Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il mio blog in un mese (agosto 2011)

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statisticheL'8 gennaio del 2010 vedeva la luce il mio blog; una raccolta di storie, pensieri, idee e proposte, che non aveva e non ha tuttora lo scopo di essere un giornale o un saggio, ma vuole semplicemente descrivere ciò che io sono, pregi (pochi) e difetti (molti). Non ho cercato ne cerco successi, non li ho mai cercati nella mia vita e non è certo ciò che attendo scrivendo il mio blog. Altrettanto la mia scrittura non può certamente influenzare la mia esistenza o quella di qualche malcapitato lettore.
Narrazioni di viaggi ed attività compiute, viste dall'occhio del protagonista che scava nella memoria, alla ricerca delle sensazioni provate. Sono i sentimenti che provo ogniqualvolta apro un giornale e leggo qualche notizia che attira la mia attenzione, purtroppo quasi sempre con una sensazione di disprezzo e protesta invece che di manifesto compiacimento.
Le visite al sito sono sempre state altalenanti, come in ogni blog che si rispetti: grazie a questo strumento, ho ritrovato degli amici che sono diventati miei lettori e ho trovato lettori di cui sono diventato amico.
Ho trovato un mondo di blogghettari con cui scambiare idee e pensieri e promuovere le nostre attività, insomma mi sono e mi sto divertendo; questo già mi basta e mi appaga.
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Di corsa con le piume al vento

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bersaglieriEra mia intenzione poter assistere al raduno nazionale dei bersaglieri che si è svolto a Torino, anche questo in occasione del 150° dell'unità nazionale. Purtroppo diversi impedimenti non me lo hanno permesso.
Sono sempre stato ammaliato da questo corpo militare un po' per la sua specificità di arma un po' per la sua storia, infatti i cappelli piumati dei bersaglieri sono parte integrante della storia d'Italia e hanno contribuito a scriverla, dalla guerra di Crimea, alla Liberazione fino alle attuali missioni internazionali.
Il Corpo è tornato a Torino in occasione del 150° dell'Unità Nazionale nella città che gli diede i natali il 18 giugno 1836 per volontà ed iniziativa del Generale Alessandro Ferrero della Marmora. Mi sarebbe piaciuto vederli marciare o meglio correre per le strade con i loro cappelli piumati, mentre animano le piazze sabaude con le loro fanfare, tra una folla di gente che li considera tra i corpi più amati del nostro esercito.
Un Corpo valoroso, sempre ritratto dai più grandi artisti durante i fatti d'arme più importanti della nostra Italia fin dai primi passi del processo di unificazione italica. Dalla guerra d'indipendenza a quella di Crimea, dalla presa di porta Pia allo sbarco di Trieste del 1918, dalla guerra di liberazione alle prime missioni di pace del Generale Angioni in Libano nel 1982.
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Il desiderio che appaga corpo e palato (I parte)

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peperoncinoDopo una serie di post su temi di drammatica attualità, voglio per un attimo volgere le spalle all'ipocrisia mediatica, tapparmi il naso per proteggermi dai miasmi dei potentini di turno e "stravaccarmi" un attimo su un post legato ai costumi tradizionali e magari un po' "piccanti" per rendere la lettura curiosa.
Ho avuto occasione nei giorni scorsi di assaggiare sia una serie di piatti arabi che caraibici; devo dire da uomo di forchetta che sono, non ho disdegnato assolutamente i sapori, i profumi e colori di questi piatti. La cosa particolare che mi ha insaporito la curiosità, uso questo lemma perché in tema con il post, è stato l'uso di molti ingredienti che nel dire "comune" definiamo afrodisiaci.
E qui il pensiero corre sui tipi di prodotti afrodisiaci, su come funzionano, sul perché si usano e su chi ne fa uso etc., e nasce questa mia piccola pillola che vi propino; tranquilli non è Viagra o prodotti similari.
Da bravo cultore del buon cibo e da Gran Priore della Confraternita del Grappolo e della Spiga devo francamente dirvi che ho sorriso non poco e mi sono un po' schifato nel leggere ciò che ho trovato in un libro del XVI secolo, "Il giardino profumato" dello sceicco di Tunisi Omar Ibn Muhammed al Nefzawi, il quale elargiva preziosi consigli su come aumentare la propria capacità sessuale.
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Il teatrino italiano delle dimissioni

