Un "bimbominkia" di quarantanni
Sabato 18 Agosto 2012 22:42
 Passeggiare la sera sul lungo mare, guardare giovani famiglie che spingono carrozzine con i loro piccoli pargoli, attempate coppie che si sostengono l'un l'altro, zigzagare tra le immancabili lenzuola dei "vu cumprà" che ostentano occhiali da sole, cinture e borse di falsa griffe, sederti su una panchina sotto le alte palme, a guardare un mare che assume colori dal nero inchiostro, alle più bianche schiume delle piccole onde che s'infrangono sulla scogliera, mentre una leggera brezza ti avvolge, rinfrescando una torrida giornata, pare essere la conclusione ideale per una giornata di mare.
Ma unitamente alle signore con la maglietta di filo nero o marroncino chiaro, ai giovani virgulti che anche la sera per gustarsi il gelato indossano canotte sdrucite per mettere in mostra quei muscoletti quali novelli bronzi di Riace dal jeans trucido, trovi anche tribù di giovani ragazzotti.
Adolescenti vestiti con un pantaloncino che coprono appena il ginocchio o meglio da braga abbondante con la vita bassa, ma talmente bassa, da avere il lato B quasi completamente all'aria, che ti permette di leggere la marca della mutanda se c'è, tutti con t-shirt bianca, nera o grigia che arriva appena più giù delle parti basse e infilata nel pantaloncino solo da un lato, sopra di essa una felpa Comix di colore chiaro oppure rossa o verde, scarpe da ginnastica alte, pettinature cotonate con vistosi cerchietti, chi è munito di copricapo lo porta con la visiera al contrario, comunque con il cappuccio sopra il cappello, tutti forniti di skate, vestiti in stile rapper anni 80-90, tutto ci sta nella nostra tipica estate italiana.
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Risk Management
Lunedì 13 Agosto 2012 17:04
 Si parla tanto di gestione dei rischi, ne parla la TV sul rischio default delle banche, ne parla il mio assicuratore ogni qualvolta vuole aumentarmi la polizza vita o la R.C.A., ne parlano i “so tutto io” nei talk show televisivi e ne parlo pure io nel mio lavoro.
È una bella espressione, oggi abbiamo anche i risk manager, perché alla fine tutti e tutto sono soggetti ad un rischio, nulla e nessuno è esente da quello che è un ciclo virtuoso della vita. Alla fine qualcosa può andare storto, e spesso succede, che sia per colpa nostra o per l'altrui risultato, noi possiamo solo mitigarne l'accadimento ma non sempre possiamo evitarlo.
Alcuni sono più bravi a prepararsi e ad limitare i danni, talvolta a trasformare un fallimento in un successo.
Quando tutto pare giri male si può optare tra più soluzioni, sceglierne una sbagliata, una inadeguata o nessuna soluzione, o il grande successo. Se analizzi precedentemente il rischio che corri in ogni tua azione, puoi comunque trasformare un insuccesso in un occasione perduta che non è pari ad un fallimento.
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Quando una coppia lo e' di fatto
Lunedì 06 Agosto 2012 14:38
 Sono rimasto sconcertato dalla goffaggine tipicamente italica dei nostri parlamentari che per giorni e giorni hanno messo in evidenza sui maggiori quotidiani nazionali, radio e TV locali e nazionali la tipica condizione mentale retrograda italiana sulle coppie di fatto. Anche all'interno del maggior partito politico, che si definisce di centro sinistra, si è manifestato un pesante scontro dialettico, durante il quale anche persone che ritenevo moderne e illuminate sono cadute nella più gretta retorica dai falsi principi morali.
In Europa e nel mondo non si fa discriminazione sul sesso, purché siano rispettati i principali comportamenti etici e non si scada nella volgarità. Nel nostro paese, da sempre bigotto e guidato da uomini vestiti con abiti talari, anche se amiamo dire "libera Chiesa in libero Stato" siamo influenzati nei comportamenti più da precetti religiosi che da comportamenti di reciproco rispetto.
Il conflitto nasce sopratutto sul matrimonio omosessuale, partendo dal presupposto che sia immorale e contro natura. Tale atteggiamento mi riporta alla memoria quando le stesse posizioni di condanna e spregio erano rivolte ai matrimoni interrazziali, benché eterosessuali. Fortunatamente la legge terrena fu determinante per far passare un principio comunque biblico di parità e fratellanza ed uguaglianza tra i sessi.
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Un treno di sbuffi
Martedì 31 Luglio 2012 23:42
 Stamane apro il giornale locale e trovo un nuovo elenco di tagli di linee ferroviarie, definite impropriamente minori o ancor peggio etichettate come "rami secchi".
