Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (XVIII ed ultima parte)

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paradisoDopo aver percorso le tortuose strade della costiera e sbirciato dietro ad ogni curva per cercare nuove meraviglie che non ti vengono mai a mancare, finalmente raggiungiamo l'ultima tappa del nostro viaggio, il "paese verticale", così come viene amabilmente definito Postano. In effetti sembra che, sia visto dal mare che dalla strada panoramica, tutto il paese stia effettivamente in piedi addossato alla montagna e che le case, addossate l'una contro l'altra con le facciate dai colori pastello, si aiutino a salire verso il cielo.
Già anticamente abitato da una colonia romana è da sempre luogo, pur tra gli altri e bassi, di elegante villeggiatura. Ho sempre amato percorrere le sue "scalinatelle", sbirciando tra le porte degli antichi e bellissimi giardini che fanno da accoglienza ai lussuosi alberghi, tutti angoli suggestivi che non possono non attrarre l'attenzione.
Positano insieme a Ravello è stato sicuramente il motore della rinascita turistica di tutta la costiera amalfitana e nel correre degli anni sono riusciti anche ad imporre la "moda positano", uno stile tipico e riconoscibile di manifattura gioiosa e solare, che attrae con i mille colori rubati alla natura l'occhio attento della moltitudine dei turisti che percorrono le sue stradine ed i vialetti.
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I novelli eredi di Alcibiade

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AlcibiadeIn questi giorni convulsi da notizie medianiche, si riscontrano governi che cambiano, politicanti che si arrampicano sugli specchi pur di continuare a godere i benefit concessi dalla legge.
Si trovano personaggi esultanti per il cambio di regime, ma senza un vero programma di sviluppo e rinnovamento.
Il motto "il nuovo che avanza", passa attraverso visi noti che si riciclano senza pudore, inneggiando ad un nuovo che non c'è. I colpi di mano all'ultimo momento, per assicurarsi il proseguo di un posto al sole ed accontentare gli amici e i familiari, mi portano alla memoria una piccola pagina di storia antica.
Infatti ho trovato molte similitudini tra Alcibiade e tanti "figuri" che si aggirano nella attuale politica.
Provo a raccontarvi la sua storia, così come me la ricordo, scusandomi finora della pochezza delle informazioni che scriverò, ma non è il mio scopo fare lo storico, ma bensì, attraverso le vicende che hanno caratterizzato la vita di Alcibiade, ripercorrere, per similitudine, la storia di chi ci circonda, lasciando ognuno di voi cercare tra i politicanti e tra i propri conoscenti novelli Alcibiadi.
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Dracone il legislatore

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Dracone il legislatoreNel tentare di porre rimedio alla mia caotica biblioteca domestica, mi ritrovo in mano un libro di letture utilizzato alle elementari e mi domando chissà se mai l'avrò letto nella mia infanzia? Non ne ho memoria! Scorrendo velocemente le pagine mi soffermo sulla storia di Dracone che mi porta a tanti sillogismi con la situazione attuale.
"Il povero diavolo fu agguantato mentre in un campo stava rubando qualche frutto e un poco di grano, due guardiani lo videro e lo afferrarono trascinandolo davanti al padrone. Costui guardò il poveraccio portato ai suoi piedi: «un altro ladro eh!» - disse con voce dura - «ma che cosa vogliono questi straccioni» - ed infine - «uccidetelo!» e si avviò verso la porta".
Questa storia così ben riportata dal mio "sussidiario" mi ricorda come 650 anni prima di Cristo episodi simili erano frequenti nell'antica Grecia.
Le classi più agiate e che detenevano il potere erano quelle degli Eupatridi, che vivevano nel lusso e praticamente possedevano veri e propri feudi, tassando gli abitanti e vendendo il grano che producevano lasciando i propri contadini spesse volte alla fame. In più gestivano in proprio la legge perché lo Stato non aveva leggi scritte.
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Boat people dell'adriatico

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Profughi AlbaniaCorreva l'anno 1991 quando l'Agenzia Ansa diede notizia dell'arrivo di 1700 profughi albanesi in Piemonte che trovarono accoglienza temporanea in due caserme piemontesi: 800 furono ospitati alla "Colli di Felizzano" di Asti, mentre 900 furono sistemati alla "Pietro Mazza" di Casale Monferrato (AL).
Il Presidente della Giunta Regionale, G. P. Brizio, invitò tutte le strutture pubbliche e private a fare il possibile per garantire ai profughi una permanenza dignitosa.
Al fine di fronteggiare la grave emergenza connessa all'affluenza dei cittadini albanesi, alloggiati nel centro di accoglienza di Casale Monferrato, la "Caserma Mazza", la Prefettura di Alessandria dispose l'applicazione dei benefici di legge di diverso personale volontario, che poteva così assentarsi dal posto di lavoro per impegnarsi nell'assistenza a questi profughi.
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All'ombra di Napoleone (I parte)

