Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio Piemonte: Priorato Cluniacense di San Pietro e Paolo

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Prioratoo CluniacenseStamattina il cielo azzurro ha trovato un po di spazio tra le nuvole, ma il sole si farà spazio e renderà questa giornata autunnale semplicemente fantastica.
La giornata è dedicata ad un giro "fuori porta" alla scoperta di un monastero cluniacense.
Raggiungo così il piccolo borgo, posto nella pianura biellese. Mi attende Gian, un amico, titolare di un blog di viaggi, "viaggia e scopri", è uno dei più quotati travel blogger italiani e con lui mi reco a visitare il Priorato Cluniacense di Castelletto Cervo. Il priorato è anche conosciuto come monastero cluniacense di San Pietro della Garella, anche se il suo vero nome è Priorato cluniacense dei Santissimi Pietro e Paolo di Castelletto Cervo.
Raggiungiamo il cortile dell'antico cenobio, parcheggiamo in cortile, che un tempo doveva essere il giardino del chiostro del monastero.
Una anziana signora ci accoglie, scusandosi di non essere in grado da farci da guida alla visita nella chiesa.
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La palestra e gli spornosexual

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SpornoSexualIl gelo si è appropriato della notte, si esibisce anche questa mattina congelandomi le mani, mentre cerco di sghiacciare il parabrezza dell'auto che dovrà portarmi in città. Il freddo e il gelo pare stamane abbiano rallentato i movimenti di tante persone. Ormai sulla strada che mi condurrà in palestra vedo il sole, che imperterrito incassa secondi preziosi lassù, nel cielo, nel tentativo di offrirmi una bella e luminosa giornata. Io tento di aiutarlo, ascoltando dall'autoradio le canzoni di uno dei miei cantanti preferiti.
Da qualche tempo, sono costretto a frequentare una palestra cittadina, almeno bisettimanalmente, nel tentativo di ridurre i miei dolori alla schiena, dovuti ad un ernia e una discopatia che si sono impadroniti del mio vivere quotidiano.
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Il Mio Piemonte: Bosco Marengo

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Bosco MarengoAnche questa settimana è arrivato il week end, accarezzato finalmente dallo sguardo del sole. L'aria del mattino è spumeggiante, ho voglia di abbandonarmi e riposarmi alla rassicurante dolcezza della primavera. Non ho voglia di fare tanta strada in auto; ho solo voglia di assaporare i profumi della campagna ed immergermi in un percorso storico.
Dal balcone di casa, ammirando i campi con il grano appena germogliato, sento l'odore di primavera pervadermi, accompagnato dai primi cinguettii. All'orizzonte nuvole dispettose a un sole capriccioso, riempiono l'aria di quello strano profumo inebriante che mi è mancato per tutto l'inverno. Se oggi passerà qualche nuvola in cielo sarà solo per ricordarmi quanto è bello il sole.
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La terra degli dei (VII parte)

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greciaIl caldo afoso mi porta un po' di mal di testa e la forte luce mi obnubila la vista, ma ciò non mi impedisce di poter vedere uno delle più belle città della storia greca, benché ridotta a rudere. Già da lontano, posso ammirare, nascosta da secche sterpaglie la collina con in cima l'acropoli. Raggiungiamo così la monumentale entrata della rocca. La "Porta dei Leoni" dà accesso a Micene, antica città e capitale dell'Argolide. La porta risale al 1300 a.C. circa, e fa parte del sistema di fortificazioni delle mura ciclopiche della città, che ai nostri occhi pare persino incredibile che esseri umani con poche attrezzature edili siano riusciti a edificare soprapponendo immensi macigni squadrati. Sulla sommità della porta è posta una grande lastra di pietra triangolare con due leoni (o leonesse) dalle teste mutilate ed affiancati in piedi sulle zampe anteriori.
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La rivincita dei Nerd

