
I primi esodi da Cuba verso gli USA si hanno nel 1959, insieme agli esiliati politici, lasciano Cuba, la borghesia cubana che si era arricchita grazie al giro di affari della "mafia" dell'Avana. L'arrivo dei comunisti cubani significava la perdita dei loro ricchi possedimenti e le ville del Vedado. Questi profughi si rifugeranno quasi tutti a Miami dove costituiranno una potente lobby politica, (la fondazione nazionale Cubano-Americana), con l'obiettivo di rientrare a Cuba e tornare in possesso dei beni confiscati e riprendere i loro traffici, spesso illeciti.
Un'altra ondata di rifugiati si ebbe nel 1980 quando una massiccia richiesta di richiedenti asilo pervenne all'Ambasciata peruviana all'Avana. Questa richiesta di esodo creò dapprima nel Governo cubano un senso di frustrazione, costringendolo a concedere circa 120 mila permessi di espatrio, ma si dice anche che questa enorme cifra di esuli permise allo stesso Governo di liberarsi di molti malati di mente, criminali ed individui ostili al regime.