Blog di Dante Paolo Ferraris

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Un salto nel buio

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Corno d'AfricaIn una domenica qualunque del mese di agosto, dopo essermi stiracchiato per bene, dolente per il mal di schiena, mentre la caffettiera cerca il suo sbuffo di un caffè caldo e profumato, mi avvicino allo specchio del bagno per radermi e partire per una nuova giornata che nelle promesse della sera prima dovrebbe presentarsi esaltante.
Lo specchio mette in evidenza le mie prime rughe, il color castano dei capelli mistifica il capello bianco che qua e là inizia a presentarsi. Il rito del radermi mi accompagna ormai da decenni e solo dopo una profonda rasatura riesco a sentirmi pulito ed in pace con me stesso.
Ma oggi no! La mia mente corre rapida come il pennello, appena imbevuto del bianco sapone da barba a quanto letto ieri sui giornali, ovviamente non in prima pagina.
Sui maggiori rotocalchi italiani veniva scritto della necessità di un intervento umanitario nel corno d'Africa, colpito da una grande siccità che ha aumentato gli immensi spostamenti di popolazioni da un lato all'altro di queste nazioni già di loro con grandi problemi politici ed economici.
L’area colpita dalla carestia è governata da un regime islamista legato a gruppi terroristici, capeggiato da Al-Shabaab e da altri leader locali. La siccità ha messo l’intera area in ginocchio ma è lo stato di sfacelo totale della diplomazia internazionale a parer mio ad avere grandi responsabilità nello scoppio di questa nuova crisi.
I giornali ricordano come le milizie legate alle corti islamiche attacchino i campi di questi migranti e rifugiati, li depredino delle poche cose che hanno, uccidendo senza pietà, e rinnovano gli appelli umanitari lanciati dalle maggiori organizzazioni internazionali sulla necessita di raccogliere fondi per l'invio di alimenti e generi di conforto.
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Il mio guardaroba ed il conformismo

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ittenQuante volte ci troviamo nell'indecisione sul come vestirci, su che abbigliamento e accessori indossare e soprattutto, su quale abbinamenti fare tra questi? Certo, a volte basta un po' di gusto e di buon senso per effettuare queste scelte. Quante volte mi sono sentito dire dal mio amico Roberto che ho gusti squallidi nell'abbinare i colori o peggio ancora da altri amici che scelgo capi di abbigliamento sempre fuori moda e che non devo acquistare capi di taglia molto grande.
Insomma sembra che il mio look sia uno dei casi più disperati. Ho raccolto consigli e fatto qualche piccola ricerca ed ecco un piccolo prontuario che dà le regole generali da seguire per l'abbinamento dei vestiti, degli accessori e dei colori. Spero di seguirle in modo da tacitare chi con benevolenza cerca di aiutarmi e altri che con piacere mi deridono.
Un post fuori dalle mie tradizionali analisi ma d'altronde siamo in estate e questa ricerca "leggera" da ombrellone potrebbe risultare anche piacevole.
Iniziamo con le regole principali degli abbinamenti colori: Dante evita di indossare due capi di abbigliamento che hanno colori simili ma tonalità diverse, mi urla nelle orecchie Roberto, abbina il colore della scarpe a quello della cinta e se hai una borsa fa che sia abbinata sempre al colore delle scarpe, lo scandisce Wilmer. Io ne ho una classica nera da tracollo, regalatami per natale da mio nipote, di color nero e mi basta: intanto è un colore neutro.
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Breve viaggio nella Terra dei Magiari

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UngheriaIl viaggio con l'auto di servizio si presenta da subito un po' periglioso. Non solo il tragitto di circa 1000 km sarà lungo e non particolarmente facile ma diverse insidie si rendono subito manifeste.
Fuori dall'auto la temperatura media è sui 30 gradi centigradi e il condizionatore della nostra FIAT 16 funziona a pieno regime, ma quasi certamente durante l'installazione di un nuovo apparato radio qualcosa non è andato per il verso giusto tanto che il climatizzatore scarica l'acqua di condensa dentro l'abitacolo.
La pianura padana attraversata da ovest a est è baciata da un sole splendido i cui raggi si riflettono nelle campagne dove le trebbiatrici stanno mietendo il grano. In autostrada il traffico è scorrevole e le uniche difficoltà le creano alcuni camionisti che creano lunghe code di autoveicoli ponendosi in fase di sorpasso con altri giganti della strada.
Le brevi ma frequenti soste nei vari autogrill rompono la monotonia del tragitto, nonostante il mio compagno di viaggio sia persona piacevole e con lui si possa chiacchierare su diversi argomenti. Al confine con la Slovenia mi conviene staccare il mio ipad visto l'elevato costo del collegamento internet dall'estero.
Con Matteo decidiamo una breve sosta ristoratrice in un autogrill sloveno, dove abbiamo il primo contatto con i paesi slavi, in particolare con la lingua e con la scrittura sui menù per la scelta dei piatti.
Se il mio pranzo è volutamente leggero con verdure e zuppe, quello di Matteo si presenta esattamente al contrario. Nonostante voglia arrivare a Pécs senza cambio alla guida, i peperoni ripieni esercitano su di lui un attrazione fatale.
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Viaggio in una terra di mezzo (II parte)