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dimissioniSeduto sulla poltrona della mia scrivania in ufficio, con i raggi del sole che attraversano la finestra rendendo così la giornata ancor più torrida e benché il climatizzatore provi ad attenuare l'ondata di calore, tento di leggere sullo schermo del computer una di quelle prolisse leggi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale che con tutti i suoi rimandi ad altre leggi e circolari non fanno altro che confonderti le idee.
Il telefono di color nero della scrivania squilla con insistenza e dall'altro capo dell'apparecchio, dopo i soliti saluti e convenevoli, un responsabile di un associazione di volontariato lancia strali nei confronti della sua sede nazionale e dei suoi attuali vertici, annunciandomi le sue dimissioni e di una folta schiera di volontari.
Ascolto con calma le sue rimostranze, sa benissimo che io posso solo dare ascolto e non altro, che posso solo raccogliere le sue recriminazioni e poi come un sacco d'immondizia buttare via il tutto, ma ciò gli serve per scaricare la sua rabbia.
La televisione accesa nel mio ufficio manda in onda delle interviste televisive in cui giovani disoccupati e lavoratori precari chiedono ad alta voce le dimissioni del premier e dei suoi ministri.
Sull'altro canale alcuni parlamentari annunciano dimissioni e elezioni anticipate. La parola dimissioni pare essere nel lessico quotidiano tra le più usate e ciò mi porta un po' a riflettere su come il potente di turno o chi si crede tale valuti veramente questa possibilità, quale atto volontario e facoltativo.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (II parte)

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paradisoLa costiera amalfitana è una delle zone turistiche più affascinanti d'Italia, una parete rocciosa bastionata, interrotta solo dalla valle di Tramonti che termina su Maiori. E' la Costa rocciosa dei Monti Lattari che cade quasi a picco sul mare, alternata da lussureggianti terrazzamenti coltivati a limoneti a renderla cosi incantevole.
Le dorsali dei principali valloni sono per il turista un spettacolo immane per i ciclopici massi calcarei sparsi qua e la, scolpiti dal tempo, dal vento e dalle piogge.
La strada statale Amalfitana, che disegna una greca lungo tutto il suo percorso, s'inerpica su terrazzamenti intensamente coltivati, scende nei minuti agglomerati di case costituenti piccoli villaggi e cittadine che costellano la litoranea come una scintillante costellazione e passa scavata nella roccia viva della stessa montagna realizzando fantastiche gallerie e balconate. Le sue curve sono strette come la sua larghezza che rende il passaggio incerto anche di una singola vettura, aprendosi di volta in volta in panorami d'immensa suggestione ; la percorri con la tua auto sfiorando muretti a secco di pietra calcarea posti a protezione dei ruscellamenti di acqua e pietre che dalla montagna potrebbero arrivare sull'unica strada di collegamento. Limoni, agavi, ma anche capperi e tutta la ricca flora mediterranea accompagna il viandante di paese in paese.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (I parte)

