Blog di Dante Paolo Ferraris

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L'era della contaminazione

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copertinaCosa ha in comune la Coca-Cola con la Croce Rossa e la Fiat con la Caritas?
Esistono delle relazioni tra il volontario e il lavoratore?
E se il volontario è anche persona che lavora in un azienda, può portare nella sua organizzazione alcune esperienze maturate durante le attività di volontariato o viceversa, può contribuire al successo della propria associazione attraverso la professionalità e l’esperienza maturate in azienda?
Questo libro scritto con l’amico Gianluca Cravera, cerca di fornire una risposta a questi quesiti proponendo un approccio manageriale che si basa sulla contaminazione delle competenze, delle esperienze e delle passioni.
Molti dei modelli sperimentati nel settore for profit possono essere applicati in quello non profit e viceversa.
Per competere in un era complessa non è pensabile separare le discipline, è necessario “contaminare” i saperi per essere in grado di affrontare scenari difficilmente prevedibili.
Lupetti Editore - ISBN: 978-88-8391-245-0
 

Riflessioni dentro

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dialogoQuesta volta mi inoltro con voi in una riflessione tanto semplice quanto complessa.
All’interno della società moderna, come nelle associazioni di volontariato, sembrano scomparse, o quanto meno fra di loro più lontane, collaborazione e interdipendenza personale e sociale quasi che il rapporto con l’altro (il collega) sia un’azione meccanica più che un complemento di se stessi. Se volete, fatelo entrare in un discorso di etica, anche interna al nostro mondo di volontari ma è valido anche nel mondo profit, io credo che questi comportamenti dovrebbero essere insiti in noi, derivanti dall’impostazione che ciascuno riceve, a partire dalla propria famiglia.
Per vivere in serenità con sé e con gli altri (cosa alquanto difficile), dobbiamo imparare a riuscire ad identificarci con le altre persone attraverso la nostra immaginazione e a permettere agli altri di identificarsi con noi, quasi in un processo di osmosi.
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Crisi economica e volontariato

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crisiFin dal V secolo le crisi economiche seguono sempre lo stesso copione: ottimismo e euforia, speculazione, diffusione del credito, indebitamento (a causa della facilità nell’ottenere prestiti), aumento dei prezzi, crisi improvvisa, panico, insolvenza anche bancaria, crisi di liquidità (deflazione) e diminuzione dei prezzi. La storia si ripete come amava ribadire Charles P. Kindleberger, economista del Mit di Boston, scomparso nel 2003 e studioso di tutti i crac finanziari dal ’700 al ’900.
Storia ignorata, meccanismi ripetuti: l’eccesso di ottimismo e la facilità di concedere prestiti ad alto rischio, il ricorso delle banche centrali a porre rimedio iniettando grandi quantità di denaro con il conseguente rialzo dei prezzi, o addirittura accollandosi i debiti delle aziende.
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Libertà di comunicare

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comunicareTra quanto necessario per la libera circolazione delle idee e delle opinioni, cioè la libertà di comunicare, tre sono gli elementi caratterizzanti di analisi: la libertà di essere informati, la libertà di informare e la libertà dalla paura delle conseguenze spiacevoli per essersi liberamente espressi.
I sistemi di comunicazione di massa del XX secolo dovettero continuamente combattere per ottenere e garantirsi tali libertà e in alcuni paesi, anche industrializzati, ancora oggi è difficile poter comunicare.
Le più ovvie limitazioni stanno nel controllo dei mezzi di comunicazione da parte di un numero ristretto di individui o gruppi, ponendosi nella terza condizione cioè di essere perseguiti e forse perseguitati per le proprie opinioni.
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Identità ed accoglienza

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Dichiarazione universale dei diritti umaniNel 2008 si è ricordata la promulgazione della Dichiarazione dei Diritti dell'uomo attraverso cerimonie, talvolta silenziose, che hanno avuto luogo in tutto il mondo.
La delicata e discussa questione dei Diritti Umani si dispiega in un clima ostico, sia per la gravità del tema, affrontato spesso in lunghissimi trattati, sia per l'importanza e gli impegni che tale sottoscrizione impone.
Ancora oggi si fa pura tautologia sull'espressione Diritti dell'uomo che trovano spesso diverse enunciazioni: «Diritti dell'uomo sono quelli che spettano all'uomo in quanto uomo» oppure «Diritti dell'uomo sono quelli il cui riconoscimento è condizione necessaria per il perfezionamento della persona umana oppure per lo sviluppo della civiltà.» cosi ad esempio N. Bobbio scriveva in L'età dei diritti nel 1990.
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Fedeltà e cortigianeria

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“L’uomo di corte è senza ombra di dubbio il prodotto più bizzarro di cui dispone la specie umana”, scriveva ancora con la penna d’oca il barone Paul H.D.d’Holbach, ma anche oggi, benché siamo ormai internauti la cortigianeria è più che mai di moda. Ieri come oggi la cortigianeria di Holbach viene anche definita con altri termini, come ciambellani o dignitari, magari oggi li chiamiamo consiglieri particolari, o i più moderni anche preparatori atletici, il “popolino” continua comunque a chiamarli (uso quelli più gentili), ciarlatani, ruffiani, servi, menestrelli.
E sempre ieri come oggi, sono i salotti che governano, che siano quelli di casa o quelli privè di un congresso e il mondo del volontariato non è immune. Le atmosfere sono le stesse, il profumo di potere che emanano sono sempre uguali, cartelle di documenti vengono portate da valenti collaboratori, portaborse anche volontari, tenuti al silenzio, ma parte integrante della corte.
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Cartolina da Cuba

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Cuba (12/2009) Calpestare a piedi nudi, le bianche spiagge caraibiche, sotto un sole che tenta di rubare il cielo al buio, questo il mio dream caraibic.
Un sogno caraibico divenuto realtà, lontano dal frastuono di una civiltà che ormai consuma se stessa, l’infrangere delle onde sulla spiaggia nel silenzio assordante dell’alba, ha il sapore di un concerto.
Si combina la naturale bellezza delle isole caraibiche con l’atmosfera magica e nostalgica dei tramonti, sulle sue spiagge e dai colori a tempera delle povere case. Ciò la rende una meta esotica e incantevole.
Le profonde acque blu che accolgono l’isola in un anello magico, fa da contraltare alle bianche spiagge che declinano lentamente, colorando le acque da uno azzurro tempera a uno splendido turchese ad un profondo blu oltremare.
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Responsabilità ed impresa sociale

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volontariatoVorrei fare alcune considerazioni sul volontariato e sulla crisi in atto, in particolare, nel Nostro volontariato.
Fare volontariato oggi è sicuramente un'esperienza facile e difficile da realizzare: facile perché per far parte di un'organizzazione/associazione basta rispondere ad un appello o chiamare un centro servizi per il volontariato al suo call center. Dichiari solo la tua disponibilità, competenze e preferenze in merito all'attività ed è quasi tutto fatto; spesso non vengono nemmeno chieste competenze specifiche, ti viene fatta indossare "la divisa" da volontario ed automaticamente aumenta la stima in te stesso, aumentano le tue convinzioni morali o le tue credenze religiose, ti procura considerazione e riconoscenza dalla
collettività e ammirazione dei tuoi amici.
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