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nerdNe conoscevo l'esistenza, ne avevo visto qualcuno, talvolta ho pensato di esserlo anch'io. Lo sfigato, il solitario disprezzato, colui che è solo d'impiccio: il Nerd. Non li trovi solo nelle grandi città, ma anche in quelle di provincia e nei piccoli paesi. Colui che non gioca a pallone, non va alle feste degli amici perché si sente a disagio, che guarda le ragazze ansimando ma non ha il coraggio dell'approccio. L'immaginario collettivo lo vuole magro, jeans, camicia maniche corte bianca o a quadri, oppure t-shirt colorate con disegni semplici, colorito bianco, braccia sottili e lunghe prive di muscoletti, scarpe da ginnastica comuni, taglio di capello corto e senza una piega particolare, sguardo permanentemente stupefatto e gli immancabili occhiali dalla montatura nera. Poche parole, tendenzialmente le essenziali, risponde solo a domanda e quando risponde propina una lunga serie di conoscenze e valutazioni quasi fosse un'enciclopedia umana.
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Il Mio Piemonte: Santa Giustina di Sezzadio

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SezzadioÈ una fresca domenica primaverile. Il sole si nasconde un po' tra le nuvole ma non c'è più il vento di stamattina. Voglio dedicare questo bel pomeriggio per visitare l'Abbazia di Santa Giustina di Sezzadio.
Grazie all'assenza di traffico raggiungo velocemente la mia meta. Vengo accolto nel parco da grandi platani che incorniciano parte dell'antica Abbazia. Il prato verde di erba ancora tenera e giovane è colorato da piccoli ciocchi di violette e margherite. Un Labrador, dal bel mantello crema, mi corre incontro scodinzolando, pare voglia darmi il benvenuto.
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La terra degli dei (VIII parte)

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greciaIl nostro tour nella Grecia antica continua con una visita alle vestigia di Epidauro, un comune sempre dell'Argolide. Questa zona è conosciuta principalmente per il suo santuario dedicato ad Asclepio e per il suo teatro, ancora oggi utilizzato.
Visitiamo il teatro in una giornata caldissima, pare che anche il capellino che indosso sia trafitto dai raggi del sole. Mentre i miei compagni di viaggio s'aggirano tra gli enormi spazi del teatro, quasi volessero impersonificare gli antichi attori, io mi siedo sulle gradinate ad ammirare le grandi spazi che occupa. Il teatro fu realizzato nel 350 a.C. su progetto dell'architetto Policleto il Giovane. Si racconta che nessun teatro avesse uguali per perfezione e armonia di proporzioni architettoniche e per l'eccezionale acustica. Infatti dalla mia posizione della curvatura della cavea (koilon), ossia le gradinate dove prendevano posto gli spettatori per assistere alle rappresentazioni, ai giochi, o ad altri intrattenimenti, l'acustica è perfetta, tanto da sentire perfettamente i chiacchiericci di chi sta nell'area destinata al palcoscenico (logeion).
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Merman

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MermanHairOggi sono in compagnia di Marco ed Erika in uno di quei nuovi locali che vanno tanto di moda a Torino. L'ambiente richiama un format moderno e allegro ma il menù è tradizionale: oltre agli hamburger di carne piemontese, il locale serve anche robiole al forno, carne cruda battuta al coltello, acciughe in salsa verde e rossa, dolci tipici come bônet e panna cotta, vini piemontesi e altre bevande prodotte in Piemonte. Anche i nomi dei piatti sono in dialetto piemontese, dal più semplice degli hamburger, solo con insalata e pomodoro è Chiel, cioè "lui", poi c'è il Gaute Mac Da Suta, "levati da sotto" con cipolla, o il Sensa Cognisun, con bagna caôda.
Osservo una coppia di ragazzi che si siedono al nostro fianco mentre mi gusto il mio panino e sorseggio un buon bicchiere di vino nero. Apparentemente nulla di strano, tranne che lui ha i capelli e la barba, con i colori che ricordano le sfumature del mare: dal verde acqua al blu.
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Il Mio Piemonte: a Miradolo tra memorie caravaggesche ed alessandrine