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paradisoIl mese di agosto generalmente lo passo riassettando tutte le mie cose, non solo quelle materiali ma anche quelle immateriali.
Riordinando il materiale fotografico contenuto in una scatoletta bianca posta su una mensola della camera da letto, ritrovo una vecchia serie di cartoline e di fotografie scattate in diverse occasioni in annate diverse ma sempre negli stessi luoghi. Non posso non soffermarmi a pensare quei magnifici momenti di vita vissuta insieme alle persone a me più care. La straordinaria bellezza dei luoghi era accompagnata dalla amicizia e dagli stretti affetti con le persone che allora frequentavo.
Le immagini ritraggono un tratto di mare con una costa dai rapidi pendii rocciosi dove fiorisce una macchia mediterranea unica al mondo sia per varietà che per i colori di cui madre natura li ha dotati; in basso, quasi a strapiombo il blu intenso del mare che si fa subito profondo e lungo la costa i numerosi viaggi fatti con i battelli di linea mi disegnano un litorale costellato di piccoli paesi dalle case strette tra loro dai colori sgargianti e qua e là abitazioni isolate ma immerse nel verde smeraldo della vegetazione e circondate da orti realizzati sui terrazzamenti coltivati.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (V parte)

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paradisoLa Torre dello Ziro è perfettamente individuabile anche dal mare, posta sulla cima della dorsale del parco del Monte Aureo che chiude ad est nel fitto labirinto di pini marittimi.
Il nome di origine araba le fu attribuito per la somiglianza ad un contenitore tipico di forma cilindrica utilizzato per la conservazione di olio e cereali.
Costruita dal duca Antonio Piccolomini nel 1480 sull'ultima propaggine verso il mare del Castrum Scalellae che, insieme al Castrum Pigellulae (oggi Pogerola), costituiva le mura del Ducato di Amalfi e anche qui come in ogni luogo da "favola" insiste la sua leggenda.
La torre è costruita sui ruderi preesistenti della rocca di S. Felice del XII secolo e la fantasia unita alla tradizione vuole che un alone di mistero e di immaginazione racconti la triste storia della duchessa di Amalfi, Giovanna d'Aragona che qui fu rinchiusa e uccisa insieme ai suoi figli. Figlia illegittima di Ferdinando I d'Aragona nel 1490, all'età di dodici anni, la fanciulla andò in moglie al duca di Amalfi Alfonso Piccolomini. Pare che costui fosse un uomo dissoluto e corrotto e la lasciò vedova e madre di due figli molto presto con il gravoso compito di guidare un Ducato che praticamente era in rovina. Disegnata come giovane e caparbia, riuscì a risollevare il governo e, con l'avvenente maggiordomo di corte, tale Antonio Bologna, a ricostruirsi una famiglia.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (IV parte)

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paradisoLa prima sosta obbligata è proprio vicino al duomo dove finisce la piazza ed inizia Via Lorenzo di Amalfi. Poco prima del semaforo che regola il senso di marcia dell'unica via carrabile che attraversa la città c'è il Ristorante "Da Maria", luogo di pausa per un pranzetto ristoratore, dove la pizza verace e i piatti tipici partenopei la fanno da padrone. L'ambiente non è molto grande e la sala da pranzo si affaccia direttamente sulla cucina, dove con maestria i cuochi si dannano tra i fornelli in una giornata infuocata dal sole cocente, due scialatielli con il pesce appena pescato non possono che aiutarci ad affrontare il prosieguo della visita. Qui con Andrea, con Guido, il "conte" ed altri, ho passato magnifiche serate a raccontarci gli accadimenti di tutti i giorni. Le serate erano ingentilite dalla simpatia dei ristoratori che accompagnano da sempre le vivande con una "battuta" cordiale, che indica la simpatia tutta amalfitana.
Via Lorenzo di Amalfi è piccola e stretta, accompagnata ogni tanto da piccoli portici, realizzati con muri spessi e tutti intonacati di bianco, come tutte le case che si affacciano sulla via. Fanno bella mostra lungo tutta la strada che dopo poche centinaia di metri cambierà nome in via Pietro Capuano e poi ancora in via del Giudice e via delle Cartiere dove morirà vicino all'antico mulino della cartiera Amatruda in quella che viene chiamata la valle dei mulini, da lì parte infine un sentiero che s'inerpica sui monti Lattari. Piccoli negozietti dalle vetrine semplici ma stracolme di souvenir, alcune di abbigliamento ed elettrodomestici, ma anche molte simpatiche botteghe di frutta e verdura, dove limoni grossi come cedri fanno ombra a lunghissime trecce di rosso peperoncino piccante. Splendidi i negozi di pesce, sempre freschissimo, gli aromi della via sono quelli dell'origano, del finocchio selvatico.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (III parte)

