Blog di Dante Paolo Ferraris

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Il teatrino italiano delle dimissioni

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dimissioniSeduto sulla poltrona della mia scrivania in ufficio, con i raggi del sole che attraversano la finestra rendendo così la giornata ancor più torrida e benché il climatizzatore provi ad attenuare l'ondata di calore, tento di leggere sullo schermo del computer una di quelle prolisse leggi pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale che con tutti i suoi rimandi ad altre leggi e circolari non fanno altro che confonderti le idee.
Il telefono di color nero della scrivania squilla con insistenza e dall'altro capo dell'apparecchio, dopo i soliti saluti e convenevoli, un responsabile di un associazione di volontariato lancia strali nei confronti della sua sede nazionale e dei suoi attuali vertici, annunciandomi le sue dimissioni e di una folta schiera di volontari.
Ascolto con calma le sue rimostranze, sa benissimo che io posso solo dare ascolto e non altro, che posso solo raccogliere le sue recriminazioni e poi come un sacco d'immondizia buttare via il tutto, ma ciò gli serve per scaricare la sua rabbia.
La televisione accesa nel mio ufficio manda in onda delle interviste televisive in cui giovani disoccupati e lavoratori precari chiedono ad alta voce le dimissioni del premier e dei suoi ministri.
Sull'altro canale alcuni parlamentari annunciano dimissioni e elezioni anticipate. La parola dimissioni pare essere nel lessico quotidiano tra le più usate e ciò mi porta un po' a riflettere su come il potente di turno o chi si crede tale valuti veramente questa possibilità, quale atto volontario e facoltativo.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (III parte)

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paradisoIl Duomo sorge sopra una alta e ripida scalinata di 62 gradoni con la quale più volte con i miei amici ed accompagnatori ci siamo soffermati a fotografarci a vicenda. Si accede al complesso architettonico attraverso l'atrio di ispirazione moresca e l'occhio non può che sporgersi a guardare la sottostante piazza e il suo piacevole passeggio, con le voci e i rumori caratteristici che appaiono dall'alto della scalinata una piacevole cantilena. Varchiamo l'accesso della basilica attraverso un immenso portale in bronzo dell'XI secolo, riccamente inciso e decorato, proveniente da Costantinopoli e voluto da una importante e nobile famiglia che ne fece dono alla città.
La Chiesa fu costruita in una posizione strategica sia dal punto di vista della centralità dell'abitato sia da quello della difendibilità, essendo questa realizzata su di un pianoro rialzato di circa 20 metri sul livello del mare.
Della primitiva cattedrale paleocristiana oggi restano soltanto le colonne e i capitelli classici, già recuperati da edifici romani della zona o trasportati via mare da altre località partenopee o da più lontano ancora.
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Il volto del potere

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Conoscere il volto di chi gestisce il potere oggi è difficile, è un privilegio concesso a pochi, o quantomeno i 59 milioni di italiani lo avranno visto e pochi avranno compreso della sua esistenza.
Faccino sereno, lineamenti rugosi che esprimono tenerezza, sguardo alto ma benevolo, assolutamente poche parole, sempre in seconda fila è l'identikit del nuovo Richelieau italiano.
Il mondo mediatico di cui lui è profondo conoscitore non fa che dirci che esistiamo solo se siamo visibili, ma intanto i veri potenti non li conosce nessuno, paradossale.
I burattinai mandano i pupazzi in TV a rimestarsi al posto loro e intanto il palcoscenico, che sia per recitare un melodramma o fare del varietà é lo stesso, anzi il secondo da possibilità a molte ex veline e tronisti di continuare la carriera da soubrette e cubisti; intanto questa politica è da talk show.
I burattinai non si mostrano mai se non a spettacolo finito, per prendere gli applausi se il teatrino ha avuto successo, e certamente non si mostrano se temono che invece di fiori possano essere lanciate uova e pomodori marci.
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Il cambiamento di stagione dopo l'8 agosto 1991

