Blog di Dante Paolo Ferraris

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L'indignato speciale

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pecoreLa sconvolgente intervista televisiva a Terry di Nicolò, ripresa da molti giornali scandalistici e da molti altri blog, mi porta a fare alcune riflessioni.
Gli articoli letti e i commenti raccolti sono tutti di pronunciato scandalo: "Una escort che si permette di fare tali affermazioni è semplicemente immorale".
Sinceramente anche io mi sento toccato un po' nel vivo, più per la faciloneria delle affermazioni e per la sicurezza nell'accusare il popolo pecora che per quello che ha detto.
Ha semplicemente raccontato il perbenismo di una società che si nasconde dietro ad un cerino, che grida all'immoralità ma che poi è pronta a giustificare tutto ciò che accade se l'autore è un personaggio famoso. Se tali comportamenti li avesse tenuti un uomo adulto ma sconosciuto sarebbe stato considerato un "poco di buono", un puttaniere ecc. e se fosse stato un anonimo 74enne sarebbe stato il solito vecchio morboso debosciato.
Lo scandalo sta nel fatto che si mette alla gogna Marrazzo (ex governatore del Lazio) perché cerca "compagnia" con un "trans", ma se invece nella medesima situazione si trova il più giovane rampollo di nobile famiglia alias Lapo, ci limitiamo a fare un sorrisino divertito limitandoci a qualche battutina ipocrita.
Un pubblico personaggio deve sapere che la propria vita privata è meno "privata" se diventa un V.I.P. ma ciò non vuol dire che il popolo "pecora", come amabilmente ci ha chiamato Terry, debba continuare ad essere ipocrita. Carrieriste dal "culetto d'oro" come Terry ne abbiamo viste diverse in questi anni. Basta una comparsata in TV o fare per un po' di tempo la velina, magari anche frivolona, e le porte dei palazzi del potere si aprono con più facilità.
Dispiace dire alla Signorina Terry che io non sono geloso di ciò che lei e altri suoi amici hanno ottenuto con il sudore del proprio corpo e la capacità di inibire i sensi altrui frequentando le stanze da letto. Io vorrei essere quel dipendente che guadagna 2000 euro al mese e che Lei considera "pecora", ma purtroppo non arrivo nemmeno a tale cifra, ritenendomi già fortunato a prendere 1500/1600 euro al mese e sono anche stupido perché devo "sudare" 36 ore alla settimana per raggiungere quello stipendio e non mi diverto nemmeno. Però ha ragione Lei a definirci pecoroni, perché se fossimo soltanto caproni una testata sul culetto dorato di questo sistema lo avremmo anche dato, invece beliamo scandalizzati.
Anche l'uscita di Aurelio Mancuso di Equality, che informa che nei prossimi giorni saranno resi pubblici su internet i nominativi di politici e personaggi famosi che si lanciano in campagne di repressione omofobiche e poi le loro abitudini sessuali a letto sono tutt'altro che eterosessuali, fa pensare all'ipocrisia che fa di noi un gregge di moralisti, ma talmente affamati di gossip che rimaniamo nella trepida attesa di lanciare altri belati di scandalo con sorrisini malcelati.
Insomma sembra che l'autunno si faccia caldo non solo per le manovre finanziarie che fanno pagare sempre la pecora, ma anche perché il sistema basato sulla meritocrazia "sembra fatta a colpi di culetti".
Cara Terry io non ho intenzione di "vendere" mia madre per far carriera per 20 mila euro al mese, ma con ciò non mi sento di essere pecora belante e nemmeno agnello sacrificale di questo sistema, ma abbastanza uomo da vivere il quotidiano guadagnandomi un magro ma onesto stipendio. Mi dispiace affermare che io non sarò un Leone come hai definito il tuo Manager né tanto meno posso pagarmi una costosa "marchetta". Mi basta trovare piacere a stare con i miei amici e con la mia famiglia. Non sono nemmeno disposto a comprare un favore o venderne uno attraverso una donna/uomo tangente e anche con le vecchie "mazzette" non saprei cosa comprare o vendere visto che la mia felicità la conquisto tutti i giorni e non la compro.
Sai, non posso nemmeno permettermi la collanina di Dodo ma quello che ho mi basta. Hai ragione, vorrei guadagnare 2000 euro al mese ma senza il rimorso di aver rubato niente a nessuno e puoi anche ritenermi goffo ma preferisco rimanere un goffo lavoratore che però ha ancora una dignità.