Blog di Dante Paolo Ferraris

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Un cubano in Mandrogna (IV parte)

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WilmerNon puoi non portare uno dei tuoi amici, soprattutto se straniero a vedere Venezia, città triste ma affascinante.
Intanto iniziamo la ricerca di un biglietto aereo per rientrare a Cuba che appare da subito una fatica esagerata visto che la nostra agenzia di riferimento trova biglietti carissimi e con voli oltre il trentesimo giorno dalla scadenza del permesso di soggiorno.
Wilmer è permanentemente attaccato al personal computer a colloquiare con i suoi amici ballerini in giro per il mondo, un lusso che da Cuba non può permettersi. Anche il numero delle "amicizie" che si è fatto sul profilo di facebook è incredibile, anche se sa benissimo che sarà poi inutilizzabile quando rientrerà a casa.
Mio padre si sta divertendo come un "matto" a fargli provare tutti i tipi di condimenti e di pasta; ogni giorno ne propone uno nuovo e non riesco a comprendere come fanno ad intendersela così bene.
Il programma del viaggio a Venezia è diviso in cinque tappe, di cui la prima a Milano per vedere i voli disponibili, la seconda a Brescia per incontrare una conoscente di Wilmer che non vede da tempo e che comunque non vedrà perché risulta irreperibile, la terza con pernotto annesso è a Gardaland.
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Le lacrime di una madre

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lacrimeSono come celate in uno scrigno, assorte in un silenzio assordante, la solitudine la sua unica compagnia, in mezzo ad un frastuono del chiacchiericcio di tanti. Le lacrime coprono con un velo l’usura del tempo di una anziana madre, che con la mano tremante, timidamente le nasconde.
C'è un tempo per piangere e un tempo per ridere, le lacrime sono le stesse, espressione di ragione ed emozione; di ieri quando un fiocco veniva appeso all’uscio o di quando in mesto silenzio condivideva il dolore altrui.
Raccolgono la nostalgia di una vita che sta fuggendo via, non esprimono paura, non esprimono il timore della perdita di un corpo mortale, ma l’allontanamento da furtivi sguardi verso i suoi figli.
Lacrime che parlano come un palpito d'amore, il cui calore forse un dì si spegnerà e saranno allora le lacrime di dolore che bagneranno altre ciglia.
Non posso lasciarle cadere, devo porle nello scrigno del mio cuore, serbale con amore, celarle insieme a quel meraviglioso ricordo che dovrà sostenermi e continuare a condurmi per la vita.
 

All'ombra di Napoleone (VI parte)

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ParigiMentre velocemente saliamo sulla torre Eiffel ammiro il brillare di milioni di luci che costellano le strade, le grandiose piazze, le decine di musei e teatri, disegnandone un fantastico diorama. R. supera la fobia dell'altezza, anche se, schiacciati sugli ascensori, abbiamo scherzato sulle sue paure ottenendo un suo sorriso direi sforzato.
L'aria dai vari terrazzi della Torre si intrufola sotto i vestiti e fischia vicino alle orecchie e il bar che vende calici di champagne per le coppiette di innamorati, è deserto. Anche il ragazzo addetto al bar si è rifugiato dietro ad una vetrata.
La visione è spettacolare e valeva veramente la pena perdere qualche ora in coda per poter accedere a tanta bellezza.
La discesa è altrettanto rapida, anche se non ci siamo fatti mancare l'occasione di temporeggiare sui vari terrazzi per scattare qualche foto o additare i nostri prossimi obbiettivi di visita.
Lasciamo la torre Eiffel illuminata a giorno con le sue scintillanti luci che corrono su e giù in tutta la sua altezza.
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I miei eroi

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Justece LeagueI miei eroi sono quelle persone che silenziosamente svolgono il loro lavoro, costruendo come formichine un futuro migliore per tutti;
i miei eroi sono quelle persone che non si mettono in prima fila per apparire, si fanno seguire da uno stuolo di segretari e antepongono altisonanti titoli davanti al loro nome;
i miei eroi sono quelle persone che facendo fatica ad arrivare a fine mese mantengono dignitosamente la loro famiglia nonostante uno stringato stipendio;
i miei eroi sono quelle persone che non si vantano nel dire di essere i migliori ma si limitano a fare di ogni piccolo successo personale un regalo per tutti;
i miei eroi sono quelle persone che conoscono il valore della riconoscenza;
i miei eroi sono quelle persone che sanno donare senza chiedere un compenso;
i miei eroi sono quelle persone che sanno cosa è la dignità e non la svendono;
i miei eroi sono quelle persone che senza medaglia sanno piangere sulle disgrazie altrui;
i miei eroi sono quelle persone che sanno distinguere il male dal bene e non cedono davanti alle lusinghe;
i miei eroi sono quelle persone che portano rispetto a tutti nonostante tutto;
i miei eroi sono quelle persone che si privano di quel poco che hanno per fare un obolo a chi gli tende la mano;
i miei eroi sono quelle persone che non si arrendono mai;
i miei eroi sono quelle persone che hanno lo stesso sguardo di una madre quando guarda la sua creatura;
i miei eroi sono quelle persone che danno un grande valore all'amicizia e non tradiscono,

Tutto il resto è ipocrisia e populismo e di queste persone ne conosco purtroppo troppe.
 