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MiradoloLa sveglia suona alla solita ora. Mi alzo dal letto con difficoltà, le giunture e tutte le ossa ormai scricchiolano, segno che le primavere passano. Mi affaccio dalla finestra, il sole affiora maestoso all'orizzonte dietro le prime colline del Monferrato. Promette una giornata splendente, capace di sciogliere il freddo pungente delle mattine di marzo. La colazione è rapida, ho voglia di uscire a godermi la bella giornata che si sta annunciando. Faccio fatica a decidermi se vestirmi con abbigliamento pesante o con dei capi già primaverili, come mi indica il calendario. Opto per vestirmi leggero ma di portarmi appresso una giacca più pesante. Il viaggio di oggi non è breve e sento la necessità di un caffè, ho scelto di ascoltare un cd di un cantante poco conosciuto: Davide Carone. Le sue canzoni mi allietano il viaggio e mi fanno dimenticare il caffè, che comunque assaporerò al mio arrivo. La mia meta di oggi è la mostra, ideata e curata da Vittorio Sgarbi, "Caravaggio e il suo tempo" all'interno del castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo.
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Luci ed ombre a Torino (LVIII ed ultima parte)

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UnciUnciUnci-Unci è un folletto o meglio un Goblin che ho conosciuto molto tempo fa, durante la mia permanenza nella Hogwarts torinese. E se la Rowling nel racconto lo definisce una piccola creatura umanoide dall'intelligenza straordinaria che ha dita lunghe, piedi grandi e corpo tozzo ma che dispone di un potente potere magico, l'Unci-Unci torinese, di magico non ha nulla se non l'essere spocchioso. E se nel romanzo lavora alla Gringott, la banca dei maghi, costui invece lavora in proprio. Nel romanzio, da secoli i Goblin controllano la Gringott, ossia la banca dei maghi, Unci-Unci torinese e i suoi amici mangiamorte da poco invece controllano la Hogwarts torinese, ma forse la controllavano già da prima, solo che non in maniera pubblica.
Dopo essersi salutati, insieme attraversiamo corso Vittorio Emanuele II, Unci-Unci mi invita a prendere un caffè, considerato che ho ancora un po' di tempo prima della partenza del treno, accetto volentieri.
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Pipetto

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pipettoPipetto era un aereo da guerra notturno. I suoi obiettivi erano normalmente le grandi industrie e le stazioni ferroviarie ma anche le finestre illuminate delle case in cui qualche sprovveduto o incosciente aveva lasciato la luce accesa. Il suo arrivo era annunciato dall'allarme aereo. Mio padre mi raccontava che il misterioso aereo solitario compariva all'improvviso nei cieli volando a bassa quota e seminava il panico tra gli anziani ma anche tra i giovani. Mio padre era convinto che fosse stato un aereo italiano o meglio della RSI (Repubblica Sociale Italiana) o addirittura tedesco, impegnato a far rispettare l'ordine dell'oscuramento imposto sia nei grandi centri urbani che in quelli piccoli nelle vicinanze di impianti industriali o grandi direttrici ferroviarie e stradali. C'è anche chi afferma che fosse inglese o statunitense, o meglio americano come si diceva per indicare gli U.S.A. In tanti hanno scritto su Pipetto (Pippetto o Pippo) sia chi si è trovato la casa mitragliata, oppure il fienile della cascina incendiato o anche chi percorrendo la strada a bordo di autoveicoli doveva affrontare le mitragliatrici di Pipetto. Di questo aereo si sa poco, credo sia stato un aereo tipo "Mosquito". Mi immagino mio padre, ancora ragazzino essere richiamato in casa all'imbrunire dai suoi genitori o dalle sorelle più grandicelle con la frase "Sbrigati, arriva Pipetto!!!".
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