Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Santhià

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SanthiaLa mattinata si presenta già dalle prime ore dopo l'alba abbastanza calda, un vento torrido e fastidioso mi accompagna in questa passeggiata fuori porta, tra le città più importanti del vercellese. Arrivo a Santhià e riesco facilmente a parcheggiare nei pressi del centro storico.
Questa zona è stata probabilmente abitata sin dall'Età del Bronzo, come dimostrano alcuni ritrovamenti preistorici. Certamente dai Liguri e dai Celti libici e ovviamente passò sotto il dominio romano alla fine del II secolo a.C..
Inizialmente pare si chiamasse Victumulus, dal nome del popolo degli Ictumuli che l'ha abitata; poi i Romani la chiamarono Vicus Viae Longae cioè "borgo posto sulla via lunga" ossia la strada che collegava, e collega ancora, Ivrea a Vercelli.
Durante la dominazione longobarda, grazie alla conversione della regina Teodolinda al cristianesimo, la città prese il nome di Oppidum Sanctae Agathae, ossia città di Sant'Agata, in onore della sua Santa protettrice. Con questa denominazione è menzionata in un documento dell'anno 999, per il quale Ottone III cedeva al Vescovo Leone di Vercelli, alcuni territori e beni, tra i quali tutto l'oro della contea di "Sancte Agathe". Da quest'ultimo nome, attraverso varie modificazioni, Santeagathe , Santiate, si è poi giunti all'attuale Santhià.
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Il mio Piemonte: Caresanablot

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CaresanablotA Caresanablot in auto sono sempre transitato ogni qualvolta mi recavo a Biella, ed ogni volta mi ponevo sempre tante domande su questo piccolo borgo, a partire dal suo toponimo, fintanto che un bel giorno decisi di fermarmi a scoprire quest'angolo di vercellese.
Il toponimo, sembra riprendere il significato della non lontana Caresana, rappresentando un luogo, forse una vasta proprietà fondiaria, denominata forse un tempo Praedia Carisiana, con riferimento al nome gentilizio latino Carisius. Qualche studioso lo spiega come un adattamento del nome personale Bellotto, ma molte e varie sono le supposizioni. Comunque è sicuramente che il toponimo Caresanablot derivi dalla necessità di distinguere questo borgo dall'altra Caresana che, pur facendo parte della medesima proprietà fondiaria erano abbastanza distanti tra loro. Benché il centro abitato sia piccolo, la sua storia è abbastanza importante. Quella che più mi piace è quella che vuole che Caresanablot sia nata dalla fusione con la località Albellione. Quest'ultimo insediamento era ubicato tra Caresana e Quinto, e compare sin dal 1439, come un centro indipendente. Con il suo declino è facile che fosse assimilato dai territori di Caresana e di Quinto. È probabile che si debba a tale fusione l'origine del nome Caresanablot, in quanto persasi la memoria di Albellione, si sarebbe imposto il nome di una famiglia ivi proprietaria di beni; Belotto. La comunità è infatti menzionata con la formula "Carezana e Belotto" nel 1710, il nome fu contratto poi nella forma Blot almeno dal 1744.
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Il mio Piemonte: Tronzano Vercellese

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TronzanoLa giornata si è presentata calda già dal mattino presto, un ottima occasione per fare un giro fuori porta e visitare Tronzano Vercellese un piccolo borgo immerso tra le risaie del vercellese. La strada non è molta ed il borgo è facile da raggiungere.
Le più antiche attestazioni del toponimo riportano Torenciano, Torentiano derivato probabilmente dal gentilizio latino Torrentius, Taurentius o Terentius. Probabilmente i primi abitanti di questi luoghi furono i liguri che poi si fusero con le popolazioni gallo-celtiche, denominate Vittimuli, verso il II secolo a.C. si insediarono in questi territori i romani.
Dopo il loro arrivo si ha notizia di due villaggi, Viculus e Alter Viculus, dipendenti dalla Mansio Viae Longae, ossia l'odierna Santhià. Con l'arrivo dei franchi i due villaggi furono inseriti nella contea di Santhià, mentre una tribù franca, i Salii, fondò il borgo di nucleo di Salomino, il cui toponimo significa appunto Homini Salii, attuale frazione di Tronzano Vercellese.
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Il mio Piemonte: Cassano Spinola