Ciò mi rende nervoso, non solo perché le linee ferrate sono parte integrante della storia del nostro paese, ma anche perché sono state uno strumento fondamentale per creare l'unione nazionale, permettendo di unire rapidamente il nord e il sud, l'ovest e l'est della nostra neonata nazione, avendo così anche un ruolo per il sociale. Sono state il mezzo di viaggio di molti immigrati alla ricerca di miglior fortuna e sono ancora oggi il mezzo di trasporto di migliaia di lavoratori e studenti costretti al pendolarismo e vederle soppresse, sospese, tagliate e mandate in malora mi rende ancora una volta più contrariato.
E' irritante pensare che si tagliano le linee che univano piccoli centri abitati ai grandi centri di produzione, benché i pendolari fossero costretti a viaggiare su treni gelati d'inverno, con vagoni trasformati in piccoli forni d'estate e i viaggi quotidiani fossero fatti su carrozze sgangherate, sporche e maleodoranti, consentiva ad un nutrito numero di persone di recarsi al lavoro e di fare amicizie. Ogni treno o meglio ogni vagone era ormai una pagina del proprio libro della vita.
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La forza di vivere
Giovedì 26 Luglio 2012 20:40
 Fermarsi un attimo e guardare indietro è una cosa che mi sono ripromesso di non fare mai, ma per guardare avanti occorre ogni tanto fare i conti con se stessi; guardarsi dentro e verificare cosa finora si è costruito.
Analisi non facile ma ogni tanto necessaria, che devo fare tra me e me, con l'ineluttabilità ogni tanto di uscire allo scoperto e manifestare il mio stato d'animo.
Mi capita sovente di "guardarmi dentro" quando sono solo, quando mi guardo allo specchio, quando ascolto le parole di una canzone o anche dopo aver letto un paragrafo di un libro che mi porta a riflettere.
Chissà perché nei miei pensieri e nelle mie "riflessioni dentro" cerco di mettere sempre in evidenza ciò che non ho fatto o ciò che ritengo di aver fatto male o dove ho sbagliato, poi alla fine mi accorgo che spesso gli sbagli sono indotti da altri. Sono consapevole che una base di egocentrismo e solipsismo mi ha portato talvolta ad aver sbagliato amicizie o legami, ma ciò mi capita sopratutto perché voglio apparire sicuro di me: forse, se volete, è anche presunzione.
Così ogni tanto mi capita di chiedere scusa a chi ho tradito o offeso, anche se alla fine non ho mai tradito nessuno, mi affliggo nel considerare tradimento ciò che spesso è una bugia, e offesa ciò che in fondo era verità detta. Talvolta anche una scrollata di spalle mi permette di mandare "affanculo" ogni nemico o falso amico. Ciò mi aiuta molto e un grande sentimento di soddisfazione mi pervade.
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All'ombra di Napoleone (XVIII ed ultima parte)
Giovedì 16 Agosto 2012 18:11
 L'ultimo giorno è dedicato a preparare le valigie, cercando di non dimenticare nulla nel nostro alloggio e mentre i mie colleghi d'avventura dormono ancora, vado a messa nella chiesa del Sacré Coeur, vera icona del culto cattolico a Parigi.
Ci sono tantissimi giovani e numerose famiglie che occupano tutti i posti a sedere nelle bancate della chiesa, molta gente sta in piedi a seguire la santa messa. Trovo posto in una bancata in fondo la chiesa. L'atmosfera multietnica è avvolgente, i fedeli, tutti rivolti verso il prelato, alternano un mesto silenzio a un'orazione collettiva, interrotta solo dal pianto di un bambino che rende la santa messa intensamente partecipata.
La messa è seguita con attenzione, gli stessi turisti che entrano nel tempio mentre la funzione è in corso, si fermano a parteciparvi o escono subito per non disturbare i fedeli riuniti in preghiera.
A fine Messa, la gente esce silenziosamente dalla tempio del Sacrè Coeur, la giornata è bigia e fa caldo, ma il cielo e coperto da nuvole, i miei abiti sono appiccicaticci. Mi soffermo ancora un attimo sulla collina per dare un ultimo sguardo a Parigi.
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All'ombra di Napoleone (XVII parte)
Venerdì 10 Agosto 2012 18:11
 Prima di partire per questo mio primo viaggio parigino mi ero documentato sul piano di emergenza o di protezione civile di Parigi, o meglio sul DDRM de Paris ovvero Dossiers Départamental sur les Risques Majeurs de Paris.
Un'analisi semplice, legata al piano ORSEC (Organisation de la Réponse de Sécurité civile) che ti permette di comprendere come le pubbliche autorità hanno analizzato i maggiori rischi della città, quali provvedimenti sono da attuare e a quali comportamenti devono attenersi cittadini e turisti.
Professionalmente non plaudo molto a quanto letto, ma certamente il documento è facilmente leggibile, senza molti fronzoli, compatto e sopratutto facilmente reperibile. Oltre al DDRM, si può facilmente reperire presso la "Mairie de Paris" anche un importante documento sui maggiori rischi di Parigi, tra l'altro scaricabile dal sito internet del Comune.