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Nave VloraEra proprio l'8 agosto, un giorno come oggi ma di vent'anni fa, quando la nave Vlora, proveniente da Durazzo, attraccava di primo mattino al porto di Bari sbarazzandosi del suo carico di migliaia di disperati.
Si trattava della prima imbarcazione arrivata dalle coste albanesi con un carico consistente di migranti, segnando l'inizio di una tragica epopea e anche un passaggio epocale per l'Italia che da nazione di emigranti passa ad essere una terra d'immigrazione.
L'arrivo della motonave ricordava vagamente i piroscafi carichi di siciliani, calabresi, campani, veneti, marchigiani, piemontesi ecc. che già da fine ‘800, con borse di cartone si avventuravano in terre lontane e straniere, senza conoscere né lingua né usi e costumi, alla ricerca di un pezzo di pane e di un futuro migliore.
L'Australia, gli Stati Uniti, l'Argentina erano le terre prescelte dagli emigranti Italiani così come L'Italia lo è stata ieri per gli albanesi e le popolazioni dell'est europeo ed oggi lo è per i nord africani.
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Il mio guardaroba ed il conformismo

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ittenQuante volte ci troviamo nell'indecisione sul come vestirci, su che abbigliamento e accessori indossare e soprattutto, su quale abbinamenti fare tra questi? Certo, a volte basta un po' di gusto e di buon senso per effettuare queste scelte. Quante volte mi sono sentito dire dal mio amico Roberto che ho gusti squallidi nell'abbinare i colori o peggio ancora da altri amici che scelgo capi di abbigliamento sempre fuori moda e che non devo acquistare capi di taglia molto grande.
Insomma sembra che il mio look sia uno dei casi più disperati. Ho raccolto consigli e fatto qualche piccola ricerca ed ecco un piccolo prontuario che dà le regole generali da seguire per l'abbinamento dei vestiti, degli accessori e dei colori. Spero di seguirle in modo da tacitare chi con benevolenza cerca di aiutarmi e altri che con piacere mi deridono.
Un post fuori dalle mie tradizionali analisi ma d'altronde siamo in estate e questa ricerca "leggera" da ombrellone potrebbe risultare anche piacevole.
Iniziamo con le regole principali degli abbinamenti colori: Dante evita di indossare due capi di abbigliamento che hanno colori simili ma tonalità diverse, mi urla nelle orecchie Roberto, abbina il colore della scarpe a quello della cinta e se hai una borsa fa che sia abbinata sempre al colore delle scarpe, lo scandisce Wilmer. Io ne ho una classica nera da tracollo, regalatami per natale da mio nipote, di color nero e mi basta: intanto è un colore neutro.
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Breve viaggio nella Terra dei Magiari

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UngheriaIl viaggio con l'auto di servizio si presenta da subito un po' periglioso. Non solo il tragitto di circa 1000 km sarà lungo e non particolarmente facile ma diverse insidie si rendono subito manifeste.
Fuori dall'auto la temperatura media è sui 30 gradi centigradi e il condizionatore della nostra FIAT 16 funziona a pieno regime, ma quasi certamente durante l'installazione di un nuovo apparato radio qualcosa non è andato per il verso giusto tanto che il climatizzatore scarica l'acqua di condensa dentro l'abitacolo.
La pianura padana attraversata da ovest a est è baciata da un sole splendido i cui raggi si riflettono nelle campagne dove le trebbiatrici stanno mietendo il grano. In autostrada il traffico è scorrevole e le uniche difficoltà le creano alcuni camionisti che creano lunghe code di autoveicoli ponendosi in fase di sorpasso con altri giganti della strada.
Le brevi ma frequenti soste nei vari autogrill rompono la monotonia del tragitto, nonostante il mio compagno di viaggio sia persona piacevole e con lui si possa chiacchierare su diversi argomenti. Al confine con la Slovenia mi conviene staccare il mio ipad visto l'elevato costo del collegamento internet dall'estero.
Con Matteo decidiamo una breve sosta ristoratrice in un autogrill sloveno, dove abbiamo il primo contatto con i paesi slavi, in particolare con la lingua e con la scrittura sui menù per la scelta dei piatti.
Se il mio pranzo è volutamente leggero con verdure e zuppe, quello di Matteo si presenta esattamente al contrario. Nonostante voglia arrivare a Pécs senza cambio alla guida, i peperoni ripieni esercitano su di lui un attrazione fatale.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (II parte)