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Cassano SpinolaLa mattina si presenta soleggiata, l'auto corre già per le strade della mia provincia, non vado molto lontano ma la curiosità di conoscere Cassano Spinola è molta.
Lo raggiungo facilmente e parcheggiato vicino al palazzo comunale m'avvio alla scoperta di questo antico borgo. Con ogni probabilità i primi insediamenti sul territorio risalgono all'epoca della colonizzazione romana, almeno così sembrano testimoniare i resti, ancora oggi visibili, di un antico ponte romano in località San Bartolomeo, località che ho passato per raggiungere il centro abitato. Il ponte era inserito nel tracciato della via Postumia, realizzata da Spurio Postumo Albino nel 148 a.C; questa strada partiva da Genova per arrivare ad Aquileia ed era un importante asse viario per il Nord Italia. Il ponte consentiva il guado del fiume Scrivia; dei sui resti rimangono parti di due piloni posti al centro del corso fluviale dove sono ancora visibili la struttura a regolari conci lapidei legati con malta. Il ponte sicuramente crollò a seguito di una delle frequenti alluvioni del torrente Scrivia, all'epoca denominato Iria.
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Alla scoperta di Sovana

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SovanaSono passati molti anni, ma il ritrovamento di tre fotografie ormai ingiallite mi ha fatto ripercorre mentalmente una delle più belle gite fatte in gioventù. Dopo che le ho osservate con la memoria che mi dona alcuni frammenti di quei ricordi, decido di sentire l'allora compagno di avventura che ci portò nella lontana terra patria degli Estruschi. Anche Igor ha piacere di ricordare quei momenti e così tra tutti e due, un po' di reminiscenza scolastica sui percorsi storici medioevali ed etruschi riusciamo a ricostruire quei bellissimi giorni.
Il viaggio non fu particolarmente periglioso, ci aiutò la bella stagione e una lussureggiante vegetazione che ci accolse rendendo quel viaggio tra natura e storia realmente indimenticabile.
L'alloggiamento prescelto fu in un piccolo ma lussuoso albergo nel centro di Sovana, una frazione di Sorano, nella provincia di Grosseto, in Toscana.
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Il mio Piemonte: Marmora

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MarmoraLa strada si fa stretta e tortuosa, il panorama dapprima si stringe in una stretta gola poi si apre all'improvviso.
Il corso del torrente Marmora corre vicino la strada e spesso piccoli ponti in pietra permettono di valicarlo. Gli alberi, man mano che si sale, sono sempre meno fitti e rari. Gruppi di betulle e castagni sono riuniti qua e là in boschetti. La felce è sempre più regina dei campi che si aprono lungo le coste della montagna.
Raggiungo così Marmora, o meglio Vernetti, in quanto si tratta di un Comune sparso in diverse frazioni e agglomerati urbani per un totale di una sessantina di abitanti nei periodi non turistici.
Il nome Marmora, come del corso d'acqua che scorre a valle degli abitati, pare derivi da "Marmor" con riferimento a cave di marmo.
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A zonzo con il calessino (XXX parte)

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CalessinoRaggiungo cosi Viverone , anzi il borgo che si snoda intorno alle rive del lago omonimo.
La zona costiera del lago era abitata già ai tempi dell'età del bronzo. Infatti insieme al ritrovamento di armi da caccia furono ritrovate intere palificazioni che sostenevano le capanne posizionate su palafitte poste sul lago.
Il toponimo di Viverone non ha un significato certo. Una teoria lo fa derivare dalla coltivazione della vite, infatti due grappoli d'uva sono rappresentati sullo stemma comunale, intorno allo stemma vi è scritto "vitis viva" ma si presume che derivi da "vitis vivax" ossia "il vigore dalla vita".
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Il mio Piemonte: Larizzate

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LarizzateQuante volte sono uscito dal casello di Vercelli Ovest e quante volte mi sono chiesto quel nucleo di case con il campanile della chiesa che pare gareggiare con le grandi costruzioni di una riseria ormai abbandonata, cosa fosse?.
Così la curiosità mi ha messo in auto per raggiungere Larizzate, più famoso per gli insediamenti produttivi (come Amazon, Novacoop, officine meccaniche Cerruti ecc...) che sorgono dall'altra parte della strada e hanno portato il nome del borgo in giro per l'Italia, che per la storia del nucleo abitato. Tutto così vicino, tutto così lontano.
Larizzate ora frazione di Vercelli dista veramente pochi chilometri dal centro città; la storia di Larizzate si può riassumere brevemente. Anticamente questo borgo era conosciuto come Calliniascum, e da quanto ho appreso da alcuni scritti era già Parrocchia nel secolo X ed fu menzionata con il toponimo Larizzate in un documento del 1031.
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A zonzo con il calessino (XXIX parte)

