Blog di Dante Paolo Ferraris

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Notte Verde con le Penne Nere

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alpinoL'attesa sulla banchina del binario 5 è lunga e cerco di far passare i 50 minuti di attesa del regionale per Torino ascoltando la musica dall'Ipod e guardandomi intorno come per capire come sia cambiata la stazione ferroviaria della mia città negli ultimi anni. Non utilizzo molto il treno per gli spostamenti, sia per pigrizia sia per non sentirmi legato da orari.
Questa volta però lo ritengo assolutamente necessario: sono convinto che avventurarsi oggi verso Torino sia una "missione impossibile". Intorno a me crocchi di giovani fanciulli dall'aria inebetita dalla splendida e calda giornata che fanno confusione con i loro urletti scemotti, ma è tutto permesso vista la loro giovane età. Mi colpiscono due giovanissime coppie teneramente abbracciate che continuano a baciarsi, probabilmente dichiarandosi amore eterno, apprezzo il bello delle prime infatuazioni, quando pensi di essere al centro del mondo e di aver scoperto il valore della coppia e della vita.
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Viaggi pruriginosi (II parte)

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misexSimone mi aveva fatto riflettere molto su questo antico mestiere in quanto lo avevo sempre preso in considerazione nella versione femminile e all'idea del "prostituto" non avevo mai prestato particolare attenzione.
Questa sosta al MI.SEX mi permette anzi di "aprirmi intellettualmente" a un mondo che è sicuramente "sommerso" ma è di una tale ampiezza che merita ogni tipo di attenzione e riflessione, cosa che farò sicuramente e cercherò prossimamente di analizzare e studiare e non mancherò certamente di scriverne.
Il mio amico mi aveva fatto conoscere un suo "collega" forse "concorrente", direi leggermente più anziano, che si era unito al nostro tavolino del bar sotto la galleria Vittorio Emanuele a Milano. Daniele ma soprannominato professionalmente Daniel era entrato con molta "nonchalance" nel nostro discorso e senza grandi difficoltà, non vedendomi né come giornalista né tanto meno, e purtroppo per me, come un probabile concorrente, aggiunge al nostro discorso particolari importanti per farmi comprendere perché una donna dovrebbe andare a cercare un gigolo a pagamento.
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Bestemmia umanitaria

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guerra umanitariaIn questi giorni sentiamo di nuovo parlare di Guerra Umanitaria, come se ci fosse qualcosa di umano nella Guerra, forse si, ma il volto umano della guerra è la sofferenza, la morte, il dolore, lo strazio della perdita dei propri cari, la scomparsa di una civiltà a favore di un'altra, la recrudescenza di antichi dissapori ed in questo caso tribali, ma anche la fuga, il rifiuto, la dignità negata, questo è il volto di una guerra umanitaria.
Nell'epoca della globalizzazione dove tutto è immediato, dove la comunicazione diventa strumento di propaganda, sono ancora le armi a determinare il vincitore e non la Ragione.
Ma nel Nord Africa ciò che stato una rivolta di popolo è diventato rapidamente un conflitto internazionale, dove la volontà di cambiamento si è trasformato in nuove forme di egemonia, mascherando il nuovo colonialismo in intervento umanitario.
Tale propaganda, tali azioni militari in difesa di popolazioni inermi li troviamo oggi in Libia ma non in Siria, Nigeria o Sudan ecc… e tutto ciò avviene nella più totale indifferenza mediatica.
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Viaggi pruriginosi (I parte)

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misexNon vorrei scandalizzare i miei lettori ma questa volta mi addentro in un argomento "scottante" o quantomeno che i benpensanti potrebbero considerare scandaloso, certamente è uno scritto leggero e forse frivolo.
Però ho ritenuto che questo breve racconto dovesse comunque essere scritto in virtù di alcune considerazioni: la prima sta nel mio non accettare più quel falso moralismo ormai imperante nella nostra società, la seconda sta nella ricerca di un‘etica in tutte le cose e per ultima ma non per questo meno importante nel voler affrontare una ricerca su un mondo fino ad oggi per me quasi sconosciuto.
Fatte queste considerazioni posso tranquillamente invitare il lettore che condivide i miei presupposti a proseguire nella lettura, gli altri a cambiare blog o a passare ad altro post.
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Esistono i fantasmi?