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ParigiL'atterraggio, nonostante il vento forte e un brusco salto sulla pista quando l'aeromobile ha toccato terra, è stato sostanzialmente tranquillo.
Il viaggio, organizzato dalla "Pionierino Tours" per prenotazione e spostamenti, si è avvalso dalla Fasano Services per i servizi di mobilità in Italia e per i breakfast package travel necessari al sostentamento.
Le pratiche al check-in per i biglietti e l'imbarco dei bagagli all'aeroporto di Torino si svolgono rapidamente; siamo riusciti anche a stare comodamente entro i pesi e le misure previste.
Un piccolo problema al controllo del metal detector per S. per alcuni liquidi ed altri gingilli che ci rallentano il passo, ma il nostro imbarco avviene senza altri ostacoli. Riusciamo a sederci tutti e tre sulla stessa fila, R. vicino al finestrino, S. al centro per il suo battesimo dell'aria, ed io lato corridoio.
Il volo è tranquillo, mi leggo alcune pagine della guida turistica della città che è meta del nostro viaggio, mentre lo steward Gustavo gira tra le poltroncine a vendere sigarette, gratta e vinci, pantofole ed altra inutile oggettistica. Sbraniamo con avidità il contenuto dei breakfast package travel, bevendoci sopra uno di quei caffè terribilmente lunghi, che solo sugli aerei sanno fare cosi schifosamente.
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Lo sguardo di Narciso

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narcisoSenza togliere lo sguardo, Narciso contempla la sua immagine riflessa sulla superficie di un lago, dove a tratti si intravedono anche dei bagliori di luce nel profondo blu delle acque.
Con occhi avidi di conoscenza ammiro il dipinto del Caravaggio (Michelangelo Merisi da Caravaggio), "pittore pazzo" o anche definito il "pittore maledetto".
Il mio pensiero corre alle suggestioni prodotte dalla tela in cui il pittore, con particolare attenzione e maestria, dipinge il giovane vestito elegantemente con un corpetto decorato dalle larghe maniche a sbuffo ed i pantaloni di un color verde smeraldo. La tela rende il protagonista quasi un "soggetto teatrale", come teatrale è la vita ogni giorno.
Il volto di Narciso appare sofferente, in quanto il giovane sarà trasformato in fiore. Trovo molta similitudine tra questo dipinto, ove il giovane ragazzo è vestito con un lussuoso abbigliamento, e buona parte della gioventù attuale, molto attenta alle tendenze della moda ed ai particolari del vestire quotidiano, che li spinge ad indossare ciò che li rende attraenti: scarpe, pantaloni, maglie, camicie, anche le mutande griffate, monili di gran marca pubblicitaria, taglio dei capelli scomposto, ma curato nella novità.
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All'ombra di Napoleone (II parte)

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ParigiRapidamente ci immergiamo nella metro parigina diretti alla volta degli Champs Elysées.
Parigi è tanto grande che se non esistesse la metropolitana, occorrerebbero delle ore per spostarsi da un punto all'altro della città. Persino io riesco ad orientarmi; la stazione è proprio davanti al nostro albergo, l'annuncia una bellissima ringhiera di protezione e un cartello, il tutto in ferro battuto in puro stile liberty, in un cartiglio al centro della ringhiera ti indica senza troppa confusione l'ingresso della metropolitana; una consumata cartina indica, stazione, linea e percorso.
La metro comincia ad entrare in funzione all'inizio del xx secolo in piena belle epoche francese.
La metro sarà per tutta la nostra permanenza a Parigi il mezzo di locomozione più usato, oltre ovviamente a quelle delle nostre gambe.
Usciamo dal metro proprio davanti a l'Arc de Triomphe, nonostante il freddo rimango per un attimo inebetito dall'ambiente,; direi un caos ordinato, gente che va e che viene, con i turisti con il naso all'insù e gli occhi a 360° per non perdersi nulla: l'Etoile, place Charle de Gaulle, manifestano la potenza, la storia, la grandezza della Francia ma anche di Parigi: qui comprendo il vero significato della frase "Quand Paris éternue, la France s'enrhume" letta su una guida turistica.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (XVII parte)