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CalessinoTransitiamo per Cavaglià, paese dove ha vissuto per anni Gian e dove per diverso tempo ha lavorato come autista in un locale sodalizio.
Il borgo è quasi totalmente pianeggiante. In tempi recenti vi sono stato ripetute volte a visitarlo per la sua storia. L'ipotesi principale sull'origine del nome di Cavaglià è Cabaliaca da Caballius poiché forse un tempo vi era una stazione di cambio cavalli. Altre varianti al nome possono essere Cabanaca o Cabaliate. Invece, secondo lo studioso Rondolino, l'etimologia del toponimo andrebbe cercata nella voce celtica caula, ossia "cavità naturali formate da colli isolati e da catene di colli a guisa di valli o convalli", in quanto il nome primitivo sarebbe stato anche Caulliaca, vale a dire luogo delle valli o convalli. Ma il suo stemma araldico è un cavallo rampante col motto "non medu sed vi" (non paura ma forza).
Cavaglià sorge in un'area popolata sin dall'epoca preistorica e sicuramente abitato da popolazioni celtiche che diedero nome a diverse regioni intorno all'abitato principale. Il primo documento scritto da cui si apprende l'esistenza del luogo, formato dall'unione di più case o cascinali, è una donazione del 961, quando il borgo era dominio del monastero di Santo Stefano di Vercelli, dal quale nel 963 passerà tra i possedimenti del conte di Cavaglià, Aimone.
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Le nuove tecnologie e le difficoltà di comunicare

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Nuove TecnologieMolte delle persone che incontro quotidianamente sono spaventate dai processi troppo rapidi di un'evoluzione tecnologica che esclude molti di loro, quelli che nel gergo sono out , ma direi forse che sono loro che si sentono esclusi e non è la tecnologia che gli allontana.
Sono convinto che nessuno di noi sia out, lo dimostra proprio il fenomeno mediatico del momento cioè Facebook creato nel 2004 da Mark Zuckerberg, laureando ad Harvard, con lo scopo di mettere in collegamento tra loro gli studenti americani: un fenomeno sviluppatosi quindi alcuni anni fa e diffusissimo anche in Italia. Un nuovo Neo Pemberton (colui che creò uno sciroppo per la tosse che poi divenne il marchio più famoso del mondo, la Coca Cola), che non immaginava avrebbe realizzato un sito dal valore milionario.
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A zonzo con il calessino (XXVIII parte)

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CalessinoSiamo ormai giunti a Biella, l'albergo in cui alloggerò è situato vicino alla stazione ferroviaria. Ad attenderci trovo Stefano e Veronica che ormai hanno finito la giornata lavorativa. Il tempo di prendere possesso della mia camera e raggiungo gli amici per una passeggiata, un aperitivo e una cenetta in un tipico ristorantino biellese.
Arriviamo così Piazza dei Martiri, che deve il suo nome alla barbara fucilazione fascista del 4 giugno 1944, in una Piazza che un tempo era intitolata a Quintino Sella. Una lapide ricorda i 21 partigiani catturati in diversi rastrellamenti e il tragico evento accaduto. Il più giovane partigiano aveva 17 anni, il più anziano 33 anni. Furono fucilati a gruppi di cinque per volta, affinché gli uni vedessero morire i loro compagni. Dopo che l'ultimo gruppo, composto questo da sei partigiani, fu fucilato dai militi fascisti del 115° battaglione "Montebello", un graduato fascista diede il cosiddetto "colpo di grazia" a tutti, scostando la testa dei morenti con un calcio del piede. I cadaveri furono lasciati per 24 ore sulla Piazza, piantonati da tre militi del battaglione fascista "Pontida". Biella e il Biellese è sempre stata terra di lotta contro l'ingiustizia, dal Medioevo alle gloriose tradizioni Risorgimentali, alle grandi lotte sociali.
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