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fantasmiÉ sorprendente, ma sembra che appaiano più fantasmi di persone vive che non di persone morte. Gli esperti chiamano questi fantasmi viventi "apparizioni critiche", perché molti appaiono quando la persona di cui sono il fantasma si trova in pericolo o quando la coscienza di chi ha la visione non è molto limpida.
Sinceramente sono un po' dispiaciuto, anche a me piacerebbe vedere un fantasma, questa entità astratta che veleggia, mi piace l'idea di un "fantasmino buono" come il celebre CASPER della Paramount. Certo che se vedere il fantasma di una persona vivente significa che questa è in pericolo, mi dispiacerebbe un po', ma non ho altre visioni.
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Con il pensiero verso Haiti (IV ed ultima parte)

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Haiti è l'isola che non c'è, quella di Peter Pan, quella dei sogni infranti. Quella del bambino che non voleva mai crescere, eppure Haiti esiste, è reale, con tutta la sua storia, le sue tragedie, il suo continuare a lottare.
Un' isola dimenticata fino a quel disgraziato 12 gennaio ora è piena di volontari e militari in divisa, da sembrare in guerra da quanto è militarizzata.
Ma ci sono anche i volontari haitiani che vivono nei campi improvvisati e che devono sostenere loro stessi e contemporaneamente aiutare i loro connazionali. Sono orgogliosi di essere haitiani, lavorano e collaborano con le migliaia di operatori internazionali provenienti da tutto il mondo e nascondono le proprie difficoltà con la voglia di essere uguali ai soccorritori d'oltremare anche senza le scintillanti auto delle O.N.G. presenti, indossando, quando possono permettersela, una misera pettorina con il nome della loro organizzazione.
La preoccupazione di tutti è rivolta all'imminente inizio della stagione delle piogge, e mentre la maggior parte della popolazione è ancora sotto i teloni e le casette provvisorie sono pochissime, molte aree destinate al ricovero sono ancora in fase di progettazione.
I problemi più grossi si incontrano nel reperire gli spazi necessari visto che vi sono ovunque cumuli di macerie e che è molto difficile individuare i proprietari di aree idonee ad ospitare strutture, naturalmente scontrandosi con la burocrazia e le leggi locali.
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Dietro le quinte di Cuba (VI parte)

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Cuba (04/2010)Passiamo la giornata con una visita con la famiglia di Wilmer a Sancti Spiritus, la strada è un ampio viale bellissimo, bordato di flamboyant, alberi dai fiori rossi, che generano una esplosione di rosso e verde che si staglia su un cielo azzurro, sfrutterò questa giornata per curiosare tra i negozietti della cittadina alla ricerca di qualche regalino da portare a casa agli amici più stretti.
La giornata scorre tranquilla, impegnati a fare i veri turisti per negozi e a far fotografie vicino alle statue di illustri personaggi cubani. Yanelis si presta volentieri ha farmi da damigella in posa per le mie fotografie.
I negozi vendono essenzialmente prodotti nazionali ma si può trovare anche merce asiatica o sud americana.
Sono alla ricerca di una Guayabera che mi piacerebbe regalare al mio amico Roberto che la vorrebbe aderente per mettere in evidenza il suo fisico ma la Guayabera è una camicia a manica lungha o corta, caratterizzata da pieghettature verticali (alforzas) e dotate di due o quattro tasche. E' molto popolare in America Latina ed è anche utilizzata come camicia nuziale in Messico, sopratutto diffusa per i matrimoni celebrati in spiaggia per la combinazione di stile e comfort.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (VI ed ultima parte)