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paradisoLa discesa a mare era sicuramente un po' stancante, ma le poche decine di gradini non spaventano di sicuro. Ad attendere i bagnanti c'è una piccola piazzola protetta da una ringhiera e dotata di sdraio a pochi metri d'altezza sul mare. Balconata dalla quale si può godere di tutto il sole desiderato; ma per il sottoscritto, che con il sole non ha molta confidenza, è sempre presente un ombrellone con annesso tavolino e impianto citofonico che mi permette di chiedere a Gigi di portarmi qualcosa di fresco da bere. Ancora qualche gradino e un altra piazzola ti permette l'accesso al mare proprio nel punto dove potevi immergerti in un acqua che ha le sfumature di un profondissimo blu, quasi tendente al nero. Non vi è spiaggia, ma solo roccia dove anche le agavi fanno fatica a trovare spazio per crescere e io oggi non trovo parole per descrivere l'eleganza delle imponenti onde che vedi arrivare dal mare, quasi a formare un inquietante muro d'acqua che sembra sovrastarti. Queste s'infrangono rumorosamente sugli scogli della piccola insenatura, soprattutto nelle giornate ventose e con il mare molto mosso.
Come descrivere la maestosità del mare visto dalla balconata del solarium, da dove si possono ammirare i particolari colori che vanno dal blu intenso al grigio argenteo di quando il sole inizia a calare all'orizzonte. Ma anche il verde smeraldo che per un attimo scorgi sulle creste argentee e schiumose delle sue onde.
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Un cubano in Mandrogna (I parte)

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WilmerL'attesa dell'arrivo del volo all'aeroporto di Milano Malpensa stava diventando snervante, favorita anche dalla difficoltà di trovare parcheggio all'auto.
Sui monitor, sopra la porta dell'uscita degli arrivi, gli atterraggi delle varie compagnie si susseguono senza sosta e il mio pensiero corre ai magnifici luoghi da dove questi arrivano. Non puoi non pensare alle splendide spiagge delle Maldive o alle più vicine, ma entusiasmanti città d'arte europee.
Finalmente compare il volo da me tanto atteso, considerato che era da un anno che tentavo, senza mai riuscirci, di invitare due amici cubani a visitare il nostro paese. Delle due persone che avevo invitato, Wilmer e Yanelis, che avevo conosciuto in un recente viaggio sull'isola caraibica, solo Wilmer aveva poi potuto partire, mentre la sorella aveva preferito restare a casa con la mamma e il suo lavoro da estetista.
Quando a Jatibonico li avevo invitati, non avrei mai pensato alle traversie che stavo per affrontare per ospitare i due giovani ragazzi. Per me era semplice, loro mi avevano fatto presente che serviva una mia lettera di invito per poter entrare in Italia ed io stupidamente pensavo di prendere carta e penna, scrivere una bella lettera d'invito, al massimo con la mia firma autenticata in Comune, e spedirgliela. Invece NO! Qui inizia una storia che mi vede sempre più "incarognito" nel voler superare le difficoltà burocratiche poste dal Governo italiano per permettere ad uno straniero di entrare in Italia con visto turistico.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (XVI parte)

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paradisoUn fiordo nell'italico Mediterraneo, quasi un angolo di Norvegia, questo è l'insenatura di Furore, una profonda ferita nella costiera lungo la quale scorre talvolta placido talvolta rombante e tumultuoso il torrente Schiato che scende dal monte Agerola.
Le case ed i piccoli terrazzamenti che compongono il paese sono abbarbicati agli strapiombi dell'orrido e paiono quasi incassati tra le rocce che risulta difficile capire come raggiungerli.
Li in fondo un piccolo gruppo di case, leggermente rialzate dal piano terreno, addossate alla montagna rifrangono la loro immagine nella lucente sabbia della piccola spiaggia.
Qua e là sparsi sulla sabbia o addossati alle piccole abitazioni, piccoli gozzi da pesca, reti stese ad asciugare al sole e un gruppo di intrepidi bagnanti che si immergono nelle limpide acque del fiordo.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (XV parte)

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paradiso"Credesi che la marina da Reggio a Gaeta sia quasi la più dilettevole parte d'Italia. Nella quale, assai presso a Salerno, è una costa sopra 'l mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la Costa d'Amalfi, piena di piccole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatanzia, sì come alcuni altri. Tra le quali città dette, n'è una chiamata Ravello". Con queste poche righe Giovanni Boccaccio a metà del 1300 descriveva la Costiera Amalfitana nella quarta novella della Seconda Giornata del Decamerone. Lasciamo Ravello per raggiungere Conca dei Marini, un paese sparpagliato tra cielo, terra e mare, dove il colore dominante non è l'azzurro del mare ma il verde smeraldo disseminato da puntini gialli della fitta vegetazione posta a terrazzamenti, il verde intenso degli orti e degli alberi costellati da quei puntini gialli che altro non sono che i limoni della costiera.
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