All'ombra di Napoleone (V parte)

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ParigiRue de la Paix e Place Vendome sono stati il mio tormentone, colmi di luccicanti vetrine di gioielli, profumerie e di importanti atelier di moda, sono stati visitati seguendo le peripezie di S. e R.; un continuo attraversata della stradale zigzagando di corsa Rue de la Paix, tra le auto, richiamati dallo sfolgorio delle vetrine.
Rischiando più volte di essere investito seguendo i miei due simpatici pazzi amici, presi dalla compulsione di ammirare ciò che questi negozi esponevano, raggiungiamo così, place Vendome, mi appare come uno scrigno che racchiude tutto ciò che di snob può esserci: la ricchezza esposta nei negozi di gioielli e di firme di abbigliamento di gran moda, arricchita da mobili di gran lusso e da hostess e venditori che sembrano usciti da una rivista patinata e da calendari di vari Miss e Mister universo.
Una lunga fila di auto scure, con palestrati autisti, che carichi di cappelliere e pacchetti seguono le signore che escono dai vari negozi, mi ricordano i tanti film visti sulla "grandeur" parigina.
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Inizio e fine

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synopticonUltimo giorno, primo giorno, che differenza fa? Si cambia il calendario, si trascrivono i numeri utili sulla nuova agenda, si passa con sguardo veloce alle pagine della vita dell'anno appena trascorso, si fanno i buoni propositi per l'anno che viene, si fa finta di dimenticare l'anno passato gozzovigliando in una festa e poi? Tutto ricomincia, anzi continua.
Anche se aggiungeremo un numero dispari alla nostra età, qualche nuovo cappello bianco comparirà tra agli altri, occorre comunque guardare avanti, un occhio per non schiacciare le merde che ho incontrato e che continuerò ad incontrare sulla mi strada, l’altro rivolto in alto per godermi la serenità del cielo e attendere un domani di speranza, una scrollatine di spalle per togliermi la polvere d’ignavia da addosso e via verso nuove avventure godendoci la vita giorno per giorno sapendo che è una sola e che va vissuta interamente.
 

All'ombra di Napoleone (VII parte)

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ParigiA chiunque citi il Tunnel de l'Alma, viene in mente il tragico incidente occorso alla Principessa Diana a fine serata del 30 agosto 1997.
Diana Spencer e Dody Al Fayed escono dall'Hotel Ritz di Parigi, Place Vendôme, e sulla loro auto seguono la riva destra della Senna. Poco dopo mezzanotte imboccano il Tunnel de l'Alma seguiti da diversi fotografi e cronisti. La loro fuga dai flash si trasforma in tragedia. R&S ed io non possiamo non andare a fare due passi per omaggiare il monumento posto sopra all'ingresso del Tunnel de l'Alma e osservare con discrezione quanti ammiratori la Principessa Diana abbia ancora a distanza di 14 anni dall'evento che condusse alla morte i due innamorati. Tanti fiori rossi, tante fotografie e tante scritte dentro a cuori disegnati sul freddo cemento della spalletta del tunnel, mentre ancora le fotografie sono appese dagli ammiratori sulla lapide che ricorda avvenimento.
Dopo aver fatto questi due passi ad omaggiare i due sventurati innamorati, “costringo” R&S a seguirmi invece alla ricerca del Ponte de l'Alma.
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Un cubano in Mandrogna (III parte)

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WilmerPortare un ragazzo cubano in giro per l'Italia è come portare un bambino in un negozio di giocattoli, quello che cerca non è mai quello che tu vorresti ti chiedesse.
Il mio obbiettivo era fargli visitare il maggior numero di luoghi italiani famosi in tutto il mondo, ed è per questo motivo che organizzo un viaggio alla scoperta di Pisa e Firenze.
Partenza la mattina presto, una colazione in autogrill, si perde quasi un ora a guardare gli scaffali di dolci, giochi e alimentari.
Si parcheggia nei pressi del centro di Pisa ed entriamo valicando le antiche porte direttamente in Piazza dei Miracoli.
Lo sguardo è perso. Tento di raccontargli la storia di Pisa e dei suoi monumenti e capisco che non mi ascolta, i suoi occhi vagano cercando di catturare tutto quello che è possibile vedere per memorizzarlo. Come un bambino, si fa ritrarre in fotografia in tutte le pose classiche che tutti i turisti fanno a Pisa.
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Lasciamoci trascinare

