Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (XIV parte)

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paradisoRavello, Raviello in salernitano, è un grazioso comune di poche migliaia abitanti. Per raggiungere questo ridente paesino si deve ripercorrere la strada che da Castiglione di Ravello risale la pittoresca "Valle del Dragone" e il territorio che compare davanti ai nostri occhi è caratterizzato da abitati sparsi ricchi di limonaie e vigneti.
La città di Ravello si trova su di una ripida rupe ad un'altitudine di 315 m slm; sovrasta Atrani e Minori e gode di una famosa vista panoramica sul Mare Tirreno e sul golfo di Salerno.
Situata di fronte alla cittadina di Scala, il cui confine comunale coincide col corso del Torrente Dragone, raccoglie una storia interessante, piena di avvenimenti e ricca di scrigni di cultura e tradizioni diverse.
Ai giorni d'oggi, Ravello è un famoso centro turistico, scoperto e frequentato da numerose personalità di ogni arte, attratte dal suo richiamo intellettuale e dal fascino delle sue architetture e delle sue famose ville.
Inoltre quello che attira di più il turista è il contrasto tra la posizione rupestre e la seduzione del paesaggio dai colori vivissimi, tra la rusticità delle sue vie e la soavità dei beni storico artistici presenti nella cittadina.
Più volte con diversi "amici" mi sono recato in visita a questa interessante città e vi ho anche soggiornato un paio di volte in caratteristici alberghi.
Ma anche quando alloggiavo a Castiglione di Ravello, amavo farmi delle lunghe camminate fino a raggiungere l'abitato del capoluogo del Comune.
Un albergo che ricordo particolarmente, per la suggestione che mi aveva trasmesso e per il panorama su Minori che si poteva ammirare, è l'albergo Parsifal, ricavato nell'ex convento duecentesco degli agostiniani di proprietà di un parente di Andrea. Di per se le camere non erano un granché ma l'atmosfera che sprigionava l'albergo era veramente intensa, come meraviglioso il suo panorama sulla valle del Reginna. Subito fuori dall'albergo i resti della chiesa conventuale di Sant'Agostino, ora sacrario dedicato ai caduti e in mezzo alla piazzetta antistante si trova la cosiddetta fontana moresca, realizzata con antichi resti marmorei e importanti statue.
Il breve viale che volge verso il centro della cittadina, stretto e tortuoso, dove ho preso una bella multa per divieto di sosta con la mia auto, si rivolge verso la vallata del Dragone e verso le propaggini della ripida cresta montuosa sulla quale si erge l'abitato di Scala, un interessante paesetto da cui si vede ergere maestoso il Duomo dedicato a San Lorenzo. Questo piccolo borgo ha goduto di notevole importanza nonostante la rivalità che ha sempre avuto con Ravello e malgrado i saccheggi subiti soprattutto dai pisani nel corso dei secoli. La sua fama è sopratutto legata a fra' Gerardo Sasso, fondatore nel 1113 dell'ordine degli ospedalieri o di San Giovanni poi conosciuti come Cavalieri di Malta; il Monaco benedettino è stato elevato al rango di beato della Chiesa cattolica.
Volendo fare due passi per il centro abitato, partendo proprio dall'albergo Parsifal, non si può non notare la chiesa di San Giovanni del Toro del XII secolo. Transitando sulla minuta via tra alti e antichi palazzi, aperti ogni tanto da piacevoli giardinetti illuminati dal sole del Tirreno, tra bouganville, palme, begonie, tageti, ibiscus, impantias ed altra vegetazione tipica, lo sguardo non può non correre oltre lo strapiombo per ammirare in lontananza il golfo di Salerno e immediatamente a ridosso della scarpata in fondo la valle del Reginuolo con le prime case di Minori.
La stradina sbuca dietro all'antico Duomo ma giunti sulla piazza antistante si può ammirare questa costruzione iniziata alla fine del 1100 che nel corso dei secoli subì molti rimaneggiamenti, cambiando più volte stile o integrando stili architettonici diversi, sia per restauri effettuati a seguito di terremoti. A causa di uno di questi sismi perse il suo pronao di cui rimangono solo le quattro colonne.
La piazzetta è ampia ed invita a sedersi al sole a sorseggiare un aperitivo o gustarsi un gelato come più volte ho fatto con il "conte" ed Andrea, baciati da quel tiepido venticello di scirocco che giunge dal mare.