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Missione BaghdadSi può dire che la guerra sia ancora in corso, che già gli iracheni mettono in circolazione Dinari falsi e ciò ci spinge ad essere maggiormente attenti. Intanto che continuo a verificare i possibili fornitori per i generi alimentari, materiale elettrico, carpenteria, servizi di pulizia e interpretariato, i colleghi ottengono le necessarie autorizzazioni dal governo provvisorio e della I.R.C.S. (Iraq Crescent Society)
I direttori sanitari dei due ospedali si dimostrano particolarmente disponibili e felici del nostro arrivo mentre gli unici a mostrare una certa ostilità sono i ginevrini che temono invasioni di campo, ma per noi questo è un problema politico tra Roma e Ginevra
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Dietro le quinte di Cuba (V parte)

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Cuba (04/2010)Entriamo a Jatibonico, piccola cittadina della Provincia di Sancti Spiritus che prende il nome dall'omonimo fiume. La strada centrale, che porta il maestoso nome di calle MACEO, è linda e non ci sono i soliti segni delle moderne città occidentali. Porta il nome di Antonio Maceo Grajales, generale e politico cubano, eroe della guerra di indipendenza dell'isola dalla Spagna combattuta a più riprese tra il 1868 e 1898. Maceo è considerato con Maximo Gomez il più importante condottiero militare della guerriglia condotta contro la potenza colonizzatrice che occupava l'isola dal 1492.
Si occupò delle attività del padre, commerciante di prodotti venezuelani e agricoltore ed in seguito aderì alla massoneria cubana che era influenzata dai principi della rivoluzione francese.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (V parte)

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Missione Baghdad Tutta la delegazione incontra il generale Blaunt (U.S. Army) al Palestine, Hotel nel centro Baghdad, diventato sede del comando alleato.
Davanti all'albergo, circondato da filo spinato, carri armati e nidi di mitragliatrici ovunque, una moltitudine di persone si accalca alla ricerca di chissà quale permesso o favore da chiedere.
Ci avviciniamo, strappando ogni centimetro a questa moltitudine di persone, tutti iracheni o quasi. Stringo forte i documenti e nel tentativo di raggiungere l'ingresso mi sento sfilare dalla tasca chiusa il portafoglio. Mi giro di scatto, fortemente irritato e gesticolo con chi era vicino a me, ma tutti alzano le mani scuotendo la testa dimostrando di aver compreso l'accaduto, ma non riesco a recuperare il portafoglio. Una grande rabbia mi assale, intanto mi sento impotente, i colleghi ormai sono avanti e non riesco a farmi sentire da loro, ma poi anche se mi sentissero cosa possono fare?: NULLA, NULLA, sono migliaia intorno a me, non esiste uno Stato, c'è la guerra e non esiste una polizia, almeno come possiamo immaginarla noi occidentali.
La rabbia non è per il furto dei soldi e dei documenti (cosa mi sono portato da fare la carta di credito, in un paese in guerra!), ma perché mi sono fatto fregare come un "pollo", io fiero del mio essere mandrogno. Cerco con rassegnazione di raggiungere i colleghi dentro il Palestine.
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Dietro le quinte di Cuba (IV parte)

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Cuba (04/2010)Mi sveglio la mattina presto e preparo una sacca con un po' di indumenti per cambiarmi nei prossimi giorni e carichiamo l'auto con gli acquisti fatti da Wilmer per la madre e la sorella.
Sono proprio curioso di conoscere i suoi familiari. Probabilmente incontrerò anche il padre (divorziato) che fa l'infermiere ma è sempre in giro per il centro america con l'organizzazione ALBA.
Già per uscire da Matanzas con l'auto è un avventura, i cartelli stradali sono pochi e le strade sono malmesse, ampi buchi sull'asfalto ti costringono a fare degli slalom ed a procedere non troppo velocemente.
Dobbiamo raggiungere l'autopista nacional, una specie di autostrada che negli intendimenti doveva collegare Pinan del Rio a Santiago de Cuba e Guantanamo ed invece termina a Jatibonico.
Un'opera inconclusa in tante parti, non vi sono guardrail, segnaletica, reti di protezione, incroci a raso ovunque, insomma 650 km circa di asfalto disseminata di crateri che la rendono molto pericolosa.
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