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LampedusaPer fortuna in soccorso alla povera economia di Lampedusa è arrivato il turismo: ma anche per questo motivo i Lampedusani dovettero lottare e solo grazie alla loro forte protesta, manifestata con anni di astensione elettorale, a metà degli anni ‘60 venne costruito l'aeroporto. Ma il grande pubblico conoscerà l'isola e il suo magnifico mare purtroppo solo dopo l'attacco militare sferrato da Gheddafi il 15 Aprile del 1986 in risposta ai bombardamenti americani su Tripoli, che mandò su tutte le prime pagine dei mass media l'Isola, permettendole così di farsi conoscere al mondo intero. Ora le tristi pagine degli sbarchi di questi migranti in cerca di fortuna hanno riportato sull'isola decine di giornalisti provenienti da tutto il mondo e le parabole delle TV le trovi ovunque.
Ricordo come nel 1986 Lampedusa balza improvvisamente agli onori delle cronache mondiali, quando il 15 Aprile, verso le 17:30, una motovedetta libica, su ordine del colonnello Gheddafi, avrebbe lanciato due missili SCUD verso l'installazione radio americana LORAN sita a Capo Ponente. Vengono avvertite dalla popolazione due forti esplosioni e si diffonde la notizia che due missili abbiano mancato l'obiettivo e siano finiti in mare.
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Mondo in movimento ed ipocrisia del momento

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ipocrisiaBisogna saper sfuggire ai miti delle false ideologie, che sempre di più hanno il volto di suggestioni televisive, miraggi giornalistici e di imbonitori di piazze mediatiche.
La guerra in Libia scompare dalle prime pagine dei giornali e scivola in coda alle notizie dei telegiornali, lo spettacolo pirotecnico di una guerra umanitaria lampo è andato a monte ed è meglio non ricordare troppo come i bombardamenti chirurgici e umanitari fanno vittime civili.
Non fa nemmeno notizia la faida tra le tribù di Cirenaica e Tripolitania per il controllo del potere in Libia.
E mentre tutto ciò accade aldilà del mediterraneo, altri despoti, come in Siria, in Sudan e nello Yemen, continuano ad agire indisturbati nella repressione sui loro cittadini. Forse tutto ciò per un freddo calcolo politico delle cancellerie più importanti del mondo.
Anche le piazze d'Egitto hanno nuovamente un sussulto d'orgoglio, dopo la cacciata di un presidente/padrone si ritrovano a lottar contro gli eredi dello stesso.
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Viaggi pruriginosi (III parte)

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misexLa Vineria di Monica e Piercarla è da sempre uno dei punti di ritrovo per i pochi appuntamenti che offro agli amici. Questa volta mi ritrovo all’ora di pranzo nel giorno della festa del Borgo, con Pj e la sua gentile consorte.
Pj è un amico di vecchia data che si è trasferito per lavoro a Venezia e mi fa sempre piacere incontrarlo visto che è stato anche una buona spalla in alcuni difficili momenti.
Parliamo del blog e dei primi due post, insieme a Monica e Piercarla e ci vengono in mente molte idee e molte domande che raccolgo e alle quali vorrei provare a trovare una risposta.
Mentre attendo il mio calice di un buon dolcetto di Ovada, le domande che ci poniamo sono diverse. Quale è il motivo che spinge un uomo a diventare gigolò, ma la domanda si può porre anche nella versione femminile e poi ancora è davvero trasgressione tutto ciò? come lo è il rapporto omosessuale? Con queste domande mi bevo il mio vinello pronto a continuare la mia ricerca.
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Viaggi pruriginosi (IV ed ultima parte)

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misexIl mio viaggio pruriginoso certamente non può giungere ad una conclusione semplicistica ma devo chiudere questo post, e lo farò attraverso un breve excursus sull'ipocrisia che adoperiamo oggi pensando al sesso.
Ci sono cose che si possono fare ed altre che per pudicizia non si possono dire ma che amiamo fare; ci sono altresì cose che si possono dire ed altre che vogliamo raccontare come fantasie.
Come bambini quando si parla di sesso ci sentiamo capo cannonieri del campionato di serie A più importante del mondo, ma mistifichiamo i nostri goal e i nostri desideri di tirare in rete come se parlarne o tirare in rete fosse un peccato.
Viviamo ancora con l'idea del peccato originale, ove parlare con serenità della vita ed esperienze sessuali sia peccato, come se dietro l'angolo ci fosse l'inferno ed il prete non potesse assolverci.
Poi quando leggiamo sulla stampa di uomini importanti con i pantaloni abbassati godiamo delle prestazioni altrui fino a difendere comportamenti assolutamente poco edificanti, giustificati dal termine "tra le mura domestiche".
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Dietro le quinte di Cuba (X ed ultima parte)