Seduti comodamente si può apprezzare la bellezza di Villa Rufolo, un complesso di costruzioni pittoresche in stile arabo-siculo realizzate sopra un terrazzo naturale dominante il golfo, immerso in giardini pensili sul mare. Ogni anno qui si rivivono importanti concerti Wagneriani a ricordo del soggiorno di Richard Wagner a Ravello e nel giardino della villa si trovano anche alcune testimonianze archeologiche che indicano gli antichi fasti della comunità.
Ciò fa comprendere il motivo per cui questa amena cittadina è rapidamente diventata un punto di riferimento per la bellezza dei luoghi di rinomata cultura con le sue stradine acciottolate circondate dai fiori su cui si affacciano negozi di souvenir e di pregiata ceramica. Magnifiche le sue terrazze che si affacciano su uno degli angoli più privilegiati della costiera amalfitana, tant'è che André Gide (scrittore francese) così la descrive: " Ravello è più vicina al cielo di quanto sia lontana dalla riva". Non meno rilevante l'esclamazione riportata sulle guide di Ravello pronunciata da Richard Wagner davanti agli incantevoli panorami dei giardini di Villa Rufolo: "Ecco trovato il magico giardino di Klingsor", affermazione che trova ormai tradizione nel nome che è stato dato alla torre di Villa Rufolo ormai chiamata Torre di Klingsor.
La passeggiata che ci conduce verso Villa Cimbrone in compagnia di Andrea e di altri "amici" è fatta di piccole stradine e di consumate scalette da apparire un' escursione in un mondo diverso e lontano dalla chiassosa realtà delle nostre città di provenienza. Ovunque trovi case, chiese con finestre con archi a sesto acuto accompagnati da colonnine trilobate di tradizione araba o a sesto ribassato di tradizione longobarda e romana, testimonianze del glorioso e ricco passato che unite all'erosione del vento e del tempo prendono la fantasia e ti fanno immaginare armigeri, donzelle, cavalieri e damigelle mentre camminano lungo quelle viuzze.
Più recente ma non per questo meno affascinante è Villa Cimbrone, dove le imitazioni di costruzioni classicheggianti e medievali, tra l'altro ben fatte, ad occhio non esperto appaiono veritiere. Ma è sopratutto il giardino, ricco di ogni specie floreale ad avere la meglio con fiori e piante che adornano statue, fontane e piccoli templi di disegno dorico come quello dedicato a Cerere o quello dedicato a Bacco.
Il panorama dalla villa è incredibile tanto da rendere impossibile non volersi far immortalare in una foto con alle spalle lo sfondo del bellissimo golfo ricordando che Gore Vidal (scrittore) così lo descrisse "Mi fu chiesto da una rivista americana quale era il luogo più bello che io avessi mai visto in tutti i miei viaggi e io risposi: il panorama del belvedere di Villa Cimbrone in un luminoso giorno d'inverno".
Ravello ha attratto molti personaggi famosi come Edward Morgan Forster: "Ravello è un delizioso paese con un delizioso piccolo albergo nel quale incontrammo persone piene di charme", insieme all'autore del celeberrimo romanzo "Camera con vista" (A Room with a View), ma anche John Kennedy scrisse: "La vista da Ravello? Semplicemente stupenda e indimenticabile". Altri visitatori famosi ricordati sono Virginia Woolf, Maurits Cornelis Escher, Leonard Bernstein, Paul Valéry, Uto Ughi, Leopold Stokowski, John Kennedy, Greta Garbo, Igor Stravinsky, Zubin Mehta, Alcide De Gasperi, Paul Newman, Joan Mirò, Eduardo de Filippo, Truman Capote, Vittorio Gassman, John Huston, Barbra Streisand, Gina Lollobrigida, Humphrey Bogart, Gore Vidal, George Sanders, Curzio Malaparte, Luigi Einaudi, Winston Churchill, François Mitterrand Ingrid Bergman, Totò, Federico Fellini, Corrado Alvaro, Giovanni Spadolini e ovviamente Roberto Rossellini. Anche Giuseppe Verdi e Arturo Toscanini vi soggiornarono attratti dal fascino del luogo. Chissà quanti altri che non ricordo.
Il film più famoso girato a Ravello invece è stato nel 1953, luogo scelto anche per l'ambientazione del film "Il tesoro dell'Africa", diretto da John Huston, interpretato da Humphrey Bogart, Peter Lorre e Gina Lollobrigida.
Ci lasciamo Ravello alle spalle e con sguardo melanconico cerco anch'io l'ispirazione che Wagner trovò nel XIX secolo per scrivere il "Parsifal" che gli diede fama internazionale.



Fine XIV parte.