Il dolore dello stretto (Messina ottobre 2009)
Giovedì 03 Marzo 2011 14:59
 Vi ripropongo alcuni pensieri che di getto scrissi a fine del 2009 in
una mia epistola, ma che sono sempre attuali e qui pubblico con la
stessa enfasi.
Questa volta vorrei descrivervi una mia personale esperienza vissuta con il
cuore e con la pancia, sicuramente non condivisibile ma fortemente
significativa.
Per studio e volontariato ho trascorso alcuni giorni nella terra
messinese e sui monti peloritani nelle aree recentemente devastate dal nubifragio del 2009.
Non voglio con voi ripercorrere la storia dell'evento o della catastrofe "denunciata": lo farò forse poi con calma in altri racconti
Per la prima volta invece, ho preso parte ai funerali delle vittime: non
avevo mai partecipato a funerali di Stato a seguito di una tragedia, anche se
professionalmente ne ho viste tante, forse tutte.
Sabato, quel sabato 10 ottobre, mi sono preso un giorno di riposo, ho posato carta e penna, ho tolto il fango dagli scarponi, mi sono recato la mattina presto in piazza Duomo a Messina.
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Un viaggio in Masovia tra Plock e Varsavia
Martedì 22 Febbraio 2011 08:38
 La mattinata mandrogna inizia presto, la sveglia suona prima del canto
del gallo della vicina cascina, veloce doccia e colazione, un occhio
alla valigia preparata la sera prima, controllo del biglietto aereo,
documenti ecc... e già suona alla porta Emilio che mi condurrà
all'aeroporto.
Passiamo a prendere Matteo in ufficio e ci dirigiamo al casello autostradale.
Dopo una serie di peripezie stradali, chiacchiere al vento con i miei
compagni di viaggio, ci giunge la telefonata dall'aeroporto che ci
comunica che il nostro volo per Varsavia è annullato.
Visi oscurati da mille domande, sembra che la sfiga voli in aereo con me.
Giungiamo all'aeroporto, le gentilissime e interessanti hostess
della LOT, ci promettono un imbarco sul volo della sera.
Abbiamo la giornata destinata al "cazzeggio", tanto il volo è per le
19.00. Malpensa non è cosi grande come si pensa e poco dopo siamo
già stanchi di vedere vetrine con mille cose inutili, di commentare
le passanti, di leggere riviste, meno male che posso passare il mio
tempo con l'Ipad.
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Dani pivo Karlovacka - viaggio tra i castelli della krajina
Venerdì 24 Dicembre 2010 10:56
 Tornare a Karlovac è come andare nella casa di campagna di famiglia.
Gli oltre 650 km di distanza dalla mia abitazione, benché pesanti
per le ore di guida, sono ampiamente ripagati dalla serenità dei
luoghi, ma soprattutto dalla splendida amicizia che mi lega ai suoi
abitanti da molti anni.
Torno per l’annuale festa della birra, la dany karlovacko pivo.
Sono anni che ci vengo per passare una serata in compagnia, bere
della buona birra e mangiare il succulento maialino allo spiedo.
Quest’anno sono accompagnato da alcuni amici, Stefano, Luca ed
Enza, solo Stefano è un veterano della festa della birra.
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Poesia ed esistenza
Venerdì 17 Dicembre 2010 18:08
 Generalmente un poeta si ispira ai propri sentimenti e allo stato d'animo che vive in quel momento, cercando di raccontarlo in rima.
Io che poeta non sono, nonostane il nome che porto, cerco di trovare nelle rime altrui lo stato d'animo che mi rispecchia.
Una cara amica croata, nel raccontarci le rispettive vicessitudini della vita, mi ha recitato una splendida poesia del poeta russo Michail Jur'evič Lermontov.
Chiedo scusa agli esperti e ai traduttori ma faccio del mio meglio a scrivervela.
Una vela solitaria
Biancheggia una vela solitaria
nell'azzurra foschia del mare
che cosa cerca cosi lontano?
che cosa ha perso nel paese natio?
Giuocan le onde, il vento fischia
la prua di drizza e scricchiola
No, essa non cerca la fortuna
Ma non la sfugge neanche
Sotto di essa - l'azzurro del mare
Sopra di essa - dorarata la luce del sol!
Ma essa irrequieta cerca la tempesta
Come se nella tempesta ci fosse la PACE!
Lascio ad ognuno di Voi, ritrovare in queste parole un pezzo di se stessi, come io ho ritrovato me medesimo.
Cronaca di un tipico disastro italiano.
Mercoledì 24 Novembre 2010 18:48
 In questi giorni ricorre il trentesimo anniversario del terremoto in
Irpinia; era il 23 novembre di quell’ormai lontano 1980. La mia TV
era ancora in bianco e nero, i TG delle poche reti RAI di allora
davano poche e sparute notizie, più legate al bradisismo del
napoletano che della tragedia che solo in piena notte darà' voce
alla vera drammaticità.
Passano pochi giorni ed io, ancora minorenne, parto con degli amici a portare
il mio contributo di solidarietà, solo le mie braccia saranno
l’aiuto che potevo offrire.
Ho cercato tra i miei ricordi, tra le mie "scartoffie", ed
ho ritrovato ingiallite fotografie di quei tragici giorni: ho
ritrovato gli appunti nel mio diario, scritti con calligrafia e mano
insicura, ma ancora traspirava il sentimento di un adolescente prono
davanti a tanta sofferenza.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (III parte)
Martedì 01 Marzo 2011 14:59

La guerra è iniziata il 21 marzo
2003 ed è proseguita con una serie di attacchi aerei su Baghdad e
alle principali vie di comunicazione, per impedire che all'esercito
iracheno si affiancassero altri arabi, richiamati dalla "guerra
santa".