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paradisoLa costiera amalfitana è una delle zone turistiche più affascinanti d'Italia, una parete rocciosa bastionata, interrotta solo dalla valle di Tramonti che termina su Maiori. E' la Costa rocciosa dei Monti Lattari che cade quasi a picco sul mare, alternata da lussureggianti terrazzamenti coltivati a limoneti a renderla cosi incantevole.
Le dorsali dei principali valloni sono per il turista un spettacolo immane per i ciclopici massi calcarei sparsi qua e la, scolpiti dal tempo, dal vento e dalle piogge.
La strada statale Amalfitana, che disegna una greca lungo tutto il suo percorso, s'inerpica su terrazzamenti intensamente coltivati, scende nei minuti agglomerati di case costituenti piccoli villaggi e cittadine che costellano la litoranea come una scintillante costellazione e passa scavata nella roccia viva della stessa montagna realizzando fantastiche gallerie e balconate. Le sue curve sono strette come la sua larghezza che rende il passaggio incerto anche di una singola vettura, aprendosi di volta in volta in panorami d'immensa suggestione ; la percorri con la tua auto sfiorando muretti a secco di pietra calcarea posti a protezione dei ruscellamenti di acqua e pietre che dalla montagna potrebbero arrivare sull'unica strada di collegamento. Limoni, agavi, ma anche capperi e tutta la ricca flora mediterranea accompagna il viandante di paese in paese.
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Il paradiso è tra il cielo e la terra lambito da un azzurro mare (I parte)

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paradisoIl mese di agosto generalmente lo passo riassettando tutte le mie cose, non solo quelle materiali ma anche quelle immateriali.
Riordinando il materiale fotografico contenuto in una scatoletta bianca posta su una mensola della camera da letto, ritrovo una vecchia serie di cartoline e di fotografie scattate in diverse occasioni in annate diverse ma sempre negli stessi luoghi. Non posso non soffermarmi a pensare quei magnifici momenti di vita vissuta insieme alle persone a me più care. La straordinaria bellezza dei luoghi era accompagnata dalla amicizia e dagli stretti affetti con le persone che allora frequentavo.
Le immagini ritraggono un tratto di mare con una costa dai rapidi pendii rocciosi dove fiorisce una macchia mediterranea unica al mondo sia per varietà che per i colori di cui madre natura li ha dotati; in basso, quasi a strapiombo il blu intenso del mare che si fa subito profondo e lungo la costa i numerosi viaggi fatti con i battelli di linea mi disegnano un litorale costellato di piccoli paesi dalle case strette tra loro dai colori sgargianti e qua e là abitazioni isolate ma immerse nel verde smeraldo della vegetazione e circondate da orti realizzati sui terrazzamenti coltivati.
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Un salto nel buio