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paradisoIl Duomo sorge sopra una alta e ripida scalinata di 62 gradoni con la quale più volte con i miei amici ed accompagnatori ci siamo soffermati a fotografarci a vicenda. Si accede al complesso architettonico attraverso l'atrio di ispirazione moresca e l'occhio non può che sporgersi a guardare la sottostante piazza e il suo piacevole passeggio, con le voci e i rumori caratteristici che appaiono dall'alto della scalinata una piacevole cantilena. Varchiamo l'accesso della basilica attraverso un immenso portale in bronzo dell'XI secolo, riccamente inciso e decorato, proveniente da Costantinopoli e voluto da una importante e nobile famiglia che ne fece dono alla città.
La Chiesa fu costruita in una posizione strategica sia dal punto di vista della centralità dell'abitato sia da quello della difendibilità, essendo questa realizzata su di un pianoro rialzato di circa 20 metri sul livello del mare.
Della primitiva cattedrale paleocristiana oggi restano soltanto le colonne e i capitelli classici, già recuperati da edifici romani della zona o trasportati via mare da altre località partenopee o da più lontano ancora.
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Il volto del potere

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Conoscere il volto di chi gestisce il potere oggi è difficile, è un privilegio concesso a pochi, o quantomeno i 59 milioni di italiani lo avranno visto e pochi avranno compreso della sua esistenza.
Faccino sereno, lineamenti rugosi che esprimono tenerezza, sguardo alto ma benevolo, assolutamente poche parole, sempre in seconda fila è l'identikit del nuovo Richelieau italiano.
Il mondo mediatico di cui lui è profondo conoscitore non fa che dirci che esistiamo solo se siamo visibili, ma intanto i veri potenti non li conosce nessuno, paradossale.
I burattinai mandano i pupazzi in TV a rimestarsi al posto loro e intanto il palcoscenico, che sia per recitare un melodramma o fare del varietà é lo stesso, anzi il secondo da possibilità a molte ex veline e tronisti di continuare la carriera da soubrette e cubisti; intanto questa politica è da talk show.
I burattinai non si mostrano mai se non a spettacolo finito, per prendere gli applausi se il teatrino ha avuto successo, e certamente non si mostrano se temono che invece di fiori possano essere lanciate uova e pomodori marci.
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Il cambiamento di stagione dopo l'8 agosto 1991

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Nave VloraEra proprio l'8 agosto, un giorno come oggi ma di vent'anni fa, quando la nave Vlora, proveniente da Durazzo, attraccava di primo mattino al porto di Bari sbarazzandosi del suo carico di migliaia di disperati.
Si trattava della prima imbarcazione arrivata dalle coste albanesi con un carico consistente di migranti, segnando l'inizio di una tragica epopea e anche un passaggio epocale per l'Italia che da nazione di emigranti passa ad essere una terra d'immigrazione.
L'arrivo della motonave ricordava vagamente i piroscafi carichi di siciliani, calabresi, campani, veneti, marchigiani, piemontesi ecc. che già da fine ‘800, con borse di cartone si avventuravano in terre lontane e straniere, senza conoscere né lingua né usi e costumi, alla ricerca di un pezzo di pane e di un futuro migliore.
L'Australia, gli Stati Uniti, l'Argentina erano le terre prescelte dagli emigranti Italiani così come L'Italia lo è stata ieri per gli albanesi e le popolazioni dell'est europeo ed oggi lo è per i nord africani.
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