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Cuba (04/2010)Difficile non ricordare a Cuba la storia dei "Balseros" o "zatterieri", una storia che si ripete da quasi cinquantanni cioè da quando iniziò il "conflitto" tra Cuba e gli Stati Uniti.
I primi esodi da Cuba verso gli USA si hanno nel 1959, insieme agli esiliati politici, lasciano Cuba, la borghesia cubana che si era arricchita grazie al giro di affari della "mafia" dell'Avana. L'arrivo dei comunisti cubani significava la perdita dei loro ricchi possedimenti e le ville del Vedado. Questi profughi si rifugeranno quasi tutti a Miami dove costituiranno una potente lobby politica, (la fondazione nazionale Cubano-Americana), con l'obiettivo di rientrare a Cuba e tornare in possesso dei beni confiscati e riprendere i loro traffici, spesso illeciti.
Un'altra ondata di rifugiati si ebbe nel 1980 quando una massiccia richiesta di richiedenti asilo pervenne all'Ambasciata peruviana all'Avana. Questa richiesta di esodo creò dapprima nel Governo cubano un senso di frustrazione, costringendolo a concedere circa 120 mila permessi di espatrio, ma si dice anche che questa enorme cifra di esuli permise allo stesso Governo di liberarsi di molti malati di mente, criminali ed individui ostili al regime.
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Viaggio in una terra di mezzo (I parte)

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LampedusaGià all'aeroporto di Palermo si respirava un'aria diversa. Il volo da Milano era persino giunto in anticipo e il tempo di attesa del mio aereo per raggiungere l'isola più grande delle Pelagie era di circa due ore, tanto da permettermi di girare per i negozietti del terminal aeroportuale con tranquillità.
Dopo il check-in con il relativo imbarco dei bagagli sul volo n° IG1803 della Meridiana Fly mi metto tranquillamente seduto su una poltroncina a chattare dall'ipad con gli amici rimasti a lavorare.
Il sole trafigge le vetrate dell'aeroporto mentre mi imbarco sul piccolo ATR 42. Il volo Palermo Lampedusa del nostro turboelica è leggermente agitato e le raffiche di vento si fanno sentire soprattutto per me che sono seduto in coda. Dal finestrino l' isola mi appare subito brulla e le coste particolarmente alte e frastagliate ma fortunatamente l'atterraggio è tranquillo, sulla pista mi accoglie un vento africano dolce e caldo. Rapidamente ritiro il mio bagaglio e attendo fuori dal minuscolo aeroporto l'auto che l'albergo mi ha messo a disposizione.
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Dietro le quinte di Cuba (IX parte)

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Cuba (04/2010)Passo gli ultimi giorni a visitare Matanzas e le piccole cittadine vicine, tra le quali Càrdenas, località a est di Matanzas e a soli 20 Km dal centro di villeggiatura più rinomato di Varadero. Non a caso è chiamata la città delle biciclette, sono ovunque, tante e di tutte le forme, dalle tradizionali biciclette a due ruote ai tricicli a quelle a quattro ruote per gli scarsi turisti che abbandonano le bianche spiagge alla ricerca di una Cuba più autentica e meno stereotipata.
Càrdenas però merita sopratutto il titolo ufficiale di "Città della bandiera" in quanto fu la prima città dell'isola a vedere issata la bandiera cubana, già nel lontano 1850, quando l'avventuriero venezuelano Narciso LOPEZ insieme ad un gruppo di mercenari americani issò la bandiera dopo lo sbarco nell'inutile tentativo di liberare l'isola dall'occupazione spagnola.
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Dietro le quinte di Cuba (VIII parte)

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Cuba (04/2010)A Ciego de Avila decidiamo che è il momento di prenderci un po' di riposo in un parco vicino alla città con al centro un laghetto dove stradine colorate disegnano un percorso lungo tutto lo specchio d'acqua e piccoli chioschi di venditori di bevande e noleggiatori di barchette a remi fanno da cornice alla strada.
Ci soffermiamo a bere qualche cosa mentre mamà e Yanelis si gustano un fresco gelato. Io però rimango ammaliato più dalle auto parcheggiate, una sorta di vetrina di auto americane anni 50/60 dai colori sgargianti e dalle cromature un tempo luccicanti, ma che rappresentano comunque uno degli elementi più caratteristici di Cuba e mi sembra doveroso fotografarle per il mio blog.
Chiacchierando amabilmente rientriamo verso Jatibonico, visto che domani partiremo per Matanzas e dobbiamo preparare ancora tante cose.
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