erano nate nel 1909 da una campagna di sottoscrizione che «Zia Mariù» aveva lanciato attraverso il Corrierino e si prefiggeva come scopo il dotare le scuole di campagna di libri di lettura leggera ed educativa, contribuendo ad elevare il livello di istruzione dei ragazzi abitanti in campagna o nei quartieri poveri. L'iniziativa riscosse un incredibile successo e la campagna di finanziamento delle "bibliotechine" si estese rapidamente. I bambini, lettori di famiglie borghesi del Corriere dei Piccoli, chiamati anche "cavalieri del libro", raccolsero fondi e libri adatti all'utenza delle scuole rurali diventandone "patroni" delle stesse scuole.
Ciò produsse altresì legami d'amicizia tra bambini di provenienze sociali diverse ed entusiasmo nel corpo insegnante. Terminata la collaborazione per il Corriere dei Piccoli, Paola Lombroso proseguì l'iniziativa fondando il proprio foglio "Bollettino delle Bibliotechine Rurali" che con alterne vicende dirigerà fino al 1934. Inoltre la Lombroso allestì un asilo per i figli dei soldati in guerra senza parenti, l'edificio si trasformerà nella Casa del Sole, un istituto che accolse anche i figli dei tubercolotici. Pubblicò inoltre alcuni libri di storie per bambini con lo pseudonimo che l'aveva resa famosa, Zia Mariù, pubblicazioni che vennero interrotte dall'arrivo del Fascismo e poi della Seconda guerra mondiale.
In quanto ebrea, Lombroso dovette fuggire in Svizzera. Rientrata dopo la Liberazione, riprese l'attività delle Bibliotechine rurali, grazie anche all'apporto di Ada Prospero Marchesini Gobetti e si esaurì definitivamente nel 1954 con la morte di Paola. Nonostante le amarezze vissute, soprattutto perché donna e donna socialista, nella propria vecchiaia Paola Lombroso ricordò il progetto educativo delle bibliotechine rurali come "l'esperienza che mi ha infiorato la vita" e per la quale "son contenta di aver vissuto" (S. Fava,Piccoli lettori del Novecento, cit., p. 233).
La sua idea e il contributo al Corriere dei Piccoli rimase noto solo agli addetti ai lavori fino agli anni Settanta del secolo scorso, quando Giorgio Licata ne fece accenno nel libro Storia del Corriere della Sera edito nel 1976. Ma solo nel 1990 Delfina Dolza trattò a fondo la questione nella biografia delle sorelle Lombroso con, Essere figlie di Lombroso. Due donne intellettuali tra ‘800 e ‘900, sfruttando gli archivi della famiglia Carrara e i carteggi intercorsi tra i fratelli Albertini e Paola, tra il 1906 e il 1912.
La storia del Corriere dei Piccoli, prima testata italiana "interamente" dedicata al fumetto, è nota in molti suoi dettagli, ma non tutti come il rapporto con editori statunitensi da cui ricevette intere annate di strisce di fumetti pubblicati da questi giornali. Infatti ricordo pubblicati Arcibaldo e Petronilla o Bringing up Father, nota anche come Maggie and Jiggs o Jiggs and Maggie, dal nome dei protagonisti che fu una serie a fumetti a strisce giornaliere ideata da George McManus pubblicata negli Stati Uniti d'America fin dal 1913, o anche Bibì e Bibò e il fumetto franco-belga Blueberry.
Nel 1972, in seguito ad un referendum dei suoi lettori, trasformò il suo nome in Corriere dei Ragazzi, dato che l'appellativo di "Piccoli" dicono i più informati imbarazzasse i suoi lettori adolescenti, non certamente il sottoscritto. La sua pubblicazione ahimè termino nel 1995. Da allora i suoi personaggi, a me più noti come il Signor Bonaventura, Tarzanetto, Valentina Mela Verde, Bonanza, Brambillino ecc.. ecc andarono in soffitta. Un peccato privare i più giovani di tale spasso. Conservo ancora qualche numero, anche assai vecchio, del Corriere dei Piccoli che ha fatto non solo storia ma allietato la mia giovinezza e mi ha permesso di scoprire la travagliata vita della sua ideatrice.