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vitaLa vita è strana e complicata...
Passi intere giornate a farti domande e a darti delle risposte, poi succede che la vita ti da delle risposte che non ti saresti aspettato o che nemmeno ti eri immaginato. Questo un po' perché accadono cose che non avresti avuto idea che sarebbero successe, nemmeno con la più florida fantasia. Passiamo gran parte del nostro tempo ad arrovellarci il cervello con domande, supposizioni, fantasie... cercando di capire. E poi ci riesci? Io quasi mai; anzi, il più delle volte sono rimasto "scottato" proprio dalle persone più vicine e che ritenevo amiche! A questo punto perché porci tante domande? perché non vivere la vita come ci si propone giorno per giorno? senza chiederci perché? quando? come?
Ma in questo modo io non ne sono capace, amo la vita che mi fa gioire e che mi fa soffrire, che mi fa piangere di gioia quando vedo la soddisfazione altrui, che mi fa "immaginare" quando vivi scene di disperazione e di solidarietà.
Quante volte ho sperato d'imparare a diventare ipocrita come quei tanti che mi hanno circondato in questi anni, come vorrei essere bugiardo come Pinocchio per campare alla giornata. Ma non è possibile, la vita mi ha scelto per mettermi in confusione, per darmi lezioni e poi spiegarmele.
La vita è un grande puzzle che sembra incomprensibile, dove ogni tassello è un'esperienza, una lacrima, un sorriso, una risata. Lasciamoci trascinare dalla vita che ha il vissuto e che sa farti provare continue e forti emozioni proprio fino alla fine.
 

Un cubano in Mandrogna (II parte)

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WilmerIl viaggio in autostrada verso Torino è costellato di mille domande che Wilmer mi pone su tutto ciò che vede. Pare essersi svegliato nel paese dei balocchi, le auto, i palazzi, che per lui sono tutti grattacieli, i camion, i cartelli pubblicitari, diventano oggetto di curiosità. Una breve sosta in autogrill per il pieno di gasolio e un caffè e dopo un attimo eccolo li, girare tra gli scaffali con gli occhi sgranati di un bambino alla ricerca di un gioco nuovo.
Entrando a Torino ecco che mi viene posto un'inusuale domanda al casello autostradale sul "perché si paga la strada?", ovvero l'autostrada. non ha idea ancora del costo della vita in Italia ma presto se ne renderà conto.
La città di Torino è un enorme parco giochi, poche cose non lo attraggono come il rumore incessante del traffico che lo disturba; d'altra parte chi conosce i Caraibi sa il perché!
Si pranza da Roby e Sergio, qui la prima lezione di cosa si mangia in Italia è affidata a Roby che deve anche spiegargli l'ordine delle portate. Ovviamente trova tutto buono, sarà la fame, sarà il viaggio, sarà la curiosità, ma è splendido leggergli negli occhi la felicità.
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All'ombra di Napoleone (IV parte)

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ParigiParigi vanta il più celebre museo del mondo: il Louvre, ha sede in un grandioso palazzo che fu residenza ufficiale di Carlo V nel XIV secolo e dimora dei re di Francia nei secoli successivi. Per percorrere tutte le sale di questo immenso museo e osservare le migliaia e migliaia di opere d'arte di ogni epoca e di ogni parte del mondo, non sarebbe sufficiente un intera settimana. Già la mattina presto, sotto una tenue pioggerellina, ci siamo messi in coda tutti e tre.
Una fila eterogenea, composta, i visi tondeggianti degli asiatici dall'imperscrutabile sguardo, sempre rivolti con il naso all'insù alla scoperta di ogni piccolo particolare della corte della reggia, erano in contrapposizione con il chiassoso gruppo italiano, che invece riusciva in ogni momento a rompere parzialmente la coda che si snodava intorno all'ingresso, posto sotto una piramide di acciaio e cristallo, situata al centro del piazzale.
Dalle finestre del palazzo ogni tanto qualche turista si affacciava a guardare un cortile famoso, tanto da diventare scenografia degli innumerevoli film storici sulla Francia.
Scesi nell'immensa hall, ricavata sotto il piazzale, ci riponiamo in coda per prendere i biglietti d'ingresso: la nostra sarà una visita lunga, ma non esaustiva, una specie di giro del mondo tra i più grandi artisti esistiti.
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