Il Pentagono definisce i bombardamenti "chirurgici"
e indispensabili a diffondere paura e sgomento. L'entrata in Iraq
delle truppe di terra di combattimento è iniziata con i carri armati
Abraham M1A1 e blindati trasporto truppe
Ci fermiamo per delle brevi soste in mezzo al deserto,
in improvvisati distributori di benzina costituiti da camioncini
ricolmi di taniche che vendono la loro benzina. Ne approfittiamo
tutti per scendere dalle auto, per sgranchirci le gambe. Accanto a
noi nel frattempo compaiono alcuni iracheni, probabilmente arrivati
dai villaggi vicini, ci guardano come si può guardare un marziano
rosa.
Il viaggio è infinito, e nessuno in cabina ha più la
forza di dire una parola, non che prima si parlasse molto, ma qualche
parola stemperava lo stato d'animo.
Il paesaggio e assolutamente costante, la sabbia
giallastra è compatta, nulla interrompe la visione piatta davanti ai
nostri occhi, tutto sembra immobile intorno a noi, come morto.
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Commiato dal Comitato Regionale CRI Piemonte
Venerdì 31 Dicembre 2010 09:25
 Questa è la mia lettera di commiato. Sono stati questi ultimi cinque anni, per me, veramente entusiasmanti, ho conosciuto molte persone, tanti volontari e dipendenti di questa Associazione operosi e onesti, ho altresì conosciuto persone con cui mi sono confrontato anche intensamente, ma dal cui confronto è nata stima e considerazione.
Ho conosciuto persone che non avrei voluto conoscere, ma anche tante persone che avrei voluto conoscere meglio.
Insieme a questi, abbiamo dato una nuova veste alla nostra Associazione a livello regionale, abbiamo costruito insieme momenti aggregativi di discussione e di svago, con voi abbiamo rilanciato un'immagine di una associazione attenta e vicino al bisogno, insomma tanto è stato fatto ma altresì tanto si deve ancora fare.
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Baghdad: una missione apparentemente impossibile (II parte)
Lunedì 20 Dicembre 2010 11:20
 Mi ritrovo a camminare per la via della mia città, appena risvegliata dall'inverno con un tiepido sole, con la gente che esce di casa a passeggio per goderselo tutto.
Ma io cosa conosco dell'Iraq? Sarò davvero in grado di svolgere tale compito? Non posso scontentarli e rendermi indisponibile. Devo prepararmi a dire di Si e a capire come muovermi in un ambiente che non conosco.
Passo le ore successive a studiare tutto il possibile sull'Iraq. Faccio approfondite ricerche antropologiche sulle popolazioni, e sull'aspetto geopolitico attuale, ripercorro tutta la storia e la tragedia della prima guerra del golfo.
Ora mi sento un poco più pronto, attendo la chiamata di M.S. per confermargli che va bene; non voglio starci a lungo in missione questa volta, sento la necessità di riposo.
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Dietro le quinte di Cuba (II parte)
Venerdì 17 Dicembre 2010 14:02

Più passeggio per Matanzas più mi mi appare una cittadina tristemente
dimenticata, un gigante di 120 mila abitanti, ricoperta dalla polvere
del tempo, lontana dal suo antico splendore di metà ottocento.
Tanti gli artistici ponti su San Juan e sul rio Yamuri, le case in stile
coloniale e le chiese in quello neoclassico, sono tutte scrostate,
pare vogliano raccontarmi con tristezza la ricchezza dei tempi
passati, ma gli fa da contraltare la gioiosità della gente, si
salutano, si fermano in crocchi a parlare, anche i bambini con le
madri che li tengono stretti per mano e fanno la coda al carretto del
venditore di zucchero filato trasmettono giocosità e ordine
Della Atene cubana, Matanzas ha i teatri in perenne restauro, della
vitalità culturale ha certamente gli artisti di strada che vendono
le loro opere artigianali, la musica e soprattutto il ballo che la fa
ancora da padrona.
Mi raggiunge seduto al bar in plaza della Vigia, una anziana signora che
per una manciata di CUC (moneta turistica) mi vende i suoi versi
scritti in forma di poesia “Quise las floras del mar y se fueron a
lo profundo yo te dejare de amar cuando se acabe este mundo” e
alta, magrissima, vestita con abiti consunti e senza cortesia di
colore.
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Il corvo di casa
Martedì 16 Novembre 2010 11:47
 Un giorno ho trovato sulla mia strada una corvo ferito, o almeno credevo fosse un corvo.
Lo portai a casa e con tanta tenerezza lo curai.
Si riprese, il suo piumaggio divenne presto bello e lucido, gli insegnai tante cose, anche a parlare, divenne uno di casa, entrava e usciva dalla finestra della cucina quando voleva, come se avesse le chiavi.
Il suo gracchiare e la sua presenza riempivano le mie giornate. Ero fiero di quel corvo.
Un giorno usci dalla finestra e non fece più ritorno.
Ci rimasi molto male, lo chiamai ripetutamente, quando finalmente lo ritrovai, mi guardo, si girò su se stesso e volo via senza voltarsi, senza gracchiare un timido saluto.
Il mio corvo era una cornacchia che ogni tanto mi fa trovare sul balcone qualche indesiderato regalo, lasciato da lui o da qualche suo simile.
Ho imparato la lezione: per tanto tu voglia fare per un animale selvatico, questo rimarrà tale fino alla fine dei suoi giorni.
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