Comunque è difficile pensare che in Italia, per una città di così grandi proporzioni si possa avere un analisi tematica abbastanza precisa, come il censimento degli edifici pubblici suddivisi per numero di persone che vi possono accedere e il rischio d'incendio correlato. Un invito alla lettura per chi come il sottoscritto è impegnato professionalmente nella analisi del rischio e sulle azioni di mitigazione dello stesso.
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All'ombra di Napoleone (XVI parte)
Sabato 04 Agosto 2012 18:11
 Camminare per Parigi e non guardare anche per terra è sempre un problema, non solo per i "regalini" che puoi trovare sui marciapiedi lasciati dal miglior amico dell'uomo, che provocano inevitabilmente reazioni certamente poco etiche, la colpa in questi casi è certamente dei loro padroni, ma a Parigi puoi anche trovarti di fronte un improvviso cedimento del marciapiede o della strada, soprattutto nella Parigi vecchia. Generalmente il pronto intervento della municipalità parigina riesce a limitare prontamente i danni e il pericolo. Sul nostro percorso abbiamo trovato piccole staccionate che racchiudono ampie aperture nel suolo e questo mi permette di spiegare a R&S cos'è l'Inspection Génerale des Carrières. Devo dire che i miei compagni di viaggio mi ascoltano con scarsa attenzione ma è una delle curiosità parigine che più mi appassionano.
L'Inspection Génerale des Carrières è responsabile della gestione del rischio legato alle cave antiche e alla dissoluzione del gesso nel sottosuolo di Parigi e della maggior parte dei Comuni della periferia parigina.
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All'ombra di Napoleone (XV parte)
Sabato 28 Luglio 2012 18:11
 Accelero il passo sotto la pioggia che ormai mi ha intriso i vestiti, mentre penso che sarebbero molte le visite che vorrei fare sostando davanti a tanti illustri personaggi del passato, ma posso solo dare un occhiata sfuggente. Il timore che R&S siano in pensiero per me, visto il mio ritardo sui tempi concordati, non mi permette di dilungarmi più di tanto.
Raggiungo per una brevissima sosta la tomba di Jean de La Fontaine (Château-Thierry, 8 luglio 1621 - Parigi, 13 aprile 1695), scrittore e poeta francese, autore di celebri favole con intenti moralisti. La Fontaine condusse una vita piuttosto oziosa entrando sotto la protezione di diversi nobili.
Frequentò letterati del calibro di Jean Racine, Molière e Madame de La Fayette. Fu anche eletto membro dell'Académie Française nel 1683.
Lui stesso si definì «anima inquieta e ovunque ospite di passaggio» e per tutta la sua vita oscillò tra la pace della campagna e la seduzione della vita mondana parigina. Nonostante le scarse qualità oratorie, frequentò i migliori salotti parigini e grazie al suo temperamento amabile era in grado di farsi ben volere dal protettore di turno.
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All'ombra di Napoleone (XIV parte)
Sabato 30 Giugno 2012 18:11
 La pioggia si fa più insistente e non posso soffermarmi troppo tra le tombe dei miei napoleonici e così, protetto dalla cartina del cimitero che ormai si sta sfaldando, passo velocemente e soffermandomi per poco tempo davanti alle tombe di Ney, Suchet, Murat, Victor e Kellerman, che qui ricorderò brevemente prima di raggiungere le tombe di La Fontaine e Molière. Come ultima tappa quella di Jm Morrison, dove reincontrerò R & S.
Ney, o meglio Michel Ney, duca di Elchingen, Principe della Moskowa, ufficialmente morto a Parigi il 7 dicembre 1815, ma sulla cui fine aleggiano diverse leggende, è stato un generale francese, Maresciallo dell'Impero con Napoleone Bonaparte. Anch'esso di umili origini (figlio di un mastro bottaio), studiò nel collegio degli agostiniani e lavorò in gioventù per qualche anno presso un notaio. Il 12 febbraio 1787 si arruolò come volontario in un reggimento di Ussari dell'esercito regio.
E' ricordato soprattutto per i suoi notevoli successi militari. Fu nominato Maresciallo dell'Impero il 19 maggio del 1804, con la Grande Armée Ney riuscì vittorioso ad Elchingen, il che gli valse il titolo di duca di Elchingen. Partecipò alla battaglia di Jena, e pure al grande successo della battaglia di Friedland il 14 giugno 1807, sbaragliando l'ala sinistra dell'esercito russo (in quel momento lo stesso Napoleone commentò l'azione di Ney al maresciallo Mortier con l'esclamazione «Quell' uomo è un leone!»). Fondamentale fu il suo comando nell'azione della difesa della retroguardia della Grande Armée durante la Campagna di Russia; tale comportamento gli valse il soprannome di "prode dei prodi" e il titolo di Principe della Moscowa.
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