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Corno d'AfricaIn una domenica qualunque del mese di agosto, dopo essermi stiracchiato per bene, dolente per il mal di schiena, mentre la caffettiera cerca il suo sbuffo di un caffè caldo e profumato, mi avvicino allo specchio del bagno per radermi e partire per una nuova giornata che nelle promesse della sera prima dovrebbe presentarsi esaltante.
Lo specchio mette in evidenza le mie prime rughe, il color castano dei capelli mistifica il capello bianco che qua e là inizia a presentarsi. Il rito del radermi mi accompagna ormai da decenni e solo dopo una profonda rasatura riesco a sentirmi pulito ed in pace con me stesso.
Ma oggi no! La mia mente corre rapida come il pennello, appena imbevuto del bianco sapone da barba a quanto letto ieri sui giornali, ovviamente non in prima pagina.
Sui maggiori rotocalchi italiani veniva scritto della necessità di un intervento umanitario nel corno d'Africa, colpito da una grande siccità che ha aumentato gli immensi spostamenti di popolazioni da un lato all'altro di queste nazioni già di loro con grandi problemi politici ed economici.
L’area colpita dalla carestia è governata da un regime islamista legato a gruppi terroristici, capeggiato da Al-Shabaab e da altri leader locali. La siccità ha messo l’intera area in ginocchio ma è lo stato di sfacelo totale della diplomazia internazionale a parer mio ad avere grandi responsabilità nello scoppio di questa nuova crisi.
I giornali ricordano come le milizie legate alle corti islamiche attacchino i campi di questi migranti e rifugiati, li depredino delle poche cose che hanno, uccidendo senza pietà, e rinnovano gli appelli umanitari lanciati dalle maggiori organizzazioni internazionali sulla necessita di raccogliere fondi per l'invio di alimenti e generi di conforto.
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Viaggi pruriginosi (IV ed ultima parte)

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misexIl mio viaggio pruriginoso certamente non può giungere ad una conclusione semplicistica ma devo chiudere questo post, e lo farò attraverso un breve excursus sull'ipocrisia che adoperiamo oggi pensando al sesso.
Ci sono cose che si possono fare ed altre che per pudicizia non si possono dire ma che amiamo fare; ci sono altresì cose che si possono dire ed altre che vogliamo raccontare come fantasie.
Come bambini quando si parla di sesso ci sentiamo capo cannonieri del campionato di serie A più importante del mondo, ma mistifichiamo i nostri goal e i nostri desideri di tirare in rete come se parlarne o tirare in rete fosse un peccato.
Viviamo ancora con l'idea del peccato originale, ove parlare con serenità della vita ed esperienze sessuali sia peccato, come se dietro l'angolo ci fosse l'inferno ed il prete non potesse assolverci.
Poi quando leggiamo sulla stampa di uomini importanti con i pantaloni abbassati godiamo delle prestazioni altrui fino a difendere comportamenti assolutamente poco edificanti, giustificati dal termine "tra le mura domestiche".
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Dietro le quinte di Cuba (X ed ultima parte)

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Cuba (04/2010)Difficile non ricordare a Cuba la storia dei "Balseros" o "zatterieri", una storia che si ripete da quasi cinquantanni cioè da quando iniziò il "conflitto" tra Cuba e gli Stati Uniti.
I primi esodi da Cuba verso gli USA si hanno nel 1959, insieme agli esiliati politici, lasciano Cuba, la borghesia cubana che si era arricchita grazie al giro di affari della "mafia" dell'Avana. L'arrivo dei comunisti cubani significava la perdita dei loro ricchi possedimenti e le ville del Vedado. Questi profughi si rifugeranno quasi tutti a Miami dove costituiranno una potente lobby politica, (la fondazione nazionale Cubano-Americana), con l'obiettivo di rientrare a Cuba e tornare in possesso dei beni confiscati e riprendere i loro traffici, spesso illeciti.
Un'altra ondata di rifugiati si ebbe nel 1980 quando una massiccia richiesta di richiedenti asilo pervenne all'Ambasciata peruviana all'Avana. Questa richiesta di esodo creò dapprima nel Governo cubano un senso di frustrazione, costringendolo a concedere circa 120 mila permessi di espatrio, ma si dice anche che questa enorme cifra di esuli permise allo stesso Governo di liberarsi di molti malati di mente, criminali ed individui ostili al regime.
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